È “SOSpesa” il nome – provvisorio o definitivo sarà il tempo a dirlo – del gruppo orizzontale che alcuni cittadini aquilani stanno costituendo per fare spesa e consegnarla a domicilio alle famiglie che fanno fatica anche a trovare i soldi per acquistare da mangiare. Prima un tam tam sui social, poi un minimo di organizzazione che, per il momento, resta confinata alle mura cittadine. Il gruppo accetterà donazioni, anche piccole, da parte di chiunque possa permetterselo e garantisce il rispetto della privacy sia per i donatori sia per i beneficiari. “Ci sarà un conto corrente sempre ispezionabile da tutti”, viene

“I mutamenti che deriveranno da questa drammatica esperienza, spero che inducano le persone chiamate a governare il mondo ad attivare strategie e interventi che mirino alla realizzazione di un rinnovato pianeta di pace, divenendo così essenziale il processo di educazione indirizzato alla solidarietà sociale, che non può più avere il carattere della temporanea circostanza”. Lo dice il professor Francesco Barone, docente al dipartimento di scienze umane dell’Università dell’Aquila, con all’attivo oltre cinquanta viaggi umanitari in Africa, portavoce del premio Nobel per la Pace 2018, Denis Mukwege, che ha denunciato la catastrofe umanitaria in Congo, con centinaia di migliaia di donne

Iniziativa interessante quella del gruppo Facebook “Io Compro Abruzzese”, nato da un’idea di Fabrizio Basco che è anche amministratore della sinergia social. “Pubblicizza la tua azienda il tuo prodotto, la tua offerta di lavoro o di collaborazione! Aiuta la nostra Regione postando video dei tuoi prodotti rigorosamente abruzzesi”, questo l’invito che riceve chi è coinvolto nel gruppo. Una proposta particolarmente significativa in questi giorni di emergenza legati al Coronavirus. Ci sono alcune regole da seguire come la gentilezza e cortesia: “Siamo tutti in questo gruppo per creare un ambiente accogliente. Trattiamo tutti con rispetto. I dibattiti sani sono giusti, ma è necessario sempre comportarsi

Le note di Deborah’s Theme, una delle composizioni più intense e delicate della colonna sonora di C’era una volta in America, firmata Ennio Morricone, riempiono una deserta piazza Navona. Il delay della chitarra di Jacopo Mastrangelo – immortalato con una casacca della nazionale di rugby – regala una versione inedita che riporta chi ascolta all’atmosfera sospesa del film capolavoro di Sergio Leone (1984). La canzone parte subito dopo i rintocchi delle campane della piazza capitolina. Il video di Fabio Mastrangelo, girato su un’alta balconata da una prospettiva che inquadra i tetti di Roma, mostra anche un tricolore che sventola.

Senza fissa dimora

Nella Messa a Santa Marta, il Papa ha rivolto il suo pensiero a quanti in questo periodo non hanno una abitazione. “Preghiamo oggi per coloro che sono senza fissa dimora, in questo momento in cui ci si chiede di essere dentro casa. Perché la società di uomini e donne si accorgano di questa realtà e aiutino, e la Chiesa li accolga”

“Signor Cash, se avesse il tempo di cantare una canzone, una sola, per lasciare un ricordo prima di diventare polvere, canterebbe una canzone che parla della sua pace interiore e di come vuol gridare al mondo che lei l’ha trovata, oppure canterebbe qualcosa di vero, qualcosa che sente realmente?” Per quanto gli sceneggiatori di Walk the Line – il film tributo a Johnny Cash, interpretato da Joaquin Phoenix – possano aver romanzato il primo incontro con l’impresario discografico, non riesce difficile immaginare il momento in cui si sia sentito richiedere di tirare fuori quell’unica canzone con cui avrebbe “detto al Signore che cosa pensa del

Nella tempesta

“La tempesta smaschera vulnerabilità e lascia scoperte le false sicurezze con cui abbiamo riempito le nostre agende…”

“L’arte avrà una narrativa davvero forte per poter raccontare una situazione così paradossale da essere inaspettata da tutti”. Nel giorno dell’uscita del loro “Event Horizon”, i Matinée guardano a un presente che non avrebbero mai immaginato. Un presente sospeso in grado, giocoforza, di accompagnare i messaggi del loro album – targato Neon Tetra Records e distribuito in Italia da Audioglobe – con un significato più profondo: Definiti da Carl Barat dei Libertines come “la risposta italiana alla musica indie dei Naughties”, i Matinée sono un quartetto composto, pescando tra i musicisti della costa abruzzese, da Luigi Tiberio (voce, chitarra, synth), Alfredo Ioannone (voce, basso), Giuseppe Cantoli (chitarra) e Alessio Palizzi (batteria). Il lavoro dei

No, non potevano prevedere tutto questo, neanche lontanamente. Eppure, tra le strofe di “Gigaton” in uscita internazionale – nonostante i comprensibili problemi di distribuzione – ci sono vari, inequivocabili, messaggi subliminali che ci aiutano a capire le contraddizioni del presente. Le domande sospese di Love Boat Captain, una delle canzoni più significative di “Riot Act” (2002), trovano ora risposta in un album che accarezza il presente liquido già dalla prima canzone Who Ever Said: un rock dritto dalle chitarre pulite che accompagna una voce che spinge fino al messaggio chiave: “Tutte le risposte si trovano negli errori commessi”. Un suono