“Per L’Aquila e per chi ci ha lasciato”
6 Aprile 2019 Condividi

“Per L’Aquila e per chi ci ha lasciato”

“Ognuno ha il proprio passato chiuso dentro di sé come le pagine di un libro imparato a memoria e di cui gli amici possono solo leggere il titolo”, scriveva Virginia Woolf. Un libro dietro ogni fiaccola, a raccontare un tempo che mai si è fermato in questi dieci anni. Un orologio che per tutti scandisce minuti, ore giorni da quelle 3.32 in avanti. È la sua percezione a cambiare, specie quando striscioni come quello in omaggio alle giovani vite spezzate, tra gli studenti, tornano a sfilare per via XX Settembre. “È triste leggere negli occhi di mamma e papà la certezza che neanche stasera tornerò a casa”, si legge. E ogni volta è un colpo al cuore. «Non avevo mai avuto il coraggio di venire qui alla fiaccolata», commenta tra le lacrime Tommaso Chiavaroli, il papà di Giuseppe, calciatore scomparso quel 6 aprile. Un passato nelle giovanili della Fiorentina e un amore incondizionato per la squadra del paese, il Lauretum. Ogni domenica, dopo la partita, prendeva la macchina e raggiungeva all’Aquila la fidanzata Francesca. Sono rimasti insieme sotto le macerie di una casa di amici in via XX Settembre. «Per me è come se tutto fosse successo ieri. Dieci anni non sono niente. Il dolore è rimasto invariato».

LUCI NELLE CREPE. Ma tra le fiaccole si fa strada anche una storia di luce tra le crepe: all’ospedale De Lellis di Rieti è nato ieri, esattamente dieci anni dopo la scomparsa di suo zio Luca Lunari, una delle tre giovani vittime reatine del sisma dell’Aquila, il piccolo Leonardo. L’ha messo al mondo Valeria, una delle due sorelle dello studente.

IN TANTI DA FUORI. In tanti sono arrivati da fuori. Come i Comitati dei familiari delle vittime delle stragi di Viareggio, Rigopiano e dei terremoti di San Giuliano di Puglia, Amatrice e Centro Italia, Emilia Romagna. Presenti anche dei gruppi territoriali che hanno seguito da vicino il disastro della Moby Prince e la questione ambientale della Terra dei Fuochi. Diversi anche i gruppi alpini, le associazioni di protezione civile – presente anche quest’anno il capo della Protezione civile Angelo Borrelli. Numerosissimi i volontari della Croce Rossa di tutta Italia.

IL PREMIER CONTE. Poco prima della partenza della fiaccolata è arrivato il premier Giuseppe Conte, giunto al centro commerciale Meridiana, vicino al luogo del raduno da dove è partito il corteo. Il presidente del Consiglio è stato accolto dal sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, e dal presidente della Regione, Marco Marsilio. Conte ha incontrato Vincenzo Vittorini, medico che nel sisma ha perso la moglie e la figlia. «Siamo qui e continuiamo a combattere non per il presente e nemmeno per il passato», ha detto Vittorini. «Quello che ci è stato tolto non ce lo restituirà mai nessuno. Lottiamo perché in futuro mai nessuno dovrà patire quello che noi abbiamo patito. All’Aquila, a Viareggio, a San Giuliano Di Puglia, a Genova. Non può essere più possibile». In tal senso, il confronto con Conte. «Al presidente del consiglio ho detto che abbiamo presentato un documento al ministro della Giustizia, frutto del lavoro del coordinamento nazionale delle vittime dei disastri», ha aggiunto il medico. «In esso si chiede di investire in prevenzione e in sicurezza. Si chiede di fare finalmente verità nelle stragi impunite italiane. Chiedendo anche riforme della giustizia in direzione dell’accelerazione dei processi, e della lotta alla prescrizione facile. Conte mi ha risposto che dal primo gennaio 2020 la prescrizione sarà bloccata dopo la sentenza di primo grado. E che queste sono misure che ogni paese civile dovrebbe attuare».

VOLTI DEL PASSATO. Tanti i politici protagonisti dei primi anni dell’emergenza, a partire dall’ex sindaco Massimo Cialente e dall’ex sottosegretario Gianni Letta. È tornato anche il neoeletto segretario del Pd, Nicola Zingaretti, che 10 anni fa era presidente della Regione Lazio. «Sono stato qui sin dal primo anno», ha ricordato. «E con L’Aquila abbiamo avviato vari progetti». A sfilare anche Walter Veltroni e il senatore Luciano D’Alfonso che in aula ha dedicato un intervento al sisma.

LA FIACCOLATA. Le fiaccole hanno illuminato via XX Settembre – dal ponte di Belvedere sono stati accesi fumogeni sulla scritta delle 309 vittime –, raggiunto la Casa dello Studente per poi proseguire verso la Villa Comunale. Quindi viale Crispi, via Iacobucci e viale Rendina prima di entrare in corso Federico II e piazza Duomo. Lì, per chi è riuscito a vincere il freddo, la celebrazione, alle Anime Sante, presieduta dal cardinale Giuseppe Petrocchi. Una preghiera eucaristica che ha dato spazio alla lettura dei nomi. La corale “Lorenzo Perosi” ha accompagnato la liturgia. A seguire, veglia di preghiera animata dalla Congregazione Salus Populi Aquilani. Poi i 309 rintocchi alle 3.32 e il silenzio.

di Fabio Iuliano – fonte: il Centro