Nei peggiori bar dell’Aquila / 25
Che strano effetto fanno gli edifici di notte, quando sembra tutto più piccolo, più vicino. Sai bene che forme e distanze sono le stesse del giorno, ma la luce artificiale disegna prospettive inedite tra gli strati cutanei del conscio. Alle 3,45 quasi non ricordi se ti sei svegliato troppo presto o devi ancora andare a dormire. Il bancone è semideserto. Un tipo sulla quarantina scende da un’auto grigia in bomber, pigiama e scarpe da tennis. Sembra avere le idee chiare: “Cornetto, caffè e cappuccino”. “Tutto insieme?”, fa il barista con un’inflessione che tradisce origini della zona della Sabina. “Beh, veda
Pentothal, spot festival teatrale
Non solo teatro, ma anche musica, poesia, letteratura, attualità e fumetti in una serie di quadri sperimentali da dieci minuti. Ecco Pentothal, l’appuntamento di Teatrabile ideato da Eugenio Incarnati con la collaborazione di Alberto Santucci e Alessandra Tarquini in programma alla casa del Teatro di piazza d’Arti (via Ficara) il venerdì. Pentothal chiama tutte le persone, provenienti dai più disparati ambiti, ad esprimersi sotto i riflettori. Si presenta come uno “spot festival teatrale”, fatto di interventi da dieci minuti, incursioni in ambiti culturali molto distanti fra loro. Tutti possono fare delle proposte per Pentothal. Il prossimo appuntamento c’è venerdì 15
Daria Colombo e l’Italia di chi guarda la luce
Sabato 9 novembre 2019: una giornata da ricordare. E’ stato bello ospitare nuovamente, in libreria, un’amica come Daria Colombo con il suo nuovo libro “Cara Premier ti scrivo”. In un contesto narrativo delicato e coinvolgente, nei suoi sette racconti che si fondono come fossero singoli pezzi di una costruzione più ampia e coerente, Daria evidenza alcuni mali del nostro tempo. Abbiamo ascoltato le sue storie che fuggono da ogni forma di rassegnazione. C’è ottimismo, c’è coraggio verso un futuro che sogna e attende un mondo migliore. E’ stato questo il grande messaggio di speranza che è emerso nell’incontro presso la libreria Maccarrone (il buon
Daria Colombo, la passione contro i populismi
Un paio di anni fa Massimo Priviero, cantautore di origini venete ma milanese di adozione, si è trovato a raccontare l’Italia cantando sugli accordi di tredici ballate sovrapposte ad altre storie raccolte su e giù per la Penisola. Quello stesso contesto che fa da sfondo al nuovo libro di Daria Colombo, “Cara Premier ti scrivo” (La nave di Teseo): sette racconti che si propongono come un romanzo corale e parlano del nostro presente, delle sue criticità e delle nostre aspettative, di amori e distanze. Storie di vite comuni raccontate a cavallo di Ferragosto dello scorso anno: vite affacciate sullo stesso
Andalusia del cemento, sulle strade del jazz
Suggestiva la descrizione del viaggio di Lorca a New York a cura del portale Tutùm. “Dalla sua terra oltre oceano, la rossastra Andalusia dagli echi arabo-gitani”, si legge, “il poeta era arrivato nel nuovo continente per studiare alla Columbia University di New York. La sua ultima raccolta, Romancero Gitano (1928), aveva sostenuto difficilmente – come la gran parte dei best-seller – le dure accuse della critica. La sua storia d’amore impossibile con Salvador Dalì era ormai giunta al termine dopo gli infiniti ostacoli che l’avevano tormentata. Perfino il suo amante, Emilio Aladren, l’aveva lasciato per una donna. Quando Federico Garcia Lorca seppe che il professore amico
Il mio eroe del giorno è Jean-Marie, un runner francese forte di un bel 3 ore e 30 alla maratona di Berna, tempo non dichiarato però al momento dell’iscrizione qui a New York. “Così non possono che farmi partire alla quarta onda e cioè in coda al gruppo, perché a me del risultato sportivo non frega più di tanto”, dice. “Sono qui, invece, per godermi la festa, non ho nessuna fretta”. Me lo ritrovo sulla linea di partenza della quarta onda, appunto, l’ultimo scaglione a salire sul ponte di Verrazzano: quando senti il cannone dello start alle 11 sai che
“It will move you – ti commuoverà”, le aspettative dalla vigilia erano affidate allo slogan ufficiale della manifestazione che, in inglese, si propone come un gioco di parole che fa leva sulle emozioni, ma anche sul movimento. Ventisei miglia e poco più, ossia 42 chilometri e 195 metri attraverso i cinque distretti di New York, in un percorso che ti spinge a godere di ogni singolo passo, se non altro per il sostegno quasi surreale del pubblico ai bordi delle strade. La maratona delle maratone, giunta alla 49esima edizione con oltre 55mila partecipanti e più di 2 milioni di spettatori muniti
New York, il brindisi post-maratona
Brindisi celebrativo per il piccolo gruppo di aquilani in gara alla 49 esima edizione della Maratona di New York che si è appena conclusa sulle strade della Grande Mela. Con la medaglia da finisher al collo, Alessandra Gabriele, Claudio Verini e Fabio Iuliano, si sono ritrovati nella caratteristica Keens Steak house sulla 36 esima strada, accompagnati dai familiari e da Maurizio Dionisio, veterano delle maratone, con al suo attivo ben 7 partecipazioni alla sola gara di New York e, soprattutto, al medaglia delle sei majors, assegnata a chi riesce a finire le principali maratone al mondo. Caratteristica del locale, specializzato in carne, la presenza di
«Una volta che abbiate conosciuto il volo camminerete sulla terra guardando il cielo, perché là siete stati e là desidererete tornare». Le parole di Leonardo da Vinci, il fascino intatto del suo genio a cinquecento anni dalla morte, le istruzioni di volo per le generazioni future. Contenuti che si sovrappongono e vengono riproposti in chiave jazz in un’opera composta e diretta da Stefano Fonzi, musicista originario dell’Aquilano ma marsicano di adozione. Prendendo spunto da due grandi opere di Leonardo conservate nei Musei Reali di Torino, Il codice del volo e L’autoritratto, il maestro Fonzi ha costruito un’opera originale che lunedì