Per molti anni Liz Obert si è svegliata, si è vestita ed è andata a lavoro come se tutto fosse normale. Ma quando tornava a casa, si sentiva depressa, senza speranza e piena di paure. A vent’anni le è stata diagnosticata la depressione. Da quel momento ha fatto uso di farmaci che però, almeno inizialmente, non sembravano funzionare. Finché, nel 2009, una psichiatra le ha diagnosticato un disordine bipolare di secondo tipo e le ha prescritto degli stabilizzatori per l’umore. Così, anche se da allora ha dovuto cambiare farmaco un paio di volte, per la maggior parte del tempo Liz

Kurt Cobain avrebbe compiuto 50 anni il 20 febbraio 2017. Nel giorno del suo compleanno, VH1 dedica l’intera programmazione al cantante dei Nirvana, ricordandolo con il VH1CobainDay. In programma il  “Best of Grunge”, una carrellata dei video più significativi dell’era d’oro di Seattle (Pearl Jam, Soundgarden, Alice In Chains e, naturalmente, Nirvana). A seguire “Kurt Cobain: All Apologies”, un documentario della BBC che ripercorre tutta la storia del cantante dei Nirvana, dalle prime schitarrate al successo di “Nevermind”.  Quindi, toccherà a “Last Days”, film di Gus Van Sant ispirato agli ultimi giorni di Kurt Cobain, morto suicida il 5 aprile 1994: nella parte del protagonista Michael

Un giovane gambero pensò: – Perché nelle mia famiglia tutti camminano all’indietro? Voglio imparare a camminare in avanti, come le rane, e mi caschi la coda se non ci riesco. – Cominciò a esercitarsi di nascosto, tra i sassi del ruscello natio, e i primi giorni l’impresa gli costava moltissima fatica: Urtava dappertutto, si ammaccava la corazza e si schiacciava una zampa con l’altra. Ma un po’ alla volta le cose andarono meglio, perché tutto si può imparare, se si vuole. Quando fu ben sicuro di sé, si presentò alla sua famiglia e disse: – State a vedere.- E fece

Un modo alternativo di passare un’oretta il giovedì sera. Amici, un tavolo, bicchiere di vino, noccioline e due chiacchiere, rigorosamente in inglese

“La disuguaglianza globale non è un caso. E’ il risultato di un disegno ben preciso. Grazie a questa disuguaglianza abbiamo manodopera e materiali a baso costo che ci permettono di avere così tanto per così poco”. Di recente, Internazionale  ha contribuito alla divulgazione in Italia di un video del Guardian a cura di  Kehinde Andrews, professore di sociologia all’università di Birmingham. Andrews è esperto di tematiche legate al razzismo e all’intolleranza e il suo saggio “Resisting racism: race, inequality and the black supplementary school movement” ha ottenuto l’attenzione del pubblico internazionale. “L’occidente è stato costruito sul razzismo. L’idea di razza è

«L’immaginazione nella città dormitorio è un’immagine che proprio non so far volare… e lo stupore un’imprudenza da addomesticare». Il concerto dei Marlene Kuntz della settimana scorsa doveva essere (ed è stato) un abbraccio alle zone colpite dal terremoto e d’emergenza maltempo. Ma molti hanno percepito le parole scelte da Cristiano Godano e compagni nella canzone di apertura “La città dormitorio”, come del sale sulle ferite di una città che mai come oggi stenta a dare risposte a chi chiede un’alternativa alla cultura da centro commerciale. Soprattutto i più giovani. E la musica dal vivo, in qualche modo, una risposta lo

La Brexit, le elezioni americane, i confronti elettorali alle porte in Olanda, in Francia e in Germania. Quali saranno le nuove frontiere istituzionali dell’Europa? Istituzioni e giornalisti a confronto a Reggio Calabria dove è in corso un seminario dal titolo  “L’Europa per l’Italia, l’Italia per l’Europa: il ruolo dell’informazione”. L’incontro, in programma nella  sala Versace del Cedir, articolato in due moduli.  Durante il pomeriggio del 9 febbraio c’è a riflessione sulle strategie di comunicazione in Italia, nel corso della mattinata del 10 febbraio gli eurodeputati della Circoscrizione elettorale europea Meridionale presenteranno  le problematiche inerenti una migliore comunicazione locale dei temi

Il 1936 si è preso la vita di un artista, un poeta e soprattutto un uomo, capace di sfruttare la forza delle sue idee, dei suoi sentimenti e persino delle sue insicurezze per realizzare un’opera letteraria e teatrale immortale. (Fabio Iuliano, New York Andalusia del Cemento, Vallelaghi (TN), Aurora Edizioni, 2016) Scrivere un saggio su Federico Garcia Lorca, uno dei più importanti poeti e drammaturghi spagnoli del secolo scorso, non è impresa di poco conto; soprattutto se consideriamo la mole bibliografica che ruota intorno a quest’autore, nato a Fuente Vaqueros nel 1898 e assassinato nel 1936 nei pressi di Granada, conosciuto

Dal primo allestimento di Mariana Pineda, con la collaborazione di un certo Salvador Dali, alle lunghe sessioni di prova con la compagnia di Marguerita Xirgu, è forse il teatro il legame più intenso tra Federico Garcia Lorca e Barcellona. Ma la storia del poeta granadino si intreccia anche con qualsiasi istanza volta a difesa dei diritti degli omosessuali. Lorca fu tra i grandi perseguitati a causa del suo orientamento sessuale e pagò con la morte. Una vicenda che ha contribuito alla progettazione e alla realizzazione di un Homomonument, un movimento per ricordare le vittime delle persecuzioni feroci cui furono sottoposte