Musicisti, attori, scrittori, scienziati: insieme in una lunga diretta streaming e YouTube per raccontare al mondo come gli italiani stanno reagendo a questa grave emergenza sanitaria. Per dimostrare come “stare a casa” possa essere anche l’occasione per fare qualcosa di straordinario. Ma soprattutto per promuovere una raccolta fondi volta a sostenere medici, infermieri e le strutture che stanno offrendo assistenza nei territori più colpiti dal contagio. Tutto questo è l’Italia chiamò, maxi diretta web di 18 ore, in onda oggi dalle sei a mezzanotte in live streaming dalle 6.00 alle 24.00 su www.litaliachiamo2020.it, su YouTube e su centinaia di altri
Marco Valeri e la metafora “medica” del disastro
Nello scrivere il suo monologo non poteva certo immaginare che la metafora utilizzata per raccontare i fatti del 6 aprile 2009 fosse di stretta, strettissima attualità. Marco Valeri, attore e regista aquilano, si è limitato a ideare, concepire il suo spettacolo “Il dottore e lo specialista… metafora di un disastro”, prendendo spunto da una sua lettera scritta ai propri concittadini alle prese con una ferita che dopo 11 anni è ancora aperta, approfondendo vari aspetti legati a quegli eventi tragici. Una ferita individuale e collettiva ancora lungi dal cicatrizzare. Eppure, l’immagine “sanitaria” giunge alle nostre orecchie con un’eco diversa, in
Covid 19, un terremoto nel terremoto
Mattina, interno giorno, 18 gennaio 2017: i sismografi registrano varie scosse superiori al 5 di magnitudo. La tentazione è quella di aprire la porta e scappare. Ma fuori c’è la neve a scoraggiare qualsiasi iniziativa. Di lì a qualche ora succederà l’impensabile: i movimenti sismici scateneranno quella concausa di eventi che porteranno alla tragedia di Rigopiano e all’isolamento di tanti piccoli Comuni e la tragedia di Rigopiano. Ma questa è un’altra storia da dimenticare. Ciò che resta, di quei giorni, è la sensazione di smarrimento, tutt’altro che inedita per una comunità di persone chiamate da anni a ripensare le sue
r(E)sistere: prima puntata
«Siamo stati anni in zona rossa, due o tre settimane ci rimbalzano». Ben lungi dal voler ostentare sicurezza, anzi, piuttosto preoccupato per l’emergenza di questi giorni e le possibili ripercussioni sulla sua attività, Marcello Bernardi affida queste parole all’inizio della sua giornata, prima di dedicarsi a sistemare chitarre e bassi negli espositori igienizzati e sanificati con cura. Titolare di Musicaviva, sa bene cosa vuol dire fare conti con punti di riferimento sempre inediti, in cui si passa da un’emergenza all’altra. Prima il terremoto, a costringere la sua attività a lasciare il centro storico e affrontare diversi traslochi, oltre a una
Radio MusicAq, suoni e racconti in streaming
Una web radio per condividere suoni e storie di musica dalle case di una città come L’Aquila che per 11 anni sta vivendo le sue zone rosse. Ecco Radio MusicAq, disponibile in streaming sulla web-app ufficiale. “Per una precisa scelta editoriale”, viene spiegato, “in questi giorni abbiamo evitato di parlare di Coronavirus perché è un argomento sul quale non abbiamo nessuna competenza e, quindi, non azzardiamo nessuna affermazione. Riteniamo di poter assolvere meglio al nostro ruolo nella collettività limitandoci a trattare la materia che più conosciamo e pratichiamo: la musica. E ciò anche a costo di una minore visibilità, dato
I Pearl jam rendono disponibili online 400 live
Due buone notizie arrivano da Seattle, almeno sul fronte musicale. Dopo aver posticipato le date americane, i Pearl Jam confermano al momento il tour europeo (così come riporta Pearljamonline.it) e rendono disponibili online oltre 400 concerti su nugs.net da ascoltare e vedere on demand. C’è comunque un piccolo prezzo da pagare, 0,99 $ per tre mesi contro i 12,99 di prima, ma è un buon modo per attendere “Gigaton” a fine mese. “Data la situazione in rapida evoluzione”, si legge sul sito ufficiale della band, “riteniamo che i concerti europei siano troppo lontani per essere posticipati ora. Continueremo a valutare
Pearl Jam, rinviato il tour del Nord America
“Abbiamo e manterremo sempre la sicurezza e il benessere dei nostri sostenitori come una priorità assoluta” Così i Pearl Jam, in un lungo comunicato divulgato sui social hanno motivato la scelta di posticipare la parte nord-americana del tour di “Gigaton”, album in uscita il 27 marzo, a causa delle ripercussioni legate alla diffusione del Coronavirus che negli Usa vede Seattle, città di origine della band, tra i primi focolai. “Qui a Seattle – si legge nella nota divulgata anche attraverso i social – stiamo assistendo ad una situazione che non vorremmo vedere per nessuno. Ciò che desideriamo per il resto
No, non è la stessa cosa guardare dalle finestre di questa città agli svilupppi delle controverse dinamiche legate al coronavirus: il senso di smarrimento non è affatto inedito per una comunità di persone chiamate già 11 anni fa a ripensare le sue giornate. Però il sisma aveva spinto una parte di città a reagire, cercando o reinventando dei momenti e luoghi di incontro per “tenere botta” tutti insieme. Quegli stessi riferimenti che ora vengono a mancare a causa delle importanti misure di sicurezza introdotte dai nuovi Dpcm. Un’emergenza che arriva in mesi dove tutto sommato la città stava tornando a