È detenuto da agosto in un carcere albanese il professor Michele D’Angelo, 44 anni, docente di biologia all’Università dell’Aquila, dopo un incidente stradale avvenuto nei pressi di Tirana. La conferma della notizia, anticipata questa mattina dal quotidiano il Centro, è arrivata dal rettore dell’Ateneo Fabio Graziosi. Secondo quanto ricostruito l’uomo, alla guida di una Lancia Ypsilon, sarebbe stato centrato da un altro veicolo alla cui guida c’era un albanese. Il professore, peraltro, stava viaggiando a non più di 40 chilometri orari, mentre l’altra vettura procedeva a velocità più elevata. Nonostante questo, D’Angelo è stato accusato di violazione delle norme sulla

Nel dedalo di stand di Street Science c’è una mappa che non espone dati ma ricordi. Si intitola “Geografie della memoria pre-disastro” e diventa un diario collettivo: post-it colorati raccontano il mercato, l’oratorio dei Salesiani, le scuole in centro. Accanto alle memorie compaiono i sogni, dal bowling alla biblioteca, dalla discoteca al campo da calcetto. È un presente che tiene insieme passato e futuro, dove la scienza si intreccia con la comunità e la città si riscrive attraverso frammenti di vita. Intorno a questa suggestione, tirata fuori dai ricercatori del Gran Sasso Science Institute, si sviluppano Univaq Street Science e Sharper, che per un’intera giornata trasformano L’Aquila

Dopo le otto di sera a Rocca di Mezzo, comune di montagna di oltre 1.300 abitanti in provincia dell’Aquila, in caso di un malore restano da allertare solo il ‘112’ e la guardia medica: se un residente si sente male deve attendere che l’ambulanza parta dall’ospedale dell’Aquila, per un tempo di arrivo stimato in un’ora e mezza. Uno scenario che i cittadini dell’Altopiano delle Rocche hanno voluto cristallizzare in una raccolta firme per chiedere il ripristino del servizio ambulanza h24 a beneficio di un territorio che in alta stagione conta fino a 55mila presenze. “Fino allo scorso anno – ricordano

Va bene, archiviamo pure la storia di “zieta è morta”. Ma domeniche così ti fanno capire perché sia stata tirata in ballo così tante volte: migliaia di persone nel centro storico, attività sportive di ogni tipo, stand e un meteo che non si arrende alla fine dell’estate. Quest’anno la decima edizione di Street Science Running si è intrecciata con la Settimana europea della mobilità, trasformando l’area di San Bernardino nel punto di ritrovo della giornata. La corsa-passeggiata non competitiva, organizzata dall’Università dell’Aquila insieme al Gran Sasso Science Institute, ha portato centinaia di partecipanti lungo le vie della città. Aperta a tutti, la

Serata intensa al Sand Creek, dove sul palco si sono alternati diversi gruppi. La chiusura è stata affidata agli Yawp, che hanno conquistato il pubblico e la vittoria con un set interamente dedicato al rock americano. La scaletta ha proposto Nutshell (Alice in Chains), seguita da tre brani tratti dal repertorio dei Pearl Jam – I am mine, Wishlist e Immortality – per poi alzare l’energia con Black e la chiusura affidata a Rockin’ in the Free World (Neil Young), eseguita anche come omaggio a Gaza. Un tributo compatto, denso di riferimenti a sonorità che hanno fatto la storia degli

“Per Gaza, stop al genocidio”: anche all’Aquila, con questo slogan, la Cgil provinciale ha chiamato a raccolta i cittadini che si sono ritrovati in piazza Duomo, nel centro storico. Centinaia di persone hanno risposto all’appello, riempiendo la piazza con bandiere, cartelli e un grande drappo con i colori della Palestina, ricoperto di scarpe, giochi e peluche a simboleggiare le vittime civili, soprattutto i bambini. Sul pavimento, anche barche di carta in riferimento alla Global Sumud Flotilla. La mobilitazione rientra in un quadro più ampio di iniziative nazionali e locali, che hanno visto sindacati, associazioni e cittadini scendere in strada per

Case puntellate, bar riaperti tra mille difficoltà, vallate che si spalancano dopo salite verticali, piazze svuotate dal silenzio. Per 14 giorni e 257 chilometri il fumettista romano Valerio Barchi ha camminato lungo il ‘Cammino nelle Terre Mutate’, il tracciato che attraversa i paesi e le città devastate dal terremoto, da Fabriano fino all’Aquila, due delle città-simbolo della devastazione. Domani arriverà finalmente nel capoluogo abruzzese, al termine di un’esperienza destinata a diventare fumetto nel 2026, in coincidenza con il decennale del sisma del Centro Italia. Un taccuino di schizzi, l’app Wikiloc sempre attiva e scarpe consumate dal dislivello hanno accompagnato l’autore

«‘Sta ‘bbòne Rocche, sta ‘bbòne tutte la Ròcche». Il senatore Luciano D’Alfonso, profondo conoscitore del dialetto abruzzese in tante delle sue sfumature, entra nel dibattito aperto dalla “Notte dei Serpenti” e dal suo ideatore Enrico Melozzi. «Credo che sia proprio la lingua abruzzese a renderci la fotografia più essenziale e radicale della smisurata e ingigantita operazione commerciale del format La Notte dei Serpenti: un’idea strategica di peso, pensata da un imprenditore dello spettacolo che nella vita suona e dirige anche, che ha saputo sfruttare un’onda favorevole, la sta cavalcando e ha avuto anche l’ottima idea di mettere il vestito della domenica alla sua

In Abruzzo si arriva a discutere anche sul dialetto. O almeno su come usarlo in musica o in occasione di spettacoli. Dopo la “Notte dei Serpenti”, diretta dal maestro Enrico Melozzi e di recente trasmessa su Raidue, e le riflessioni di Nicola Pomponi, in arte Setak, sugli echi della stessa, il dibattito è uscito dai palchi. A mettere ordine – o forse a sparigliare le carte (punti di vista) – arriva Germano D’Aurelio, in arte ’Nduccio, popolare cabarettista: cinquant’anni di carriera alle spalle tra battute, canzoni e palchi portati in giro da Palermo a Bolzano, senza mai una pausa. Nel