L’Aquila, musica e teatro: difendere ogni centimetro
18 Settembre 2020 Condividi

L’Aquila, musica e teatro: difendere ogni centimetro

Panni e oscuranti. Americane in alluminio. Sipari all’italiana, sipari alla greca. Carrucole e rocchetti, cavi audio e prese elettriche alla rinfusa ad occupare due terzi della stanza. La ripresa stagionale alla Casa del Teatro in via Ficara fa i conti con le nuove disposizioni anti-Covid e con un decreto in uscita ad ottobre volto a garantire la sopravvivenza delle realtà teatrali piccole, medie e grandi, importante avamposto culturale anche nella nostra comunità.

«Stiamo vivendo un momento difficile e delicato», valuta l’attore e regista Eugenio Incarnati, mentre è al lavoro nella progettazione del nuovo design della stanza con relative procedure di sanificazione. «L’allestimento deve fare i conti con la necessità di dimezzare i posti a sedere. Cosa che ci costringe a pensare ad almeno due repliche per ciascun spettacolo, ma anche alla diversificazione dell’offerta di questa struttura attraverso concerti e corsi nuovi per noi, come yoga. Del resto, abbiamo ancora un mutuo da estinguere, attivato per insediarci qui in piazza d’Arti».

Non è certo tutto rosa e fiori. Se l’estate ha permesso all’Aquila di vivere una stagione tutto sommato apprezzabile, con decine e decine di appuntamenti anche di rilievo tra Cantieri dell’Immaginario, Perdonanza e Maratona jazz, l’autunno alle porte riduce la possibilità di programmare eventi all’aperto.«Se non altro», riprende Incarnati, «l’emergenza ha rimesso il teatro al centro dell’agenda ministeriale. A livello regionale abbiamo cercato di unire la voce di tante realtà che si trovano in condizioni analoghe come ad esempio la cooperativa Fantacadabra di Sulmona. Ovvio che priorità ed esigenze del Teatro Stabile d’Abruzzo sono ben distinte da quelle dei teatri indipendenti. Ma è giusto lavorare su una rappresentanza anche a livello regionale».

Partirà sabato 26 settembre, con “Ab Hoc Et Ab Hac”, anteprima nazionale di e con Daniele Parisi, la stagione 2020/2021 di Spazio Rimediato, struttura in via Fontesecco, alle porte del centro. Già dall’inizio dell’estate, la sala è stata riorganizzata per adeguare le sedute alle norme Covid. Si parla di 32 posti. «Stiamo dando al palco un allestimento diverso», ricorda Giuseppe Tomei che cura la direzione artistica e la formazione in scrittura creativa.

«Alcuni spettacoli hanno dovuto modificare la regia per permettere il giusto distanziamento con il pubblico. Faremo due repliche per spettacolo, alle 19 e alle 21». Le sue parole sono continuamente interrotte dal rumore dei lavori post-sisma in corso su via Fontesecco. «Abbiamo fatto i conti con il terremoto e il lockdown», sottolinea, «abbiamo sviluppato dei buoni anticorpi». Situazione analoga anche al teatro Nobelperlapace di San Demetrio.

«La nostra sala ha subito una drastica riduzione del numero dei posti», ricorda Giancarlo Gentilucci, direttore artistico di Arti e Spettacolo che opera nella struttura. «Anche noi faremo più di una replica per ciascun spettacolo. Riprenderemo i corsi che abbiamo sempre proposto, anzi incentiveremo con nuove idee riguardanti la musica, anche chitarra flamenco. Attiva anche una sala lettura. Per quanto riguarda le produzioni, abbiamo scelto di debuttare con un nuovo spettacolo al lago Sinizzo, luogo a cui siamo molto affezionati.

Debutteremo a Bologna con una coproduzione e abbiamo in programma due residenze artistiche con Giacomo Vallozza, Cesar Brie Antonio Attisani. Anche Tsa, Isa, Solisti aquilani e la società concertistica Barattelli faranno i conti con le platee dimezzate, con il Ridotto del Teatro che ridotto lo è davvero e un auditorium Renzo Piano che non può superare i 70 paganti a spettacolo. «Questo», spiega Fabrizio Pezzopane, direttore artistico alla Barattelli, «comporterà una drastica diminuzione degli abbonamenti da mettere in vendita».

Situazione drammatica per la musica leggera, pop e rock che normalmente trova spazio nei pub e locali cittadini. «Fino a quando si potranno fare eventi all’aperto”, spiega Giuliano Cervelli della libreria Polarville e dell’associazione Novenove City Rockers, «sarà possibile vedere qualcuno suonare. Al chiuso sarà difficilissimo garantire uno standard minimo. Noi purtroppo siamo fermi».

di Fabio Iuliano – fonte: il Centro