No, non te la cavi con un giochino in legno dalle farfalle colorate, posto al centro della sala riservata ai bambini in attesa del servizio e vaccinazioni. Non te la cavi quando c’è da fare i conti con almeno un’ora d’attesa tra medici e infermieri che fanno la spola da una stanza all’altra, funzionari sull’orlo di una crisi di nervi e genitori a dir poco arrabbiati per questa ennesima trafila che si aggiunge alla serie di adempimenti ormai di routine prima dell’inizio dell’anno scolastico. LEGGI: GIANSANTE, SERVE UN’AGENDA DIGITALE LA LEGGE. L’applicazione del decreto Lorenzin di fine luglio viene gestita

Proteste di ogni tipo, code, centinaia di utenti da gestire, e talvolta da accontentare. Vaccini obbligatori, consigliati e certificazioni. Il tutto facendo i conti con dinamiche di bilancio che non vanno certo a favore degli organici. Una coda di estate decisamente complicata per il dottor Enrico Giansante che all’Aquila coordina il servizio vaccinazioni. «Lavoriamo su numeri importanti», spiega, «con 300 pratiche da elaborare in 3-4 persone e 70-80 vaccini da eseguire al giorno». A norma di legge, per poter essere accettati a scuola, bambini e ragazzi devono aver fatto tutte le vaccinazioni previste dal calendario vaccinale per fasce d’età. Dottor

Ha lasciato l’incarico di console onorario di Spagna dopo 5 anni di mandato, in un periodo che ha visto un incremento del numero degli spagnoli residenti in Abruzzo e Molise da 279 a 326. Paola Elia, docente e scrittrice aquilana, aveva ricevuto nel 2012 l’Exequatur come console per le due regioni in virtù di numerosi contatti con il mondo accademico della penisola iberica, grazie soprattutto alle sue pubblicazioni. Dopo il 6 aprile, i colleghi dell’Università Complutense di Madrid si erano messi immediatamente in contatto con lei per offrire sostegno e aiuto, accogliendo la proposta della docente di ospitare un folto

Non solo jazz, nelle sue evoluzioni e contaminazioni che hanno accompagnato questo lungo week end, ma anche flamenco e musica elettronica a riempire le notti aquilane, in ultimo scorcio d’estate che si tuffa nella stagione autunno-inverno. Ecco che, con le temperature più fredde, i locali di periferia sono pronti a inaugurare un nuovo corso, prendendo il posto delle piazze del centro che in questi giorni, nonostante le temperature tutt’altro che calde, hanno comunque fatto registrare dei numeri da record. Le vie del flamenco. È il caso dell’Andalucia, il ristorante spagnolo, pronto a rientrare dalla pausa estiva con delle nuove selezioni

«Da quel giorno tragico non sono mai più tornato in centro storico, pur essendo venuto all’Aquila diverse volte, sia per lavoro, sia perché qui ho dei cari amici. Ma ho avuto il pudore di non toccare le ferite di questo posto». La voce inconfondibile di Peppe Servillo filtrata dall’acqua che scorre dai mascheroni. La visione degli archi del Solis String Quartet. Arrangiamenti che propongono una rilettura raffinata e popolare di un repertorio di classici della tradizione napoletana. E poi i ritmi sincopati del jazz che appaiono e scompaiono come i passi del tango, in un omaggio velato al genio di

Camicia hawaiana, sorriso di chi, anno dopo anno, vede una delle sue creature evolversi e tanto fiato da regalare, non solo alle sue trombe, ma anche a chiunque si avvicini a lui per un confronto, un saluto o semplicemente per un selfie. Se questo “Jazz italiano per le terre del sisma ha un volto, il volto è quello di Paolo Fresu, direttore artistico e ideatore della kermesse sin dalla prima edizione. «La nostra intenzione», dice, «è di fare dell’Aquila uno dei grandi centri italiani del jazz. Non vi libererete di noi». Una promessa concreta in vista dell’edizione 2018, già annunciata. Una

Fa un certo effetto vedere un ministro della Repubblica sfilare tra la gente e sedersi per terra, tra i gradoni di accesso alla fontana delle 99 Cannelle. In prima fila, per carità, ma serenamente e democraticamente per terra, come gli altri comuni mortali. Dario Franceschini, ideatore della maratona del jazz insieme a Paolo Fresu, è arrivato alle 11 in punto a dare il via alla terza kermesse in omaggio alle terre del sisma. Da lì, è partito il tre-due-uno alla postazione allestita per Peppe Servillo e il Solis String Quartet, in un mix a base di ritmi sincopati, musica popolare partenopea, tango e musica classica.

«Il rischio è che con il tempo i riflettori sui territori colpiti da calamità naturali si spengano: iniziative come questa contribuiscono a mantenerli accesi». Così il ministro per i Beni e le Attività Culturali Dario Franceschini intervenendo all’Aquila alla cerimonia di apertura della rassegna ‘Il jazz italiano per le terre del sismà che si conclude oggi nel capoluogo abruzzese, segnato dal terremoto del 6 aprile 2009, dopo aver toccato altri luoghi del sisma del centro Italia. «Il jazz italiano per L’Aquila è stata una grande prova per la cultura, per la musica e per la città dell’Aquila – dice Franceschini

Compositore, direttore d’orchestra e percussionista, classe 1977 e originario dell’Aquilano, Stefano Fonzi è stato definito dalla rivista “Guitar Club” «il vero erede musicale di Ennio Morricone». Numerose le contaminazioni jazz nel suo background fatto di arrangiamenti classici e colonne sonore. Del resto, il suo curriculum è pieno di collaborazioni dentro e fuori il “jazz-set” nazionale, da Fabrizio Bosso a Danilo Rea, passando per Simona Molinari e, soprattutto, Gino Paoli, le cui canzoni senza tempo viaggiano spesso su ritmi sincopati. Nonostante Fonzi non sia mai stato coinvolto direttamente nella maratona del jazz, il suo è un punto di osservazione privilegiato per capire le difficoltà tecniche nel mettere in piedi un