Il tripode dei campionati mondiali scolastici di sci (Wscski) illumina la montagna più alta dell’Appennino, il Gran Sasso d’Italia «quale segno di pace e integrazione tra i popoli». Nel giorno dell’inaugurazione del nuovo impianto luci sulla funivia del Gran Sasso, gli organizzatori della kermesse iridata hanno aperto idealmente le danze, anche se il via ufficiale avverrà la prossima settimana. L’edizione 2016 dei campionati – organizzata nel comprensorio montano più a Sud d’Europa – si svolgerà nelle stazioni sciistiche di Campo Felice, Ovindoli e Centomonti Lucoli (sci nordico) dal 22 al 27 febbraio, organizzata dall’Isf, dal Miur e dall’Ufficio scolastico regionale per l’Abruzzo.

Diciassette delegazioni, oltre 650 accreditati tra atleti e accompagnatori, pronti a dare il meglio tra le nevi dell’Aquilano, in uno dei comprensori a sud d’Europa. Manca ormai poco ai campionati mondiali studenteschi di sci, in programma dal 21 al 27 febbraio, una delle manifestazioni più attese del calendario agonistico federale. Anche al netto dei campioncini di rientro dai quasi concomitanti Giochi olimpici giovanili di Lillehammer (Norvegia), il livello tecnico delle gare in programma è piuttosto alto. L’evento è organizzato dalla “International school sport federation”, dal ministero dell’Istruzione e dall’Ufficio scolastico regionale per L’Abruzzo. Una kermesse multicolore che vede in gara atleti-studenti

Accordi sulla strada

E poi succede questo. Nel mezzo del cammin di nostra vita ritrovo 3-4 scapestrati come me che si stanno suonando sotto. E sono pronti a suonare di tutto, veramente di tutto… Anche le mie canzoni

È da poco passata la mezzanotte quando l’auto che accompagna J-Ax si presenta alle porte del Bliss. Manager, tecnici del suono e una scorta minima precedono il “rapper atipico” che entra nel Bliss vestito come uno dei Blues Brothers, ma nel camerino ad attenderlo c’è un ritratto a matita di Federico Coda che lo vede in canottiera e cappello di lana. Mezzobusto, grandezza naturale, il disegno dell’artista aquilano gli piace talmente tanto che decide di non salire sul palco senza aver prima fatto in modo di far arrivare il quadro in macchina. J-Ax si muove a suon di “Bella zio”.

La giornata volge al termine e l’insegnante di biologia chiama una ragazza alla lavagna per mettere a fuoco alcuni concetti. Pochi istanti, prima che un tonfo improvviso richiami l’attenzione di tutti: un giovane è a terra e ha perso i sensi. Inutili i primi soccorsi, prestati proprio dal docente: è morto così, Christian Lombardozzi, 17 anni, studente dell’Alberghiero Monsignor Edmondo De Panfilis. L’INCIDENTE. Una tragica fatalità sotto gli occhi increduli dei compagni di classe. Un episodio che ha messo sotto choc un’intera comunità, il giovane era originario di Roccacinquemiglia e aveva tantissimi amici a Castel di Sangro. Secondo le prime

«Così non va… non potete prendervela con gli altri, non potete cercare sempre l’alibi: una volta l’arbitro, una volta gli avversari… sono tutte scuse». Rugbista di vecchio corso e tecnico della palla ovale, Mario Di Giovanni non vuole sentire ragioni dentro e fuori il campo. «Facciamo sempre fatica a guardare cosa noi sbagliamo, perché è più facile puntare il dito sugli altri. Questa è una cosa tipicamente italiana», ripete tra un’azione e l’altra. Le “Vecchie fiamme Old rugby” lo hanno scelto alla guida della squadra. Fino a qualche mese fa non avevano un vero e proprio allenatore. Del resto, nel

C’era una volta un sogno. Quello di riempire uno spicchio di città di studenti che fanno sport, sposando quella filosofia che per anni ha accarezzato il movimento sportivo internazionale universitario. Non solo gare di alto livello, ma anche allenamenti e partitelle, per sgranchire un po’ le gambe e, soprattutto, i nervi tra una lezione e l’altra. Il Centro universitario sportivo, che esiste dal 1963, ha individuato nell’area di Centi Colella quello spicchio di città. È lì che, poco a poco, è sorto un complesso sportivo che ogni anno accoglie migliaia di persone. Un insieme di impianti, che affianca i campi gestiti

Due gennaio, anno del Signore 2016. La signora Patrizia incalza il sindaco Massimo Cialente su Facebook: «Che palle questa città di sabato sera, non sapere cosa poter fare specie se sei una famiglia con bambina… e dateve ‘na mossa». Il primo cittadino, che di solito ha i tempi di reazione molto rapidi sui social network, stavolta non si mette fretta. Lascia passare 36-48 ore e poi replica commentando: «Mi scusi signora. Sono due giorni che mi chiedo cosa lei avrebbe potuto fare con una bambina di sabato sera a Pescara o Roma o Teramo o Chieti. O Vercelli. La prego,

Coriandoli e stelle filanti a coprire ogni singola mattonella della piazza. Bustine colorate e spray distribuiti da una bancarella posta a un angolo, accanto allo stand dei cd e delle magliette. Dalle 10 in poi, nel giro di poco, piazza Duomo si riempie di mascherine. Comunque la si metta, questi piccoli supereroi sono l’unica garanzia che questa città può ancora farcela. Altro che masterplan, altro che piani di ricostruzione.