Medico uccide moglie e figli all’Aquila e poi si suicida
31 Marzo 2023 Condividi

Medico uccide moglie e figli all’Aquila e poi si suicida

Uccide la moglie e i due figli e poi si suicida: è accaduto in una villetta a Tempera, frazione dell’Aquila. L’omicida è il medico aquilano Carlo Vicentini, primario di urologia all’ospedale di Teramo, in pensione da un mese. L’uomo avrebbe usato una pistola regolarmente denunciata per uccidere il figlio Massimo, di 43 anni, disabile e attaccato ad un respiratore, la seconda figlia Alessandra, di 36 anni, e la moglie.

L’uomo avrebbe lasciato un biglietto, composto da pensieri farneticanti. Questo lascerebbe intendere che il medico, dopo il pensionamento, depresso e introverso secondo molti per le gravi condizioni di salute del figlio, non avrebbe premeditato la strage. Ma le indagini proseguono. A tale proposito il noto urologo avrebbe sparato ai suoi familiari mentre erano al letto: il figlio disabile è stato ritrovato sotto le coperte, la figlia, che evidentemente ha tentato di nascondersi, è stato ritrovata sotto al letto e la moglie, invece, nel corridoio nel disperato tentativo di mettersi in salvo. Il medico si sarebbe tolto la vita nella sua stanza.

L’ultimo accesso su WhatsApp del telefono di Alessandra Vicentini risalirebbe alle 2 della notte tra mercoledì e giovedì. Al vaglio degli inquirenti tutti i telefonini. Nessuno dei vicini potrebbe indicare con certezza l’ora dell’omicidio suicidio. “Viviamo in una zona dove il rumore dei colpi può essere facilmente confuso – spiega un vicino nella villetta di fronte -. Non abbiamo sentito nulla di particolare, pur notando che la casa del dottor Vicentini è rimasta chiusa per tutta la giornata di ieri”. Fuori dall’abitazione anche Giovanni Vicentini, fratello dell’urologo. “Mi aveva detto due giorni fa che con tutta la famiglia sarebbe andata al mare a Tortoreto (Teramo) – spiega – ieri ho provato a contattarlo senza ricevere risposta. Ho solo visto che le finestre erano abbassate e ho pensato fossero già partiti. Solo oggi, con delle chiavi secondarie sono andati ad aprire, rendendosi conto della tragedia”.

“Una vicenda estremamente grave”. Queste le parole dell’avvocato di famiglia Emilio Bafile. “Era un professionista straordinario – ricorda il legale – ha sofferto sicuramente per la situazione clinica del figlio che stava poco bene e questa vicenda lo ha segnato. Ovviamente, la sofferenza è arrivata all’estremo e ha maturato questa idea”. “Ci avevo parlato qualche giorno fa – aggiunge – anche in quell’occasione si è confermato una persona di livello, di tanti interessi. Una persona di spicco, ma le condizioni del figlio hanno pesato molto sulla sua esistenza”.

“Siamo devastati. E’ una tragedia che non riusciamo a spiegarci: il professor Vicentini era un urologo molto bravo ed apprezzato oltre che un uomo gentile, sensibile e disponibile”. Così il direttore generale della Asl di Teramo Maurizio Di Giosia.

“Era andato in pensione circa un mese fa, dopo aver fatto un grandissimo lavoro nella nostra azienda, nel reparto di urologia a gestione universitaria – continua il dg – al momento del pensionamento il reparto è tornato a gestione ospedaliera, ma ha continuato con il grande lavoro impostato da Vicentini che era medico ricercato da fuori Teramo e fuori regione”.

Y3M