“Ci sentiamo verso le 21, subito dopo la première”. L’orario per l’intervista è piuttosto insolito, anche per uno come Enrico Melozzi, ma le sue indicazioni solleticano la curiosità: con la première in questione, lanciata venerdì alle 20 dal suo canale YouTube, il maestro teramano ha proposto per la prima volta il suo Concerto in Mi, opera per chitarra e orchestra da lui composta con l’intento dichiarato di “cancellare tutto ciò che è venuto dopo il Concerto d’Aranjuez di Joaquín Rodrigo”, un modo per prendere le distanze dall’avanguardia contemporanea che avrebbe, a suo avviso “allontanato il pubblico dalle sale da concerto”.

Si può tremare ed essere felici? Chiedetelo a Giovanni Allevi e alle sue mani che portano i segni di una dura battaglia contro un mieloma: davanti a un pianoforte le sue dita sono capaci di meraviglie. Quelle stesse dita che si trovano a muoversi involontariamente. “Quando succede”, si è trovato a dire il maestro, “mi piace ricorrere all’auto-inganno del cervello. Se mi tremano le dita penso che è bello, in fondo, che sta andando in scena la mia fragilità, che sono autentico, sono io”. Ieri Allevi ha incontrato la città nell’ambito della settima edizione di Semi (Storie di eccellenza, merito e innovazione). Un’iniziativa promossa dall’associazione

“Noi siamo liberi, liberi, liberi di volare”. Tra le ‘stories’ Instagram e Facebook di Vasco Rossi è comparso ieri un frammento video della canzone ‘I soliti’, che il cantautore di Zocca ha lanciato nel 2011, in una versione originale e partecipata registrata all’Aquila in occasione della Giornata mondiale della Salute mentale. Il video è stato registrato all’Aquila nell’ambito di un laboratorio ospitato dal Centro di salute mentale e dal Centro diurno psichiatrico che fa capo alla Asl 1. Un’iniziativa a cura di Stefano Ventruto, musicoterapeuta oltre che tecnico della riabilitazione psichiatrica e psicosociale. Già nel mese di marzo, l’attività di

>Quando le luci del palco allestito al Circo Massimo finalmente si abbassano, l’umidità in platea e sulle tribune laterali contrasta con le temperature ancora miti di una domenica di inizio autunno.  Una domenica in cui anche l’attesa dentro e fuori l’area concerto ha un suo perché. Tra Colosseo e Aventino, tanto ricorda i Pink Floyd, dalle t-shirt griffate ai disegni degli artisti in strada che immaginano il lato oscuro della luna. Anche le jam in strada segnano l’attesa, tra una “Wish You Were Here” voce e chitarra e una “Another Brick in the Wall” dalla lunga coda funky, con terzetto

Il 12 agosto 1984 moriva Fulvio Muzi. L’artista aquilano, protagonista della scena artistica e culturale abruzzese del Novecento, aveva da poco terminato il murale per l’aula del Consiglio Comunale che gli era stato commissionato per commemorare il 40esimo anno della Liberazione della città dall’occupazione nazista. Da quel 1984 altri quarant’anni sono passati. La ricorrenza ha spinto il Museo nazionale d’Abruzzo a omaggiare l’artista con una mostra realizzata proprio in collaborazione con l’associazione “ArteImmagine Fulvio Muzi” che porta il suo nome. La piccola ma significativa esposizione si sviluppa sui tre dipinti del pittore presenti nelle collezioni del Museo posti in dialogo

Migliaia di persone hanno partecipato anche quest’anno alla Notte europea dei ricercatori, in contemporanea in 15 città italiane. Ma a fare irruzione nella giornata di festa è stata la delicatissima situazione internazionale. Sulle pareti dei vicoli del centro sono comparse varie locandine molto simili a quelle ufficiali della manifestazione, recanti però didascalie polemiche su Leonardo, la società produttrice di armi contro cui studenti da tutta Italia hanno animato proteste fin dall’inizio della guerra a Gaza. La scelta di puntare il dito su Leonardo alla berlina non è certo casuale: la società pubblica italiana attiva nei settori della difesa, dell’aerospazio e

Tornerà nella sua città, lì dove tutto è cominciato, nel seminterrato di un palazzo del centro storico. Allora c’erano i Souleloquy, uno dei primi riconosciuti progetti di rap all’Aquila e lui si faceva chiamare StabbyoBoy. Il loro demotape di esordio era stato ribattezzato Ju Demo negli anni Novanta. Da allora StabbyoBoy, ossia Stefano Tartaglini, ne ha fatta di strada. Oggi un sempre maggiore numero di persone lo conoscono come Stabber ed è un produttore di riferimento per la scena pop e hip hop, con base a Milano. Tornerà all’Aquila come protagonista del Graduation Day Univaq, la giornata dedicata alla consegna delle pergamene

Partiamo dalla notizia: c’è stato un Rockin’1000 Portugal 2024 e ci sarà un Rockin’1000 Portugal 2025. Ad annunciarlo, dal palco centrale, è stato Fabio Zaffagnini, fondatore del gruppo rock più grande al mondo che ieri sera si è esibito a Leiria. Un concerto denso di sensazioni e contenuti, nello stile consolidato del marchio di fabbrica, tra ballate e classici rock a riempire due ore tirate e dense. In avvio, “Enter Sandman” dei Metallica ad accompagnare l’ingresso in campo dai due lati corrispondenti alle tribune sold out dello stadio metropolitano. Subito “Highway to Hell” e “Smells Like Teen Spirit” a definire la serata. A

Rockin’1000 – la più grande rock band al mondo – farà il suo debutto in Portogallo questo weekend con un concerto in programma sabato 14 settembre all’Estádio Municipal di Leiria. Sul palco ci sarà anche Nic Cester, entrato nella storia della musica internazionale con i suoi Jet. È atteso per un tributo al singolo ‘Are You Gonna Be My Girl’. “Abbiamo già collaborato con Nic per la composizione del nostro singolo ‘How We Roll’ ed è scattata da subito un’intesa che va oltre la musica – ha dichiarato Fabio Zaffagnini, fondatore del supergruppo -. Averlo in concerto con noi è