“Quest’anno la Perdonanza ha mantenuto intatti i suoi elementi legati alla spiritualità ma è stata anche una grande e partecipata festa di popolo. Questi sono due elementi che viaggiano insieme, in quanto sono intimamente connessi attraverso l’arte”. Le parole del sindaco Pierluigi Biondi nel giorno del Corteo della Bolla restituiscono all’evento celestiniano una dimensione che spinge a incoraggiare qualsiasi espressione artistica in città ereditando una peculiarità che accompagna il rito della Perdonanza sin dai primi secoli. Lo dimostra, ad esempio, l’esposizione nei sotterranei del palazzetto dei Nobili dal titolo “Le celebrazioni celestiniane nella storia”: tutte le tappe della Perdonanza dalle origini a
Perdonanza, ecco L’Aquila sotterranea
L’ultima grande pestilenza che questo paese ricordi colpì duramente il Regno di Napoli tra il 1656 e il 1657. All’Aquila, per contrastare il contagio, furono chiuse ermeticamente le porte d’accesso alla città. Chi poteva, riusciva a entrare e uscire nella città solo attraverso i cunicoli sotterranei. Corridoi che si rivelarono per qualcuno salvezza, per altri veicolo ulteriore di contagio. Come capitò a quel giovane nobile che non volle rinunciare a continuare a incontrare una delle donne della servitù di famiglia, continuando a incontrarla nel sottosuolo, lontano dalla luce, per aggirare restrizioni e veti. Non poteva sapere che anche lei era
“Ma quelli siete tu e Claudio…”. Tutto è partito da qui, dal biopic Stanlio & Ollio di Jon S. Baird visto distrattamente sul divano di casa, in una di quelle lunghe giornate da riempire, perché costretti a casa con il Covid. “Ero con mia moglie Valentina (Olla nda)”, ricorda Federico Perrotta, “e ci è capitato di vedere questo film del 2018 che ripercorre il percorso artistico di Stan Laurel e Oliver Hardy; a un certo punto lei se ne esce con questa storia della somiglianza e con le affinità con Stan Laurel e Oliver Hardy, tirando in ballo anche Claudio
La voce di Viola Graziosi anticipa il Dies Irae per orchestra e coro, le cui note si sovrappongono a immagini di guerra sui maxischermi allestiti al Teatro del Perdono per lo spettacolo di apertura della 729esima Perdonanza Celestiniana. Sul palco l’attrice non ha né i panni di Clitemnestra, né quelli della Dama della Bolla che tornerà a vestire per i cortei storici. La scelta è ricaduta su di lei, così come per gli altri figuranti principali, in un’ottica che guarda alla candidatura dell’Aquila come “Capitale italiana della Cultura 2026″. Il capoluogo d’Abruzzo, unica proposta in regione, figura tra le 26 le città
Perdonanza, sold out per i Negramaro
“E adesso, non c’è niente al mondo che possa somigliare in fondo a quello che eravamo, a quello che ora siamo, a quello che saremo un giorno…”. Dai suoi canali social, Giuliano Sangiorgi non nasconde l’entusiasmo di un’estate scandita da poche ma significative tappe del n20 tour. E questo, malgrado le polemiche che hanno fatto seguito alla loro tappa casalinga all’aeroporto Fortunato Cesari di Galatina, per la prima volta sfondo di un concerto in grado di attirare 40mila persone, con tutti i problemi di logistica del caso. Difficoltà che lasciano intatte emozioni ed energie dal palco. Quelle stesse energie che
Perdonanza, l’emozione degli ultimi tedofori
“Salire su quel palco e intravedere fra le luci migliaia di persone nel parterre di Collemaggio mi ha trasmesso un’emozione che ricorderò per sempre e dire che, avendo lavorato con degli allestimenti per Vasco Rossi, di gente sotto a un palco ne avevo vista e pure tante”. Italo Ettorre è ancora emozionato per aver passato mercoledì la fiaccola nelle mani del sindaco Pierluigi Biondi per l’accensione del braciere della 729esima Perdonanza Celestiniana, avvenuta alle 21.30 in punto davanti alla basilica di Collemaggio, in un momento che ha segnato il passaggio di transizione dalla cerimonia protocollare all’evento serale scritto da Leonardo
Il grido di pace della Perdonanza
“Fratelli e sorelle, che L’Aquila sia capitale del perdono, capitale di pace e riconciliazione”. Le parole di Papa Francesco, che dal maxischermo accompagnano le immagini della scorsa edizione della Perdonanza, introducono sbandieratori e gruppi storici su un piazzale illuminato solo dal palco e dalle candele dei figuranti. Sul palco, coro e orchestra fermano la musica per qualche istante, il tempo di accogliere sul palco la Dama della Bolla, Viola Graziosi. Le sue sono parole di guerra, distruzione, deprivazione. Evocano immagini giustapposte a quelle del Pontefice. Le stesse immagini che fanno breccia sul maxischermo. Quindi il Dies Irae, per orchestra e
Un canto per la rinascita – di Guerra e di Pace’, parole che scivolano dal palco allestito davanti alla basilica di Collemaggio, insieme alle note dell’orchestra, dei cori e degli artisti messi insieme da Leonardo De Amicis, direttore artistico della Perdonanza, per uno spettacolo scritto insieme a Paolo Logli che mette davanti anche i bambini. “L’apertura di quest’anno – spiega De Amicis – prosegue una grandissima tradizione in cui le arti, la musica, la parola, la recitazione si fanno portatori dei grandi valori della Perdonanza: pace, solidarietà, riconciliazione prendono voce attraverso le note e le parole delle arti del passato
Simona Molinari, nuovi progetti e concerti
“E la chiamano estate…”. T-shirt nera, gonna bianca e sandali gialli, unica nota di colore in una giornata plumbea di inizio giugno. Capelli al vento, lo stesso che dirige le gocce d’acqua che fuoriescono dalla vasca della Fontana Luminosa. L’ultimo passaggio di Simona Molinari nella “sua” L’Aquila, la città dove è cresciuta dopo un’infanzia partenopea, è stato immortalato in quella foto condivisa sui canali social della cantante. “Da quel momento non sono più tornata”, spiega, “perché i miei progetti mi hanno trattenuta altrove, ma quanto mi piacerebbe trovarmi da queste parti a passeggiare in centro in queste sere di Perdonanza,