Follow the karaoke… attraverso quella linea sottile che unisce “i peggiori bar”. Ecco che arriva la Locomotiva, ultima tappa del tour di Virtù Quotidiane prima della pausa estiva. “Non so che viso avesse / neppure come si chiamava / gli eroi son tutti giovani e belli“. E i volti dei nostri eroi, padre e figlio, li vedi ritratti sul muro di fronte all’ingresso principale: Marco Di Censo da un lato e dall’altro babbo Angelo, ex poliziotto originario della valle Subequana con la passione per i cantautori. Il riferimento a Guccini non è un caso, anche se siamo a due passi

“Musica, non-poesia e flamenco sulle orme di Garcia Lorca”. Questo il titolo della serata in programma al locale “Fratelli- il Bacaro”, venerdì 15. Sullo sfondo il libro di Fabio Iuliano “New York Andalusia del cemento-il viaggio di Federico García Lorca dalla terra del flamenco alle strade del jazz”. Un volume che ripercorre le principali tappe artistiche e biografiche del poeta granadino. Parteciperà alla lezione la ballerina di Flamenco, Ilaria De Angelis che accennerà i passi di alcuni degli stili che hanno influenzato i componimenti in prosa e in poesia del poeta granadino. La musica vede la partecipazione del gruppo Y.a.w.p. e le

La mia gara è iniziata qualche giorno prima: una corsa contro il tempo per recuperare da un’abrasione della cornea causata, credo, dalle polveri sollevate dai cantieri in centro. La dottoressa in ospedale, che ringrazio infinitamente per disponibilità e pazienza, mi ha prescritto una cura che ho seguito alla lettera e solo venerdì pomeriggio, dopo la visita, mi ha dato il via libera per presentarmi al via. In questi giorni è stato tutto un “ma dove vai?”, “ma chi te lo fa fare?”.. e poi mia madre… “se la gara dura 7 ore quando torni a pranzo?”… e poi mia zia:

E poi tocca a lui, “the king”, quello che il karaoke all’Aquila lo ha inventato e porta in giro i suoi microfoni, ripuliti dopo ogni cantata con lo spray (mai vista una cosa del genere), dai tempi in cui Fiorello si esibiva nelle piazze insieme a Fiorellino. Colui che organizza almeno tre o quattro feste a settimana ogni volta in un locale diverso, all’Aquila, Sassa o in altre location della Valle dell’Aterno. Serate pubblicizzate da locandine che fanno il giro da una bacheca all’altra grazie a un sistema ossessivo-compulsivo di condivisioni social studiato dal team di Facebook in fase di

Ancora una volta in città e ancora una volta a cantare sotto la luna, incastonata tra le gru di piazza Duomo.  Francesco Tricarico ha chiuso la stagione live del locale Fratelli-il Bacaro 2.0 che lui stesso aveva inaugurato lo scorso autunno. Con fantasia e ironia, il cantautore milanese ha riempito uno dei più gettonati palchi del centro storico, forte del suo linguaggio capace di abbracciare un pubblico senza età. Ancora una volta in uno spettacolo elettro-acustico incentrato su una continua dialettica con il pianista Michele Fazio per ascoltare i successi di sempre come “Io sono Francesco”. Ogni volta è un

Siamo a Parigi, è il 2002. New York ha da poco mostrato al mondo l’orrore delle Twin Towers quando, nella capitale francese, un uomo vive il suo terribile risveglio tra le cadaveriche mura di un ospedale psichiatrico. Perché è lì? Come ci è finito dentro? Urge, fin da subito, un compulsivo tentativo di riprendere coscienza per ricostruire un senso e una consequenzialità di eventi nascosti da 48 ore di assoluto buio mnemonico. Il momento storico non aiuta, data l’estrema fragilità di ogni convinzione umana frantumata e lanciata in pasto alle grinfie di illogicità politiche, sociali e culturali. Ed è proprio

La video intervista con tutti i retroscena del making di Lithium 48 – il libro di Fabio Iuliano. Un  itinerario introspettivo e non di 48 ore attraverso i vicoli di una Parigi controversa e misteriosa, con un protagonista maschile alla ricerca di se stesso. Simone è un giovane  blogger e musicista amante del grunge e di tutto l’alternative rock in generale che ci introduce nella sua storia e nel suo tormento dal risveglio in una casa di cura dove vengono accompagnate le persone sottoposte a trattamento sanitario obbligatorio. La storia si dipanerà febbrilmente in 48 ore, in un contesto storico intriso di paura poiché ci troviamo catapultati a

F.i.g.a. ecco… a scrivere così pare brutto iniziare un pezzo e non me ne vogliano i movimenti #MeToo e via dicendo. Se lo faccio, è per puro dovere di cronaca. Perché F.i.g.a. è la prima cosa che ho visto entrando nel Lulam bar di viale della Croce Rossa. Non quella lì… (oddio un po’ anche… per carità) ma un acronimo stampato sulla maglietta di un simpatico avventore. Un acronimo che  sta per Federazione italiana giocatori alcolizzati. Giocatori di cosa poi? Boh, il simpatico avventore se ne è andato senza rilasciare dichiarazioni. Ma dopo cotanta visione, non poteva essere che il

“Tranquillo… scrivi quello che vuoi… faccio tutto alla luce del giorno… tranne la notte…”. Ecco, uno come Francesco “Checco” Cianca te lo vedi tranquillamente davanti alla consolle del karaoke, in una mano il microfono nell’altra un bicchiere di gin e campari. Te lo immagini anche a bordolago in completo mimetico con uno storione gigante fra le braccia. O anche in sella a una city bike a fare slalom tra macchine e rotaie della metropolitana. Quelle rotaie che non sono bastati dieci anni di amministrazione di dichiarati appassionati di bicicletta per togliere. Non te lo immagini, invece, con la muta brandizzata