La pandemia ha fatto registrare un calo delle compravendite immobiliari nelle regioni italiane. L’Abruzzo non fa eccezione, con un calo rilevato al termine del 2020 del 9,5%.    Lo rivela una ricerca del Centro studi ImpresaLavoro realizzata su elaborazione di dati del Rapporto Immobiliare 2021, l’ultimo divulgato dall’Agenzia delle Entrate. Nel 2020 la stima del valore di scambio della compravendita degli immobili residenziali ammontava a 89.058 milioni di euro a livello nazionale. L’1,3% è la quota compravendite registrata in Abruzzo. In calo anche i mutui ipotecari. Il totale del capitale erogato nella Penisola nel 2020 è 35.886 milioni di euro.

A quasi 13 anni dal terremoto che il 6 aprile 2009 ha devastato L’Aquila e il suo comprensorio, l’andamento della ricostruzione e il progressivo rientro di cittadini e negozi nel centro storico hanno restituito a quest’area un valore immobiliare medio simile a quello di altri capoluoghi di provincia di altre regioni dell’Italia centrale. Tuttavia, secondo quanto riportato da uno studio di Immobiliare.it, «permane una differenza sensibile di prezzi tra il centro e le immediate periferie, con borghi e frazioni più distanti». Questo si evince dalle stime elaborate sul valore immobiliare. «Nel corso del febbraio 2022», riporta Immobiliare.it, «il prezzo medio

“Chi non ha visto don Abbondio, il giorno che si sparsero tutte in una volta le notizie della calata dell’esercito, del suo avvicinarsi, e de’ suoi portamenti, non sa bene cosa sia impiccio e spavento. Vengono; son trenta, son quaranta, son cinquanta mila; son diavoli, sono ariani, sono anticristi; hanno saccheggiato Cortenuova; han dato fuoco a Primaluna: devastano Introbbio, Pasturo, Barsio; sono arrivati a Balabbio; domani son qui: tali eran le voci che passavan di bocca in bocca; e insieme un correre, un fermarsi a vicenda, un consultare tumultuoso, un’esitazione tra il fuggire e il restare, un radunarsi di donne,

Yaakov Billig si sistema la kippah prima di entrare nei locali sottostanti la parrocchia di San Mario. Accanto a lui, suo fratello Shalom che saluta la signora Giovanna de Nardis dicendo: “Se non fosse stato per tuo padre, non saremmo qui ora. Siamo felici di essere qui a parlare di pace”. Il padre della signora Giovanna era Mario de Nardis, funzionario della Questura, addetto al servizio internati, che riuscì a salvare centinaia di ebrei dal rastrellamento e dalla deportazione, sviando il Comando tedesco, fornendo false generalità o avvisando tempestivamente le famiglie per metterle in condizioni di sfuggire alle persecuzioni naziste. Molti episodi avvennero a Navelli. L’impegno

Non solo lavoro da remoto in un’ottica sempre crescente incoraggiata dalle circostanze del momento. Non solo condivisione di spazi di lavoro e reti di connessione. Quella del co-working, ossia l’ufficio condiviso è una realtà che si sta via via consolidando. Secondo l’osservatorio di E-work, Agenzia In Italia, entro il 2024, sarà scelto dal 38% dei lavoratori. Una soluzione alternativa all’ufficio tradizionale prediletta anche da start up e aziende piccole e medie, in quanto “al di là della condivisione degli spazi, si creino le condizioni per una contaminazione virtuosa di idee e progetti che possono arrivare a incidere in termini sensibili

n messaggio di speranza attraverso la musica, un abbraccio che unisce e che ci fa guardare oltre. L’abbraccio tra il soprano ucraino Liudmyla Monastyrska e il mezzosoprano russo Ekaterina Gubanova hanno lanciato dal palcoscenico del San Carlo di Napoli al termine dell’ultima replica dell’Aida. Un messaggio di pace acclamato dalla platea. Leggi anche: Sean Penn in Ucraina per un documentario Liudmyla Monastyrska, 46 anni, nata a Irkliiv, e Ekaterina Gubanova, 43 anni moscovita, avevano già cantato nella stessa opera di Verdi al Met e a Vienna. Un bel rapporto che nei giorni scorsi aveva ricordato con un post su Istagram, la Gubanova ritratta con l’amica

Le mie ali solide

Io credo che al gabbiano Jonathan Livingston non facesse più alcuna differenza se qualcuno, dalla costa, avesse interesse per le sue evoluzioni in aria. Era troppo concentrato a scegliere l’angolazione giusta, calibrare velocità e distanza. Valutare l’attrito, studiare forza e direzione del vento per cercare di volare più tempo e più a lungo possibile. “Il resto si fotta” avrebbe pensato. Paradossalmente, il rifiuto del resto dello stormo gli aveva consegnato un paio di ali ancora più solide. (Così domenica a Pescara, poco dopo l’alba). #pensieridicorsa

In Abruzzo gli investimenti in educazione e formazione nell’ambito del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) dovranno fare i conti con le specificità del territorio. È quanto sostiene l’Osservatorio Abruzzo.    “Stimolare la crescita di un territorio, significa porre in essere politiche pubbliche che rafforzino il grado di conoscenze della popolazione, a partire dai percorsi nei luoghi dell’istruzione”, si legge in una nota a cura del progetto di Fondazione openpolis, Etipublica, Fondazione Hubruzzo, Gran Sasso Science Institute e StartingUp. “In Abruzzo – si legge in una nota del progetto – il 9,75% dei minori vive in un comune periferico

«Ma Giuliani, Giuliani, Giuliani lo sa. Lo sa che ’na scossa la po’ refà… e di nuovo Pesciò dice che era da 3, l’era ittu Giuliani». Domà, l’omaggio dialettale alla canzone “Domani”, restituisce icone, simboli, suggestioni e protagonisti di quei difficili mesi del post-terremoto. E non è un caso se la canzone si sofferma a lungo su Giampaolo Gioacchino Giuliani, scomparso ieri a 74 anni dopo una breve malattia. Ex tecnico dell’Istituto di Fisica dello Spazio interplanetario distaccato dai Laboratori nazionali del Gran Sasso, si è specializzato ed è diventato celebre per le sue ricerche in merito alla possibilità di “annusare” terremoti, attraverso