Anche a Pescara è arrivata all’alba l’installazione artistica di protesta delle “mani che annegano“. A posizionare le mani davanti alla scalinata del comune gli attivisti della rete “Oltre il Ponte” che hanno replicato quanto accaduto qualche giorno fa quando il Ministro Salvini è arrivato in piazza ad Atri. E proprio contro le politiche sull’immigrazione del ministro dell’Interno è rivolta la singolare forma di protesta, come spiegano gli attivisti: “Dopo Atri, anche Pescara si ri-sveglia con l’installazione artistica “mani” che annegano. Per ricordare al ministro dell’interno, che sfilerà oggi in città, che le vite delle persone ci stanno a cuore e vogliamo che più nessuno

“Domando scusa, fate vedere Sanremo qui?”. Ora, ci sono tempi e modi per fare domande. E, talvolta, è facile sbagliare entrambi. Entri in un bar, vedi uno schermo piatto non sintonizzato su una partita di pallone e chiedi di mettere su Rai Uno, se non altro per capire perché tutti parlano di Loredana Bertè e Patty Pravo – anche se sotto sotto un po’ hai paura di scoprirlo – o per ascoltare l’ultima di Cristicchi. Dicono sia una poesia. Dicono. Insomma, il telecomando è lì sul bancone e nessuno sembra interessato al palinsesto. Fai per chiedere se puoi cambiare canale.

Nella foto in alto, Gianni Denitto con Marilena Paradisi Aspettando la maratona di fine estate, L’Aquila torna a riempirsi di jazz, grazie a Taimaut, la nuova rassegna dedicata al genere e alle sue contaminazioni, ideata da Polarville in collaborazione con l’Irish Cafè e Spazio Rimediato. Nell’arco dei prossimi mesi, alcuni tra i musicisti in tour per l’Italia, faranno tappa in città per una serie di eventi in calendario: esibizioni live, selezioni musicali e incontri con scrittori interesseranno le nostre strade per tutto il 2019. Palcoscenici di vario tipo e contributi importanti, come il sassofonista Piero Delle Monache (a cui è anche affidata

“I libri migliori sono quelli che ci dicono quel che già sappiamo”: è con quest’unica frase che George Orwell ha sempre definito il suo modo di scrivere. Ed è in “1984” che questa verità si palesa nel modo più evidente possibile, attraverso la finzione letteraria di un mondo che, a ben vedere, ha poco di “irreale”: il romanzo venne pubblicato nel 1949 e a rileggerlo ora, dopo settant’anni, la sensazione di trovarsi difronte ad un’opera che non ha semplicemente immaginato un mondo spaventosamente possibile, bensì una realtà a tutti gli effetti già realizzata, è schiacciante. 1984 ha immediatamente colpito l’immaginario

Ce lo vedi un mediano di mischia dietro al bancone di un bar? Magari a smistare bottiglie e bicchieri con finte che neanche Troncon con l’Italia al Sei Nazioni. Ora alza il miscelatore per cocktail a mo’ di touche, ora gira una Keglevich alla fragola dietro la schiena, intuendo il movimento del collega. Tra i due c’è intesa, ma se non sincronizzi i tempi la vodka finisce per terra. Ed è passaggio in avanti. Capita quando devi lavorare con tempi strettissimi perché davanti al bancone hai una fila di persone che ti si piazzano con la faccia di chi sembra a rischio disidratazione.

Musica, parole e solidarietà in un pranzo “a tempo di musica” al ristorante sudamericano La Churuata, in via Bruno D’Inzillo, nella zona industriale di Sassa. Tanti artisti si sono alternati sul palco nell’ambito di un’iniziativa volta a raccogliere fondi in favore dei minori non accompagnati, tra cui anche profughi siriani. A darsi il cambio, anche nell’arco del pomeriggio, Giuseppe e Carlo Morgante,  Francesca Catenacci, gli Yawp, il duo Davide e Laura.  Un appuntamento che vede il patrocinio del comune di Scoppito e del comune dell’Aquila (assessorato alle Politiche sociali). Si tratta di un nuovo appuntamento dedicato alla solidarietà, che fa seguito a una

Giornata omaggio a Noemi Tiberio, giovane regista scomparsa nel terremoto del 6 Aprile 2009. Una data significativa anche per la ricorrenza con l’altro sisma che distrusse la città, nel 1703. Nel pomeriggio, l’Auditorium del Parco ha ospitato la proiezione del documentario “Vajont” di Marco Paolini, nell’ambito del confronto-dibattito sulla tragedia del 9 ottobre del 1963, nel bacino al confine tra Friuli e Veneto (il cui processo si è celebrato all’Aquila), oggetto di studi, per la tesi di laurea, da parte della stessa Tiberio. In serata c’è stata l’esibizione di alcuni artisti che eseguiranno canzoni care alla ragazza, che si era laureata all’Aquila

“Sognai talmente forte che mi uscì il sangue dal naso”. Basta mettere mezzo piede nello chalet di legno che subito hai in testa la sequenza di accordi del Fiume Sand Creek, a prescindere dalla musica proposta dalle casse del locale. Una suggestione accentuata dallo stile degli allestimenti che fa un po’ pensare alle inquadrature di Sam Peckinpah, uno dei maestri del western statunitense. La mente non può far altro che ripercorrere quel massacro nel quale persero la vita tantissime donne e tantissimi bambini delle tribù Cheyenne e Arapaho. Era il 1864 e il governatore del territorio (non ancora Stato) del

«Ora tu pensa: un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti, loro. Tu sei infinito, e dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi suonare». Capita spesso che Roberta Terchi Nocentini si trovi a prendere in prestito le parole di Alessandro Baricco in “Novecento” per parlare di sé e della sua passione per la musica. Una vicenda, quella del Pianista sull’Oceano, che ha di fatto accompagnato la sua carriera, «anticipandone profeticamente» una sua evoluzione che dall’Aquila l’ha condotta prima a Londra e poi a Chicago, negli Stati Uniti, dall’altra parte