i intitola “È sempre domenica” il nuovo romanzo di Mariaester Graziano, pubblicato da Eccetera edizioni. Un uomo rintraccia la sua memoria mentre sua madre sta perdendo per sempre la sua. Due percorsi inversi che li porteranno a incontrarsi in un tempo dilazionato “un sempre domenica”. Ma ci sarà anche un percorso di vita parallela con la madre confrontato sul suo rapporto coniugale e quello dei suoi genitori. Il volto di donna che spicca nella copertina con contrasti in chiaroscuro, è dall’autrice definito un liquore di ricordi antichi. Sulla quarta di copertina, invece, la scrittrice ci regala un piccolo brano estrapolato dalla sua storia: “Io

Il festival di Pinewood dell’Aquila si propone come una commistione di generi che esplorano il panorama indie nello Stivale. Con cinque dischi all’attivo, una partecipazione al Festival di Sanremo e un album che ha debuttato nella top 5 dei dischi più venduti e ascoltati in Italia, Willie Peyote è forse l’ospite più atteso della giornata (parco ex Reiss Romoli ore 21), terza sulla carta ma di fatto solo seconda, in quanto il maltempo ha costretto gli organizzatori a interrompere e annullare la programmazione dei concerti inaugurali. Attenzione però ai nomi che affiancano il rapper torinese nella line up della serata tra il

Un assaggio, durante il weekend jazz, il pubblico lo ha avuto con le performance di Virgilio Sieni. Ora la città si prepara per una quattro giorni tra arte, teatro, musica e danza che renderanno L’Aquila un laboratorio urbano di creatività e sperimentazione, coinvolgendo cittadini di tutte le età. Parliamo di Performative.01, la cui prima edizione si intitola Contact(less) ed è realizzata dal Maxxi in collaborazione con l’Accademia delle Belle arti che per l’occasione riapre al pubblico il proprio teatro. Un evento capace di coinvolgere tutta la comunità artistica, culturale e scientifica. «Con l’Accademia», spiega Bartolomeo Pietromarchi, «abbiamo iniziato a collaborare

Entra nel vivo, il Pinewood festival, appuntamento per eccellenza per la musica indie in programma al parco ex Reiss Romoli dell’Aquila fino a domenica. In scena artisti come Frah Quintale, Aiello, Tutti Fenomeni, Bnkr44, Vipra e Gazzelle, tra gli altri. Oggi è la volta di Esseho, bravo a raccontare in musica l’intimità della sua vita, così come di Ariete, al suo primo tour. Con una chitarra e molto da raccontare, la giovanissima si sta facendo strada con il suo “Bedroom Pop. Ben riuscito il singolo L’ultima notte. Sul secondo palco si esibiranno Lozzy e Sirente. Oggi, però, è soprattutto il giorno di

“Di là, dopo sei giorni e sette notti, l’uomo arriva a Zobeide città bianca, ben esposta alla luna, con vie che girano su sé stesse come in un gomitolo, dopo sei giorni e sette notti, l’uomo arriva a Zobeide città bianca, ben esposta alla luna, con vie che girano su sé stesse come in un gomitolo”. La gru si muove lentamente da destra a sinistra, catturando lo sguardo dei curiosi. Le note della banda Armonie sirentine indicano il finale di “Guarda che luna” di Fred Buscaglione, mentre Alessandro Lucci pesca una delle città invisibili di Italo Calvino, per parlare di sogni e desideri a

“Siamo fatti di cuore e di strada, una strada che non finisce mai. Però credetemi, questa non è una brutta notizia”. Dal palco del teatro del perdono, allestito all’Aquila, davanti alla basilica di Collemaggio, Simone Cristicchi descrive un viaggio chimerico in un mondo ideale. Un mondo in cui “non ci si deve aggrappare ai motori di un aereo per cercare una vita migliore”. Le sue parole accarezzano le suggestioni evocate 50 anni prima da una canzone rimasta nel cuore di generazioni di appassionati di musica e non. Una canzone considerata plebiscitariamente “brano del XX secolo”: Imagine. Gino Castaldo si trovò

Le corde vocali di Federica Di Stefano accarezzano le note di Beautiful that way, il motivo principale scelto da Roberto Benigni per “La vita è bella”. Una scelta forse insolita per un rito funebre, ma che inconsapevolmente intercetta le parole di don Alessandro Benzi nell’ultimo saluto a Federico Fiorenza, 80 anni, storico direttore del Teatro stabile d’Abruzzo, persona di riferimento per generazioni di attori e operatori culturali, dentro e fuori le scene. «In tanti in queste ore», rimarca il sacerdote nel corso della funzione a San Bernardino, «hanno ricordato i riconoscimenti e gli obiettivi raggiunti nella sua lunga carriera. Io voglio invece concentrarmi sulla sua capacità di

“È molto emozionante per noi artisti tornare in scena dopo tanto tempo. Portiamo sul palco tanta voglia di ripartire che rappresenta una scelta ben precisa: quella di portare attraverso la musica la serenità di cui tutti abbiamo bisogno”.  Cinquantasette anni compiuti – e portati benissimo con o senza microfono – Cristina D’Avena sale sul palco a metà serata, nel mezzo dell’esibizione della Bim Bum Bam Band. Il suo concerto, appuntamento conclusivo all’Aquila della tre giorni fantasy, “Sulle tracce del drago” ha richiamato bambini di tutte le età. Centinaia di persone davanti all’Emiciclo, sede del Consiglio regionale: 500 posti assegnati, ma tanta gente 

L’omaggio velato a Fabrizio De André, ai Beatles e Chico Buarque sui tasti del pianoforte a coda di Danilo Rea. I ritmi sincopati di Roberto Gatto. Loop station ed effetti in grado di tradurre e sintetizzare le “Serpentine” di Ludovica Manzo o le evoluzioni sulle corde del violino di Luca Ciarla o Anais Drago Solitudo. Ma anche le performance in movimento di Virgilio Sieni, Israel Varela e Karen Lugo “Made in Mexico”, con la danza intesa come elemento ritmico musicale oltre che fisico. Sono tanti i momenti salienti di questa settima edizione del “Jazz italiano per le terre del sisma” che ieri si è conclusa all’Aquila con un lungo concerto finale a San Bernardino. Il pescarese Claudio Filippini (pianista), Riccardo Brazzale (direttore d’orchestra/compositore), Francesco Mariotti (direttore Pisa