Strage a Bruxelles, la città simbolo dell’Ue, ora listata a lutto e sotto shock. Prima due kamikaze all’aeroporto, poi una bomba nella metropolitana all’ora di punta hanno seminato morte e paura colpendo il cuore dell’Europa. Il bilancio provvisorio degli attacchi, di cui l’Isis ha rivendicato la paternità, è di 34 morti e oltre 200 feriti, ma probabilmente è destinato a crescere per le condizioni gravi in cui versano alcune delle persone ricoverate in ben 25 ospedali della capitale. Al momento è stato possibile accertare che sono solo tre gli italiani rimasti coinvolti negli attentati, per fortuna in maniera non grave.

Un viavai di volti, parole, odori. Ogni giorno quello della stazione è un mondo veloce, sfocato, che passa davanti ai nostri occhi senza che sia possibile fermarlo e esaminarlo nei particolari: c’è sempre qualcosa che sfugge, dei passi frettolosi, un discorso colto a metà, un odore appena accennato e subito confuso tra gli altri. Eppure all’alba la stazione sembra un altro luogo: tutto è immobile, come sospeso nella luce quasi bianca del primo mattino, che rende sempre tutto così pulito. A rompere il silenzio soltanto i primi annunci dei treni, seguiti dopo qualche minuto dal loro sferragliare sui binari. Un’altra

Palazzi, ville, terreni agricoli e non, ma anche aziende e negozi. Immobili e proprietà frutto di attività criminali e che ora sono nelle mani dello Stato. Sono 276 i beni sottratti in Abruzzo alla criminalità e in gran parte riassegnati a Comuni, Province, Regioni, Ministeri o forze dell’ordine. Una malavita che nella nostra regione assume forme differenti: i clan rom nella costa, la criminalità organizzata nell’entroterra e, a sorpresa, i grandi evasori di tasse che qui sono puniti alla stregua dei mafiosi. La legge è chiara: perché i beni possano essere confiscati è sufficiente il sospetto che provengano da un

È stato all’Aquila nel post-sisma per ritrarre i luoghi maggiormente segnati dalla tragedia e ora, in occasione del settimo anniversario, vi farà ritorno per un’esposizione a tema. L’artista britannico Jason Gibilaro poterà nel capoluogo la forza dei suoi colori per un racconto narrativo a 360° sull’esperienza drammatica del post- sisma. L’inaugurazione è prevista domenica 3 aprile con un vernissage a partire dalle 19. La mostra sarà poi visibile fino a venerdì 15 aprile all’interno dei locali della cantina del Boss, in piazza Regina Margherita. Gibilaro vive a Londra, ma la sua famiglia è legata all’Aquila. I suoi dipinti raccontano atmosfere

Gli attentati di Parigi e Bruxelles, più di altri, più di quello alla sede di Charlie Hebdo – avvenuto all’inizio del 2015 – più delle atroci decapitazioni sul web, hanno puntato l’attenzione sulla rapida ascesa del califfato che in poco tempo è riuscito ad attrarre tantissimi giovani da ogni parte del mondo. Si ritiene che i ragazzi aderenti a quest’organizzazione siano spinti dal desiderio di sentirsi parte di un gruppo e di cercare la propria identità, ignari di ciò cui andranno incontro. L’Isis si sta mostrando abile nel promuoversi via Internet grazie al quale è possibile mettersi in contatto direttamente

Oggi ho deciso di strappare via per un po’ la scienza dal suo infinito dibattito con la religione perché mi andava di chiederle come procedesse il suo rapporto con l’arte. Mi ha confessato di trovarsi in una relazione complicata, siccome per la maggior parte degli artisti è abbastanza dura rassegnarsi alla presenza di una disciplina così razionale alla base delle loro istintive e inspiegabili passioni. L’arte, indispensabile creatrice di sensazioni e infallibile mezzo per dar voce alle proprie emozioni, necessariamente presuppone un matrimonio combinato con la materia scientifica. Nel caso della musica il confronto è palese: tempi, frazioni e numeri

«È un’arte convivere col dolore, mischiare la luce col grigio». Anno 2002, il mondo contava ancora le macerie delle Torri Gemelle e i Pearl Jam, rock band statunitense, si apprestava a far conoscere al resto del mondo la potenza silenziosa di una canzone, scritta per elaborare una tragedia vissuta in prima persona: due anni prima a Roskilde in Danimarca, si erano visti morire davanti nove persone «Perdemmo nove amici che non conosceremo mai». Venne fuori così “Love boat Captain”, uno dei capolavori di sempre, una canzone che, prendendo in prestito quel “All you need is Love” dei Beatles, spinge a

«Tre, due, uno… prova ancora…». Una partita a campana? Due tiri a zirè? Una recita, oppure una schitarrata? Una corsa in una pista improvvisata al centro di una piazza improvvisata. Uno spazio strappato al fango e al cemento, in un’area altrimenti dimenticata per quanto rappresenti un punto strategico a ridosso dell’ospedale e del complesso universitario di Coppito. Quell’area che, per volontà di una ventina di associazioni aquilane, rimaste senza sede dopo il sisma, è stata trasformata in un’esperienza nuova e senza precedenti nel contesto aquilano: un luogo fisico, battezzato “Piazza d’Arti”. Qui le associazioni hanno ricostruito le loro sedi e

Notte umida sulle strade della capitale il vento è la musica di St. Patrick atomi di litio ballano i miei sensi restano a guardare notte fredda, il violino/ il banjo / il flauto non stanno più in piedi da soli luna nera su Dublino il vento e le canzoni in strada già nuotavano nel fango (qui sotto un cielo che non basta mai) una bicicletta /una bottiglia vuota /il vento pagano sui capelli sfondo metropolitano le donne sul marciapiede chiudono i loro occhi al colore della mia pelle e se in questa notte io mi metto a recitare gli alberi