L’Aquila, cinquecento ritratti per r-esistere
“Life”. Vita. Attimi, smorfie del viso, ricordi, parole che scivolano dal silenzio. Oggetti. Ben cinquecento. Ognuno a raccontare una passione, un progetto, oppure solo la voglia di guardare avanti, oltre quella notte. «Sei aprile 2009, una data che ha cambiato non solo la mia vita ma anche quella di coloro che, come me, hanno vissuto l’esperienza del terremoto. Sogni, progetti, quotidianità, sono mutati», scrive il giovane fotografo Federico Luzi, a proposito del suo progetto “La casa è dove qualcuno ci ricorda”. Cinquecento ritratti, realizzati nei mesi del post-sisma, per raccontare altrettante storie. «Nel 2009», racconta, «ero un semplice appassionato di fotografia
Sei aprile 2009-2018
Ritrovarsi nel silenzio. In una notte che è di tutti. Perché, a nove anni da quella scossa maledetta, chi è rimasto sa bene che ogni giorno c’è da riscoprire insieme la voglia di guardare avanti. «Molti di noi portano dentro un dolore grande, per questo è importante affrontare insieme il ricordo di questa tragedia e cercare un’elaborazione del lutto non più e non solo individuale, ma anche collettiva», spiega Ilaria Carosi. Parla come psicologa, ma anche come sorella di Claudia, giovane avvocatessa vittima del sisma. Quella voglia di guardare avanti declinata negli sguardi di tanti giovani e giovanissimi. Alcuni di loro forse anche
Paris Lithium: che giorno è oggi?
“It’s better to burn out than fade away” (Neil Young) “Che giorno è oggi? Otto anni fa – otto anni esatti – Kurt si è immolato agli ingranaggi dello showbusiness, come aveva fatto due anni prima Andy Wood e prima ancora Jim Morrison, proprio qui a Parigi. E tanti altri ancora, in diretta o in differita. Con gli obiettivi già puntati addosso. Fare audience sarebbe questione di un attimo. Sono in pericolo, non posso restare qui a lungo. Devo muovermi. Mi troveranno comunque, ma almeno sarò un bersaglio in movimento. È l’unico modo che ho di salvarmi.” (Parigi, 5 aprile
Il Neverending tour a Roma con Dylan
È una scaletta incentrata più sugli ultimi anni che sugli esordi: ben tredici brani sono pescati dai dischi pubblicati dal bardo di Duluth tra gli anni '90 e gli anni 2010. I nuovi concerti sembrano raccontarci molto di quello che è il Dylan di oggi: pacato, maturo, riflessivo
Simona Molinari videoclip aquilano per Maldamore
Le porte dell’ex ospedale psichiatrico di Collemaggio tornano a svelare dei fiori nascosti. In aprirle, stavolta, sono i ritmi latini di Simona Molinari in un video clip diretto, montato e post-prodotto da suo fratello Massimo, con l’aiuto alla regia di Stefano Ianni, la fotografia di Francesco Colantoni, le scenografie di Mardin Nazad (coadiuvata da Vittoria Giampaolini e Daniele De Santis), i costumi di Jessica Di Martino e le coreografie di Alessio Colella. Un team tutto aquilano, dunque, ad accompagnare Maldamore, il nuovo singolo di Simona Molinari che anticipa il nuovo progetto di inediti della cantante. La canzone, scritta in collaborazione
Lithium 48, recensione su Lib(e)roLibro
Devo essere sincera, appena mi è arrivato questo libricino non gli avrei dato una “lira” di fiducia. La rilegatura non è delle mie preferite, si ha la sensazione di un opuscolo ben sviluppato, e purtroppo anche l’impaginazione non è delle migliori. Dalla sua ha una bellissima copertina. Quindi inizio la lettura mal volentieri, ma mi devo ricredere! La storia è quella di Simone, blogger e musicista di 23 anni e mezzo, che si racconta partendo da alcuni stralci della sua infanzia (in realtà flash d’infanzia riferiti sempre allo stesso periodo temporale, e cioè a quando Simone aveva cinque anni e
La Parigi stravolta in Lithium 48
Un racconto ambientato nel 2002 in una Parigi stravolta dalle paranoie del protagonista Simone, rinchiuso tra le mura di un ospedale psichiatrico con un buco nella memoria di quarantotto ore. Una storia intensa e sofferta che riflette un momento storico in cui le certezze dell’umanità si stanno sgretolando una dopo l’altra. Simone si fa portatore del senso di smarrimento e sospetto che è seguito all’11 settembre 2001, e della paura che si è introdotta in ogni contatto umano esterno al proprio quotidiano. Con una scrittura acuta e sensibile, Fabio Iuliano racconta del viaggio del protagonista a ritroso nel tempo per
Cosa può succedere alla propria vita in quarantotto ore? Quanto può cambiare senza che, sulle prime, non si ricordi nulla? Come ci si può improvvisamente trovare in una stanza sconosciuta con le sbarre alle finestre? Come si è arrivati ad essere rinchiusi in un ospedale psichiatrico senza neanche ricordare come ci si è finiti? È questo quello che succede a Simone, il protagonista del nuovo, meraviglioso romanzo di Fabio Iuliano che, dopo il suo primo romanzo, New York, Andalusia di cemento, ci porta in giro per una Parigi diversa da quella turistica, una città vista attraverso gli occhi confusi di
Da mille splendidi libri e non solo: recensione
Fabio Iuliano,giornalista e docente di lingue straniere, firma un nuovo e particolare romanzo dal titolo Lithium 48, edito da Aurora. Lithium come i sedativi somministrati in una clinica psichiatrica francese; 48 come le ore ripercorse da Simone, blogger e musicista ricoverato per un TSO in seguito a… non si sa, da qui i flash del protagonista in cerca di risposte. Cosa è successo? Può la vita cambiare ed essere stravolta in 48 ore? Siamo a Parigi, nel 2002 all’ombra di quella che è stata una delle tragedie più assurde; le Torri Gemelle sono crollate, sbriciolate dalla pazzia umana, l’orrore è negli occhi e nel cuore di tutti. La coscienza collettiva è stravolta. Simone è ossessionato dall’essere spiato