La questione non è tanto “chiedi chi erano i Beatles”. La questione è più che altro “chiedi cosa vuol dire essere uno di loro, anche solo per dieci giorni”. Chiedetelo a Jimmie Nicol, il batterista inglese che sostituì Ringo Starr, malato di tonsillite, alla vigilia del tour mondiale dei Fab Four del 1964, in piena “beatlemania”. Da un giorno all’altro, la sua vita diventò inaspettatamente il suo sogno: era davvero mozzafiato l’esperienza di suonare 10 giorni con i Beatles, mangiare, parlare, dormire con loro. Da Liverpool in Australia passando dai Paesi Bassi, la Cina e ovviamente, da Londra, in un turbine di

Torna all’Aquila Roberto Vecchioni, sabato (ore 18.30), quasi due anni dopo avervi presentato il suo libro, “La vita che si ama” (Einaudi). Il cantautore, ospite dell’Auditorium Sericchi (Strinella 88), parlerà del suo nuovo disco, “L’infinito”, un concept album condensato di musica e parole arricchito da spunti che affondano le radici nella cultura intesa come consapevolezza della bellezza della vita, proveniente da un tempo lontano che torna e ritorna. «Sono un uomo del Novecento», ha raccontato il professore di recente in un’occasione analoga. Uno dei grandi meriti di Vecchioni è di non far finta di essere qualche cosa che non è, e di

Sulla parete sopra il bancone, una lampada nera Industry in metallo puntata su una piccola cornice con dentro una foto di Bud Spencer e Terence Hill in Continuavano a chiamarlo Trinità. Una scelta apparentemente fuori dalle corde da un locale curato nei particolari, a partire dalla grande macchina da caffè – sicuramente uno dei punti di forza – e dal logo che è più che altro un omaggio alla passione ciclistica del titolare. Eppure, tutto torna quando uno degli ospiti della serata-degustazione vini-formaggi si impossessa della scena per qualche minuto. Parliamo di Gregorio Rotolo, un’icona della produzione casearia abruzzese, direttamente

“Quanti cinema ci sono all’Aquila?”, neanche il tempo di entrare al Palazzetto dei Nobili, come ospite del ciclo di incontri “Dialoghi sul cinema” del Festival dei festival, che Roberto Andò spiazza i suoi interlocutori con una domanda che, involontariamente, costringe a una presa di coscienza. Scrittore, regista di cinema e teatro, documentarista, Andò ha incontrato il pubblico dell’Aquila Film Festival in un confronto sui suoi lavori, così come sulle prospettive di sviluppo socio-culturale di una città che, tra tante difficoltà, ospita una sede del Centro sperimentale di cinematografia, ma in cui il rapporto con il cinema d’autore è ancora fin

Anche a Pescara è arrivata all’alba l’installazione artistica di protesta delle “mani che annegano“. A posizionare le mani davanti alla scalinata del comune gli attivisti della rete “Oltre il Ponte” che hanno replicato quanto accaduto qualche giorno fa quando il Ministro Salvini è arrivato in piazza ad Atri. E proprio contro le politiche sull’immigrazione del ministro dell’Interno è rivolta la singolare forma di protesta, come spiegano gli attivisti: “Dopo Atri, anche Pescara si ri-sveglia con l’installazione artistica “mani” che annegano. Per ricordare al ministro dell’interno, che sfilerà oggi in città, che le vite delle persone ci stanno a cuore e vogliamo che più nessuno

“Domando scusa, fate vedere Sanremo qui?”. Ora, ci sono tempi e modi per fare domande. E, talvolta, è facile sbagliare entrambi. Entri in un bar, vedi uno schermo piatto non sintonizzato su una partita di pallone e chiedi di mettere su Rai Uno, se non altro per capire perché tutti parlano di Loredana Bertè e Patty Pravo – anche se sotto sotto un po’ hai paura di scoprirlo – o per ascoltare l’ultima di Cristicchi. Dicono sia una poesia. Dicono. Insomma, il telecomando è lì sul bancone e nessuno sembra interessato al palinsesto. Fai per chiedere se puoi cambiare canale.

Nella foto in alto, Gianni Denitto con Marilena Paradisi Aspettando la maratona di fine estate, L’Aquila torna a riempirsi di jazz, grazie a Taimaut, la nuova rassegna dedicata al genere e alle sue contaminazioni, ideata da Polarville in collaborazione con l’Irish Cafè e Spazio Rimediato. Nell’arco dei prossimi mesi, alcuni tra i musicisti in tour per l’Italia, faranno tappa in città per una serie di eventi in calendario: esibizioni live, selezioni musicali e incontri con scrittori interesseranno le nostre strade per tutto il 2019. Palcoscenici di vario tipo e contributi importanti, come il sassofonista Piero Delle Monache (a cui è anche affidata

“I libri migliori sono quelli che ci dicono quel che già sappiamo”: è con quest’unica frase che George Orwell ha sempre definito il suo modo di scrivere. Ed è in “1984” che questa verità si palesa nel modo più evidente possibile, attraverso la finzione letteraria di un mondo che, a ben vedere, ha poco di “irreale”: il romanzo venne pubblicato nel 1949 e a rileggerlo ora, dopo settant’anni, la sensazione di trovarsi difronte ad un’opera che non ha semplicemente immaginato un mondo spaventosamente possibile, bensì una realtà a tutti gli effetti già realizzata, è schiacciante. 1984 ha immediatamente colpito l’immaginario

Ce lo vedi un mediano di mischia dietro al bancone di un bar? Magari a smistare bottiglie e bicchieri con finte che neanche Troncon con l’Italia al Sei Nazioni. Ora alza il miscelatore per cocktail a mo’ di touche, ora gira una Keglevich alla fragola dietro la schiena, intuendo il movimento del collega. Tra i due c’è intesa, ma se non sincronizzi i tempi la vodka finisce per terra. Ed è passaggio in avanti. Capita quando devi lavorare con tempi strettissimi perché davanti al bancone hai una fila di persone che ti si piazzano con la faccia di chi sembra a rischio disidratazione.