Alle 12.30 la fermata dell’autobus del piazzale della stazione è deserta. Niente pensiline a fare ombra, il colpo di coda dell’estate si fa sentire anche all’Aquila. Su dei fogli bianchi sbiaditi c’è scritto come raggiungere i tre poli universitari.

Miguel Benancio Sánchez, atleta e poeta autodidatta, portato via il 9 gennaio del 1978 dalla casa in cui viveva con la sorella Elvira in Argentina, è solo una delle trentamila storie di desaparecidos che si sono smaterializzate nel giro di pochi istanti negli anni tra il 1976 e il 1983, quando l’Argentina era dominata da un regime militare filo-statunitense, noto con il nome di Processo di riorganizzazione nazionale con a capo il tenente generale Jorge Rafael Vidéla. Le scarpette con cui correva, ma anche il suo taccuino con cui annotava impressioni e commenti dopo la gara, hanno accompagnato la sua

Un viaggio sui tetti della Défense con un drone fuori dal commercio. Lo spazio aereo è vietato e quindi si tratta di un documento unico. Prospettive mozzafiato con uno sguardo inedito  

«Non sento più le lacrime, scendono giù le lacrime». Con quello stesso testo si era presentata qualche anno prima suonando nel tendone da circolo allestito sul piazzale di Collemaggio nei giorni del primo anniversario del sisma. Era il periodo delle carriole e quel palco l’aveva condiviso con Daniele Silvestri, Paola Turci, Andrea Satta e i suoi Têtes de Bois, e col regista Mario Monicelli, in una delle sue ultime apparizioni pubbliche. Canzoni, poesie, ma anche video e disegni in omaggio a queste carriole come «un simbolo autentico di una terra che lavora», occasione di riscatto non solo per una città

Corsa – mountain bike – corsa. Tre giri da 1,1 chilometriciascuno, poi 15 chilometri sui pedali e ancora 2,2 chilometri di corsa a piedi. In mezzo le suggestioni del Castello cinquecentesco, simbolo della forza e dell’orgoglio di una città che non si arrende.

Una gara di corsa e mountain bike che si svolge all'interno del parco del Castello Cinquecentesco. Una prova per chiunque voglia cimentarsi in questa specialità

Davanti a migliaia di spettatori assiepati su scogli, barche e sulla spiaggia del centro di Polignano a Mare, l’inglese Gary Hunt si è aggiudicato la tappa italiana del World Series di Cliff Diving, ipotecando la vittoria finale nel circuito. La gara di tuffi da grandi altezze si è svolta con due trampolini posizionati a 27 metri d’altezza.

A Polignano a Mare (Bari) va in scena lo spettacolo dei tuffi dalle grandi altezze. Dopo mesi di attesa, è il giorno delle finali della tappa italiana delle World Series della Red Bull Cliff Diving. In palio anche il titolo femminile: la lotta è serrata dopo le prime due gare stagionali. Per Gary Hunt, invece, passerella in vista dopo un anno da assoluto dominatore del circuito impreziosito anche dall’oro mondiale. Notevole, infine, la risposta del pubblico pugliese, pronto a sostenere Alessandro De Rose che torna a gareggiare nel “suo” Sud dopo l’esordio iridato di Kazan. Uno spettacolo per il pubblico

Compare sul palco sulle note soffuse che escono dal pianoforte di Danilo Rea e inizia a cantare, quasi sottovoce, la sua “Sapore di sale” davanti a una piazza gremita. Quasi una dissolvenza incrociata con le ultime battute di Enrico Rava. Gino Paoli ritrova così il pubblico aquilano che lo ha sempre sostenuto, nel concerto simbolo della maratona jazz, un evento ideato per tenere alti i riflettori sulla ricostruzione aquilana. Paoli canta la Gatta e il Cielo in una stanza e lascia ai Doctor 3 la facoltà di improvvisare sulle note di Bocca di rosa, del suo concittadino Fabrizio De Andrè.