C’è chi dice no. E lo fa anche quando questa scelta significa mettere a rischio ogni equilibrio e ogni certezza in un sistema in cui molti non riescono a fare a meno di omologarsi. C’è chi dice no, e riesce a farlo anche vivendo a Petilia Policastro, il paese di Lea Garofalo, donna-coraggio vittima della mafia. Trentatré anni, imprenditore agricolo e sindacalista, Giacinto Berardi riesce ancora a dire no a qualsiasi tentativo di ingerenza da parte della criminalità organizzata nei confronti della sua attività economica. Il giovane imprenditore ha raccontato l’iter, non privo di difficoltà, che ha percorso prima di

Dopo un momento di confronto sui temi della legalità con gli studenti del Gravina, liceo di Scienze umane, abbiamo incontrato Matteo Luzza, testimone sulla propria pelle della violenza della ‘ndrangheta calabrese nel vibonese. Il 15 gennaio del 1994 uccisero il fratello Giuseppe, poco più che ventenne. La sua “colpa”, quella di aver amato una ragazza al posto sbagliato e al momento sbagliato. La sorella della ragazza era, infatti, come ricorda Liberainformazione, la moglie del boss Antonio Gallace, oggi all’ergastolo. Gallace considerava “roba” sua la vita della cognata. Spettava a lui, in quanto uomo d’onore, decidere con chi la giovane avrebbe dovuto sposarsi. Sicuramente

A Isola Capo Ruzzuto (Crotone), a pochi passi dal complesso degli Arena, la famiglia più volte coinvolta in fatti di ‘ndrangheta, i volontari di Libera lavorano nei campi confiscati alla ‘ndrangheta per fare di queste terre un’occasione di lavoro e di sostentamento. Con loro, in questi giorni, ci sono anche gli studenti dell’istituto Vico di Sulmona, ospiti di un campo lavoro in un viaggio volto ad accrescere la consapevolezza sulla criminalità organizzata. L’obiettivo principale dei campi di volontariato e di studio sui beni confiscati alle mafie  è quello di diffondere una cultura fondata sulla legalità e giustizia sociale che possa efficacemente

Lattine di fagioli, succhi di frutta in brick, pacchi assortiti di pasta, ma anche passeggini e cibo in polvere e poi libri. Ecco l’emporio solidale, un supermercato solo all’apparenza come tanti altri. Qui, infatti, puoi comprare cibo e altri elementi essenziali per la sopravvivenza. La differenza, però, è che non paghi in denaro ma in punti. Venticinque a settimana, non di più.  Questo è quanto concesso a ogni persona o nucleo familiare che accedono allo spaccio grazie a una speciale tessera rilasciata col contributo simbolico di due euro. Ai tesserati vengono assicurate settimanalmente le provviste per tirare avanti. IL VIDEO  Questa

Otto ore in autobus e qualche sosta per raggiungere Isola di Capo Rizzuto, sede della cooperativa Terre Joniche che, in collaborazione con Libera, ha allestito un campo di lavoro la cui sede fa parte di un terreno confiscato alla ‘ndrangheta. Un piccolo presidio circondato da pale eoliche che formano un corridoio verso il mare.  Nel comune di Isola di Capo Rizzuto sono stati confiscati circa 100 ettari di terreni agricoli con annesse varie strutture, che oggi sono gestite dalla cooperativa agricola. Il provvedimento di confisca emesso nei confronti del clan Arena, una delle organizzazioni storiche e più potenti della ‘ndrangheta calabrese,

A scuola di legalità. È iniziato nei giorni scorsi un percorso didattico, organizzato dall’istituto Vico di Sulmona, che accompagnerà i ragazzi del secondo anno (indirizzo motorio) alla scoperta delle principali problematiche legate alla criminalità organizzata. Un percorso che culminerà con un’esperienza di alcuni giorni all’interno di un campo scuola in Calabria, allestito dalla cooperativa sociale “Terre Joniche” utilizzando proprietà terriere e immobiliari confiscate alla ‘ndrangheta. I campi scuola sui beni confiscati rappresentano una nuova opportunità educativa capace di coniugare la dimensione del servizio di volontariato con l’acquisizione di nuove competenze. Da anni Libera, l’associazione fondata da don Luigi Ciotti, organizza

Scrivere di mafia nel 2017, in un momento in cui fare inchiesta è molto più difficile e molto meno remunerativo che in passato. In un momento in cui il flusso continuo di notizie non rende giustizia all’impegno di pochi professionisti e al rischio che si prendono nel portare avanti il loro lavoro. Nasce da qui la riflessione del convegno, sostenuto dall’Ordine dei giornalisti, su Mafia e informazione. Nell’aula magna dell’edificio Alan Turing a Coppito, il giornalista di Repubblica Attilio Bolzoni e il sociologo Pino Arlacchi sono stati protagonisti di un tavolo tecnico di approfondimento sulla criminalità organizzata, dal titolo “Mafie

…e per quei minuti provai un senso di totale padronanza, di equilibrio instabile e perfetto. Il senso di perfezione che hanno solo le cose provvisorie e destinate a finire presto. Mi ricordai di una vacanza in auto attraverso la Francia, tanti anni prima, con Sara e altri amici. Arrivammo a Biarritz, l’amosfera fuori tempo di quel posto ci piacque molto e decidemmo di fermarci. Fu lì che presi qualche lezione di surf e dopo infiniti tentativi riuscii a stare tre, quattro secondi in piedi sulla tavola e sull’onda. In quel momento capii perché i surfisti – i veri surfisti –

«La felicità non sta nell’angolo acuto o nell’angolo ottuso. La felicità sta nella geometria tutta. Un sistema che avvolge ogni cosa, anche la noia, anche il dolore. Perché è sbagliato credere che la felicità sia altrove. Perché è sbagliato credere che sia una meta da raggiungere e non un percorso, un’evoluzione». Fa uno strano effetto trovarsi nell’aula magna dell’auditorium della guardia di finanza dell’Aquila e ascoltare il professor Roberto Vecchioni descrivere la sua idea di felicità, tra etimologia e filosofia, parlare di vita, amore e tempo in un contesto che fa i conti col buio.