Nella no man’s land della movida sulla costa pescarese
18 Agosto 2017 Condividi

Nella no man’s land della movida sulla costa pescarese

Se ti muovi verso sud, e ti lasci le Tre Palme e il Tortuga alle spalle, entri nella “No man’s land” tra Pescara e Montesilvano, un avamposto metropolitano che ancora risente della speculazione edilizia degli anni ’70 e ’80.

Nella stagione fredda lo scenario non è dei più suggestivi, con la prostituzione di strada e d’appartamento a riempire quel vuoto di domanda che è proprio conseguenza dei calcoli errati dell’industria del cemento. In primavera-estate l’atmosfera cambia. Le spiagge lunghe e sabbiose si riempiono di ombrelloni e gli stabilimenti registrano il pienone, in barba alla crisi e alle incertezze della qualità dell’acqua.

È proprio da queste parti che di sera si scatenano le idee di gestori e ristoratori, tra dj set, musica dal vivo, menu a base di pesce e carne.

Una volta era il tempo dell’Ammiraglia e del Barracuda. Con il Tabacchi Jazz a fare da ponte tra il vecchio e il nuovo millennio. Un periodo, quello, in cui la Lampara iniziava a sviluppare un programma di musica alternativa che continua ad evolversi di anno in anno.

Lo schema della serata all’inizio era piuttosto semplice. Birretta sulle note di un gruppo dal vivo o dj sound indipendente e poi un giro nella spiaggia libera accanto a socializzare e, talvolta, a fumare qualche cannetta.

Le abitudini non sono cambiate più di tanto, anche se oggi la Finanza frequenta molto di più le aree limitrofe. La Lampara ha portato avanti un preciso programma di intrattenimento estivo tra sabbia, sapori e suoni, capace di coinvolgere ogni settimana migliaia di persone.

Da segnalare, tra i concerti dell’estate, quello dei Kaleido e quello della Betobanda che ha fatto vivere al locale atmosfere brasiliane inedite. Il tutto accompagnato da menu che premiano una ricerca accurata dei prodotti del territorio. Una scelta che è frutto di una collaborazione con piccole aziende abruzzesi. Il resto lo fa la predilezione per il pescato locale, o comunque di provenienza italiana, abbinata ad alcune delle eccellenze straniere e non.

Poco più avanti c’è lo stabilimento Hawaii, un locale elegante ma allo stesso tempo versatile e camaleontico capace di trasformarsi un giorno in un’elegante sala da banchetto nuziale e il giorno seguente nel parterre di un concerto rock.

Il Pepito beach, invece, ha un’anima morbida e un ricco calendario di eventi live con cover band per tutti i gusti, dai cantautori italiani ai mostri sacri del rock internazionale. Da segnalare i party, con tanto di “doccia” a base di mojito, con programmazione a scadenza regolare.

Poco più avanti si apre la “sfida” tra gli sportivi: Vitantonio Liuzzi, col suo Penelope a mare (ex Miami beach) e Jarno Trulli col suo Tahiti che si accredita tra i migliori ristoranti di pesce della zona. Una competizione in parallelo come quella proposta tempo fa tra l’ex giocatore del Pescara Michele Gelsi, che gestisce da anni Lido Azzurra, e l’allenatore del Sassuolo (e anche ex biancazzurro) Eusebio Di Francesco con il suo Stella d’oro, dall’altra parte della riviera.

di Fabio Iuliano – fonte: Virtù Quotidiane