8 Maggio 2020 Condividi

Coronavirus, i nuovi poveri e la criminalità organizzata

La crescente crisi economica e sociale legata all’emergenza Coronavirus riafferma un principio semplice, ma quanto mai drammatico e attuale: “La mafia ha bisogno di gente povera, perché quando una persona ha bisogno di mangiare è disposta a tutto”. Tanti gli allarmi sulla criminalità organizzata lanciati, anche dalla stampa estera, in questi ultimi giorni.

Lo stesso Roberto Saviano, sul Guardian ha ricordato quanto le epidemie rappresentino “una grande occasione per molti affari: la velocità nel creare gare d’appalto, lo stanziamento di fondi straordinari, la possibilità di movimentare merci e denaro senza la normale pressione dei controlli di polizia sono manna per la classe imprenditoriale. Speculare sui bisogni è l’arte del profitto, e le mafie sono la massima espressione di quest’arte”.

Una condizione analoga a fasi successive a terremoti, alluvioni o altre calamità naturali. Prestiti, offerte di acquisto stanno arrivando in molte aree d’Italia il cui asset economico e finanziario sta facendo i conti con due mesi di stop. Proprio in tal senso, apppaiono significative iniziative di solidarietà compiute da reti sociali che si coordinano su diversi ambiti territoriali per dare una risposta immediata ai bisogni di prima necessità. Anche la Bbc si è occupata di questa situazione.

 

A Crotone, mi è capitato di entrare in un emporio solidale istituito grazie a una sinergia di vari termini promotori (Comune di Crotone, Caritas, Provincia di Crotone, Associazione Libera, Arci, Cooperativa Noemi, Fondazione Caloiro, Mensa di Padre Pio, Croce Rossa Italiana, Kroton Community e Baobab). Lattine di fagioli, succhi di frutta in brick, pacchi assortiti di pasta, ma anche passeggini e cibo in polvere e poi libri occupano gli scaffali di un supermercato solo all’apparenza come tanti altri. Qui, infatti, puoi comprare cibo e altri elementi essenziali per la sopravvivenza.

La differenza, però, è che non si paga in denaro ma in punti. Venticinque a settimana: è quanto concesso a ogni persona o nucleo familiare che accedono allo spaccio grazie a una speciale tessera rilasciata col contributo simbolico di due euro. Ai tesserati vengono assicurate settimanalmente le provviste per tirare avanti. Alla mafia serve che la gente sia povera, perché si è nel bisogno si diventa disposti anche a commettere delle azioni criminali. Obiettivo di iniziative come l’emporio è quello di spezzare questa catena.

di Fabio Iuliano – fonte: AgoraVox