«Mi cercherò tra le nostre giornate estive, tra i discorsi della gente che non mi vuole, in una promozione di fine stagione», canta Fabri Fibra guardando le “Stelle” dal palco di piazza Duomo. A trascinarlo sul palco il ritornello di “Il Cielo in una stanza”, ma la voce rassicurante di Gino Paoli che, qualche anno fa aveva calcato proprio lo stesso palco nella prima maratona jazz, dura solo qualche istante. Poi di nuovo la voce del rapper Fabri Fibra, al secolo Fabrizio Tarducci, tra qualche eccesso verbale, ma che ha il merito, nel bene e nel male, di aver dato una precisa identità a questo genere,

Le dita di Giulia Mangone accarezzano i tasti del pianoforte a coda, installato davanti alle vetrine di via Verdi. Davanti ai suoi occhi chiari scorrono le partiture di Isaac Albéniz in Asturias, in Granada – le “suite spagnole” – ma anche le complicate evoluzioni di Sergej Rachmaninov. Prima e dopo di lei, altri giovani pianisti regalano preludi, interludi e postludi ai clienti dei locali di prossimità o alle tante persone di passaggio nella notte di L’Aquila Suona.  Ben 36 tra concerti e spettacoli in nove postazioni fisse. Quartetti d’archi, gospel, rock alternativo, ballate cantautoriali. Un crescendo di emozioni dalle 18 fino a tardi – ma sempre

Nino Frassica con i Los Plaggers Band chiudono stasera (ore 21.20) la tre giorni del Festival nazionale di teatro comico che ha già visto in campo Andrea Fratellini e il duo comico Pino & gli anticorpi. La direzione artistica e la conduzione sono stati nuovamente affidati al giornalista Alex De Palo che ha innovato il festival a partire dall’edizione 2015 puntando sulla gratuità dell’iniziativa per il pubblico, sul trasferimento della manifestazione dalla piazzetta del Castello del centro storico alla più capiente piazza De Curtis, allestendo un set teatrale simile a un grande studio televisivo con maxischermi e regia mobile. Frassica,

Si alza oggi il sipario sulla 728esima Perdonanza, la 40esima dell’era moderna. Il Fuoco del Morrone ha raggiunto il centro storico questo pomeriggio, dopo aver attraversato Paganica, Bazzano e Pianola, con sosta a davanti alla basilica di San Bernardino. Qui, all’ottavo giorno di percorso dall’eremo di Sant’Onofrio, nei pressi di Sulmona, i tedofori si sono ricongiunti con i figuranti Corteo della Bolla. E qui, la fiaccola, è passata nelle mani di Daniil Shyrin un ciclista ucraino della nazionale under 23 residente in città da quando è scoppiata la crisi. Questa edizione è caratterizzata dalla visita del Pontefice. Proprio per questo

Sul palco, canta i successi che lo hanno consacrato nel parterre internazionale, insieme agli Spandau Ballet e con loro è pronto anche a suonare una serie di date che anche con un doppio appuntamento in Italia. Stasera, invece, Tony Hadley sarà tra i protagonisti del concerto di apertura della 728esima Perdonanza celestiniana. “Un canto per la rinascita, di futuro e di pace”. Questo il titolo dello spettacolo inaugurale della Perdonanza 2022. Un evento ideato dal direttore artistico, il maestro Leonardo De Amicis, e scritto con Paolo Logli. La conduzione della serata è affidata alla giornalista e conduttrice televisiva Lorena Bianchetti.

Dopo il successo con lo spettacolo “Il Mansplaining spiegato a mia figlia” e la scoppiettante partecipazione al Primo Maggio a Roma, Valerio Lundini porta dal vivo il suo show in musica con la band i VazzaNikki, presenza fissa a “Una pezza di Lundini” con influenze swing, rockabilly e surf, che accompagna la sua carriera live da più di dieci anni. Le canzoni sono alternate a gag e momenti di improvvisazione e interazione col pubblico. Appuntamento mercoledì 24 agosto alle 21 al Teatro D’Annunzio di Pescara. Organizzazione Best Eventi. Lundini, lo scorso anno “Il mansplaining spiegato a mia figlia”, ora “Il

Come ti immagini a 50 anni?” Gli anni Ottanta volgevano al termine e Jovanotti cantava roba come “Vasco”, “È qui la festa”, “Gimme Five”. I primi successi, i primi concerti. Le prime interviste. Una in particolare che chiedeva a questo ragazzino di immaginarsi dopo il mezzo secolo. E lui che rispondeva sorridendo: “Continuerò a fare quello che sto facendo”. Una risposta che faceva un po’ “strano”. Non veniva facile immaginare allora un rapper a 50 anni, magari in abiti diversi dal giubbino di pelle e il look da motociclista. E ora che di anni ne ha 55, Lorenzo Cherubini ha ampiamente dimostrato di portare

L’AQUILA. “My name is Maurizio Cocciolone”. Voce provata, segni di affaticamento. Il volto tumefatto, quello del capitano aquilano, fa breccia in tv. Solo pochi giorni prima, durante un bombardamento di Kuwait City, il suo Tornado era stato abbattuto costringendolo a catapultarsi fuori, insieme all’allora maggiore Gianmarco Bellini. Entrambi furono prigionieri per 47 giorni all’inizio del 1991. Un tempo di grande apprensione. Oggi, a 62 anni da compiere, Cocciolone vive tra l’Italia e Brasile, prevalentemente Maceió. “Da quando mi hanno posto in congedo, nel 2012”, spiega, “Ho deciso di riunirmi con mio fratello Paolo, per aiutarlo nelle sue attività e qui

Basterebbe l’espressione di disappunto di Ivano Monzani durante l’esibizione del rapper Parky, al concerto LoveMi organizzato da Fedez, per definire uno scontro generazionale. Nel giro di pochi clic, le smorfie dell’addetto alla sicurezza che esprimevano il disappunto sulle rime e le parole colorite del rapper sul palco, lo hanno reso uno degli idoli dell’estate. Ma quelle espressioni del 51enne restituiscono, seppure in chiave goliardica, uno degli scontri generazionali sui diversi modi di intendere la vita serale e il divertimento. Le visuali sono diverse e tutte si interfacciano tra loro, offrendo le proprie ragioni. Il punto di vista di un giovane