La fanno facile. Ti danno un machete – perché lo chiamano coltello ma per me di machete si tratta – un paio di guanti e una luce da minatore. E ti mandano nel Fucino a cogliere i finocchi. Sette ore curvo come una mondina del Polesine, col freddo e con l’umido che ti penetrano nelle ossa, perché da queste parti, passate le due di notte, si inizia a battere i denti anche d’estate. «Oggi siamo pure fortunati», mi fa il caposquadra, ricordandomi che lui e i suoi, a caccia di finocchi, ci vanno tutto l’anno, col sole e con la

di Lorenzo Spurio – Il quotidiano spagnolo La Vanguardia ha pubblicato in data 5 maggio 2020, nella sua versione online, un articolo dedicato al poeta Federico García Lorca e alla sua esperienza americana con uno sguardo all’odierna condizione sociale gravata dalla pandemia del Covid-19, scritto dalla giornalista María Dolores Cano Menéndez. La metropoli, antro di marginalità e contaminazione Nell’ultimo periodo della sua permanenza in America – durante la quale frequentò un corso di lingua inglese alla Columbia University, conobbe Antonieta Rivas Mercado e Nella Larsen – viaggiò a Cuba, dove era stato invitato a tenere delle conferenze. Sull’isola caraibica, a contatto con

La crescente crisi economica e sociale legata all’emergenza Coronavirus riafferma un principio semplice, ma quanto mai drammatico e attuale: “La mafia ha bisogno di gente povera, perché quando una persona ha bisogno di mangiare è disposta a tutto”. Tanti gli allarmi sulla criminalità organizzata lanciati, anche dalla stampa estera, in questi ultimi giorni. Lo stesso Roberto Saviano, sul Guardian ha ricordato quanto le epidemie rappresentino “una grande occasione per molti affari: la velocità nel creare gare d’appalto, lo stanziamento di fondi straordinari, la possibilità di movimentare merci e denaro senza la normale pressione dei controlli di polizia sono manna per la classe imprenditoriale.

Resistere è guardare avanti, resistere è reinventarsi. Resistere è esistere nel senso più vero e nobile. Resistere è vivere. Parola di Giuseppe Tomei che ha scelto di dedicare il suo libro Io non c’ero (Aurora edizioni) proprio «a chi resiste». Una dedica che si può sovrapporre alle ferite di una città come L’Aquila, colpita undici anni fa dal terremoto. Una dedica che si può anche sovrapporre a qualsiasi contesto sociale alle prese con un tempo così controverso come quello attuale. «Quando poi pian piano», si legge nel volume, «il tempo è tornato a farci sentire utili agli altri e a

«Non c’è nulla che sia più ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali». Antonio Lattanzi, dirigente dell’istituto comprensivo San Demetrio- Rocca di Mezzo prende in prestito una massima di don Lorenzo Milani per descrivere le difficoltà che vive il comparto scolastico a seguito della sospensione delle attività didattiche in presenza. I DISAGI. Aule chiuse, impossibilità di poter vedere i nonni, genitori che devono comunque adempiere agli obblighi lavorativi, elaborazione del dolore collettivo. Le sollecitazioni per gli alunni di ogni età sono moltissime, in un momento in cui la sola didattica a distanza non può certo costituire una risposta a una serie di dinamiche dal

«Resistere vuol dire adattarsi a questo presente difficile, un momento in cui non ha senso pensare a ciò che è stato ma serve guardare ciò che sarà: magari, così arriveremo a concepire linguaggi nuovi, realizzando qualcosa che ancora non esiste». Attore, autore teatrale e scrittore, Alessandro Martorelli vive questo tempo immerso nei suoi progetti di scrittura. Nato ad Avezzano il 23 marzo 1976, ama il teatro sin da bambino. Negli anni ha partecipato a numerosi stage e corsi teatrali, tra cui quello all’Accademia di Teatro Internazionale di Roma, il corso Immersion acting con Mark Bell e la masterclass di doppiaggio

«La Fase 2 dipende ancora di più da tutti noi». Lo afferma Alessandro Chiappanuvoli Gioia, scrittore aquilano che ha dedicato alla sua terra numerose riflessioni in formato carta e taccuino. Una data, quella di ieri, significativa per molti cittadini che sono tornati al lavoro, con mezzi privati o pubblici rimessi in strada, non senza una serie di modifiche di sicurezza per il contenimento dei contagi. GLI SPAZI APERTI. Molte anche le persone che hanno ritrovato le aree parco finora chiuse. La maggior parte della gente in giro sembra rispettare le regole del distanziamento interpersonale introdotte dai Dpcm e l’utilizzo della mascherina, obbligatoria

In queste settimane di emergenza sanitaria ed economica diverse reti associative stanno lavorando sul territorio aquilano alla distribuzione di viveri, di beni di prima necessità alle famiglie che si trovano in difficoltà e ne hanno urgente bisogno. Altre associazioni stanno lavorando duramente sulla distribuzione di dispositivi di protezione, sul sostegno psicologico, sul supporto alle neo mamme o in contrasto alla violenza domestica. Parte da qui l’appello congiunto volto a diffondere numeri del raggio di azione  e a sostegno delle reti e delle realtà del territorio che, per la prima volta, si sono unite per combattere la povertà nell’emergenza Covid-19. LE

Legumi, riso e tonno, ma anche shampoo, bagnoschiuma e sapone. La Caritas dell’Aquila ha divulgato una piccola lista di beni di prima necessità che sono stati ritenuti di maggiore urgenza e di maggiore uso immediato. Dall’inizio della pandemia l’organizzazione diocesana ha registrato un’impennata di richieste, con numerose chiamate al centralino 0862-405169. Si parla di almeno di una trentina di richieste al giorno, anche da parte di persone che non si sono mai rivolte alla Caritias. C’è chi chiede un aiuto per fare la spesa, chi per vestire o pagare una bolletta. Per aiutare, si possono lasciare i beni richiesti in