L’approccio non è dei più sereni: chiedo al bancone un bicchiere di ginseng e mi arriva un bicchiere di genziana. Del resto si sa, la storia dello Zampy bar – Zampò per tutti – è scandita da equivoci e leggende metropolitane. Come quella volta che un tale tornò a casa con la macchina sbagliata: anziché salire sulla sua utilitaria, mise in moto una Punto parcheggiata lì davanti, casualmente aperta e con le chiavi nel quadro. Ma la cosa peggiore è che, quando si rese conto dell’errore, tirò il freno a mano e si allontanò a piedi, lasciando l’auto in mezzo

Sul palco di Spazio Rimediato, in scena “Ossessivamente”, con Alberto Santucci e Barbara Bologna, musiche di Fabio Iuliano e degli Yawp, regia di Eugenio Incarnati. Lo spettacolo, nato da un’idea di Barbara Bologna, è liberamente tratto dai libri “Lithium 48” (Aurora edizioni) di Fabio Iuliano e “Diario di una mente bipolare” (Pluriversum) di Tiziana Iemmolo. “Un racconto semi serio di due vite in continua salita. Con differenti stili narrativi -spiega Barbara Bologna- abbiamo costruito due percorsi in cui, la scoperta della propria fragilità, è l’inizio della rinascita. Da un parte una voce maschile, che vive in velocità e in un mondo fatto di immagini e suoni che si

di Selene Luise – Tutti hanno dei crucci con cui fare i conti, nel corso della vita. Anche io ne ho uno che mi porto dietro dall’infanzia: quello di non riuscire a capire il mondo. Ho sempre avuto la sensazione che questo pazzo mondo in cui viviamo, che negli ultimi anni ha aumentato sempre di più la velocità dei suoi ingranaggi, parlasse un linguaggio a me sconosciuto che, per qualche misterioso motivo, tutti sembravano comprendere, tranne me. Ho cercato la soluzione ai suoi enigmi nei miei studi, nelle mie letture e, da ultimo, nei miei scritti. E le ho trovate.

Lithium 48 racconta una storia che fin dalle prime pagine confonde e sconcerta il lettore. È impossibile infatti non domandarsi se la realtà che il protagonista Simone sperimenta sia concreta o frutto delle sue allucinazioni. Il ragazzo è vittima della paranoia di essere spiato da telecamere onnipresenti e da amici e colleghi di lavoro guidati da una regia esterna, cha ha il solo scopo di incanalarlo in una vita preordinata e rispondente a un copione scritto per intrattenere un pubblico di voyeur.

Concerto-reading e aperitivo di anteprima alla Sharky Art Gallery in vista della giornata di consapevolezza delle donne. La galleria ha ospitato “Aspettando lotto marzo”, un’iniziativa in collaborazione con il Caffè letterario. Il titolo è un “errore” grammaticale simulato, con l’obiettivo di sottolineare l’aspetto di denuncia sociale. L’intervento di Domenico Di Felice, il Dottor Antiaccademico, si è concentrato sul tema del femminismo. Con la consueta ironia del giovane, si è parlato dell’attivismo femminile nell’arte, mentre le letture di Barbara Bologna e Diletta De Santis hanno lasciato trasparire l’immagine della donna attraverso la sua dolce, gentile identità senza dimenticare di tratteggiare quella sua intrinseca forza che fa

Carine le suggestioni del Natale, come le belle luci d’artista (le avranno rimosse poi?) che ti danno quell’atmosfera di calore anche se le temperature sono quelle che sono. A volte, decorazioni e giochi luminosi si propongono come un  invito a cercare un luogo accogliente e familiare, chiudendoti alle spalle il freddo mondo esterno con i suoi guai. Un po’ come fanno i danesi e i norvegesi, quando in inverno cercano il loro “Hygge”. Basta però un’immagine a rovinare la strenna. E la colpa è tutta dei gestori del Rockers che, sotto le feste, hanno distribuito degli strani cappellini di carta,

Il primo contatto con la frontiera israeliana lo abbiamo avuto in Betania, sulle sponde del Giordano – o di quello che è rimasto di questo fiume dopo secoli di siccità. In corrispondenza del sito dove si ritiene ubicata la fonte battesimale di Gesù, ci sono due punti di confluenza dei turisti nelle Holy Lands, quello della riva giordana e quello della riva israeliana.Abbiamo raggiunto il fiume in mattinata partendo da Amman e lasciando la macchina in un apposito parcheggio da dove ogni giorno si muovono decine di pullman per il tour guidato dell’area, ufficialmente l’unico modo che si ha di accedere

Roma – venerdì 27 giugno 2000 – aeroporto Leonardo da Vinci, arrivo al banco check-in dell’American Airlines alle 11.00 circa. Sono diretto a Monterrey in Messico, per un forum internazionale sullo sport alla quale prendo parte come rappresentante studenti. Con me ci sono Andrea di Trento, Franco di Bari, il professor Isler dell’Università di Trieste e Francesca, una studentessa di Venezia veramente niente male.  Dobbiamo fare due scali: Chicago e Los Angeles, chissà perché poi, dopotutto Monterrey ha lo stesso fuso orario di Chicago (7 ore di differenza con l’Italia). Che senso ha dover volare fino a L.A. (9 ore

Con “L’animale femmina” (Einaudi), il suo romanzo d’esordio, ha lasciato un segno nel panorama letterario nazionale, affrontando complesse dinamiche interpersonali con una scrittura elegante e curata. Emanuela Canepa, vincitrice del premio Calvino 2017 proprio grazie a questo volume, è all’Aquila per parlarne, ospite della libreria InMondadori Maccarrone. L’autrice, romana di nascita ma vive a Padova dove fa la bibliotecaria all’università, sarà a colloquio con Stefano Carnicelli, mentre Barbara Bologna leggerà alcuni estratti del volume. Protagonista della vicenda è Rosita Mulè è una giovane che studia medicina a Padova. L’università vuole essere anche una separazione, una fuga da una madre che