Giovanni Allevi, un pianoforte fra le macerie
19 Dicembre 2009 Condividi

Giovanni Allevi, un pianoforte fra le macerie

di Fabio Iuliano

L’AQUILA. Le note di «Come sei veramente» attraversano la zona rossa, con i moduli ritmici a scandire i passi, e poi l’energia di «Prendimi» per parlare ai ragazzi. La musica di Giovanni Allevi racconta una giornata fra le macerie. «Lascio parlare le note per esprimere l’emozione di condividere questa esperienza importante in una terra di cui mi sento parte», spiega il pianista, che dedica all’Aquila un’intera giornata, in occasione del nuovo concerto della rassegna «Campi sonori – prologo della rinascita», nell’auditorium della Guardia di Finanza. Un nuovo «viaggio» per il pubblico aquilano, dietro il pianoforte a coda.  Chiudi gli occhi all’Aquila e ti risvegli a Beslan, pensando a quel «mazzo di fiori musicali» che Allevi volle dedicare a tutte le vittime della guerra di Ossezia.

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Una canzone per non dimenticare «che è la mia risposta senza parole, una risposta di speranza perché tutto ciò non accada mai più». Quella stessa speranza che ha spinto il pianista a tornare all’Aquila dopo la tournee in America, per condividere con chi ha subito il terremoto, la voglia di tornare a sorridere. Allevi è arrivato in città giovedì sera, accolto dallo staff di Campi sonori, promotore della rassegna insieme a «Co2, Crisis opportunity» e alla Protezione civile. Ieri la visita in città, passando davanti la Casa dello Studente, prima di entrare in centro. Una sosta davanti all’hotel Duca degli Abruzzi, ormai completamente libero dalle macerie, poi una visita in piazza Duomo e in piazza Santa Maria Paganica, per poi fermarsi al nuovo conservatorio, nel Musp che verrà inaugurato martedì da Riccardo Muti . Il personale della scuola «Alfredo Casella» ha già in consegna la struttura e i pianoforti sono già arrivati, c’è solo da accordarli. Questo però non scoraggia Allevi a chiedere di poter suonare un pezzo, come si fa quando si visita la Huerta, l’abitazione granadina di Federico García Lorca . Il primo pianoforte è decisamente troppo scordato, l’organo a canne è senza canne, ma il pianoforte a coda sembra funzionare. Allevi sceglie di dedicare «Go with the flow» ai suoi accompagnatori, ma anche al personale del conservatorio, alle prese con il trasloco. A loro, spiega quasi sottovoce, che «la musica è la forma migliore per esprimere il mio essere qui, in una terra che sento mia e non solo perché qui ho dato l’esame del quinto anno». Poi una tappa alla vicina scuola «Dante Alighieri», dove studiano molti giovani musicisti. A fare gli onori di casa, c’è Giuliano Tomassi , il preside che indica alla delegazione la strada per la palestra. Lì c’è un altro pianoforte ad attendere Allevi, circondato da centinaia di ragazzi. Bagno di folla e di energia. Per i ragazzi c’è «Prendimi», ma anche «Piano Karate», suonata con gli amplificatori in saturazione. Prima di rientrare alla caserma di Coppito, per preparare il concerto della sera, c’è tempo per una breve sosta a Tempera, al quartiere del Progetto case, e ad Onna. Qui, Michele Castaldo della Protezione civile gli racconta la storia di Giulia Carnevale e del suo progetto che, dopo il sisma, è diventato l’asilo del paese. «È la cosa più sorprendente che ho ascoltato oggi», dirà poi Allevi. Sulla via del ritorno, il pianista pensa a quella che sarà la città del futuro. «La ricostruzione non deve dimenticare le peculiarità classiche del centro storico», spiega. Se la sua musica riscopre la tradizione classica per raccontare il nostro tempo, per la ricostruzione della parte storica si può pensare a un’impostazione di lavoro innovativa ma che rispetti il passato. «È difficile associare i due discorsi», sottolinea, «quando la musica ha le sue partiture e si suoi tempi, mentre la ricostruzione deve essere immediata e dare delle risposte concrete. Di fatto, quando compongo ho tutto il tempo di stabilire quando entra l’oboe ad esempio. Sono convinto, però, che la ricostruzione moderna di questa città debba preservarne identità. Il classicismo», prosegue, «non è un vezzo, ma qualcosa di importante per l’Aquila». Poi la sera il concerto, con l’auditorium gremito. Tutto esaurito già anche per il concerto di Gianni Morandi , di mercoledì prossimo. La cosa ha scatenato proteste da parte di lettori, che hanno chiesto spiegazioni alla Protezione civile, per il breve tempo a disposizione per le prenotazioni. Di qui la richiesta di poter utilizzare la palestra col maxi schermo come per Fiorello.

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