Simonetti: Profondo rosso, emozione senza tempo
Bastano poche note per riconoscere il leit motiv di “Profondo Rosso”, una perla nella storia del gruppo progressive-rock dei Goblin, famoso soprattutto per aver musicato i film di Dario Argento tra cui appunto l’omonima pellicola cult Profondo Rosso (1975), ma anche Suspiria, Phenomena, Tenebre e poi Zombi di George Romero. Un trio che si prepara a sbarcare all’Aquila dopo una fortunata parentesi a Brisbane, in Australia. Claudio Simonetti (tastiere), Bruno Previtali (chitarra) e Titta Tani (batteria) sono in concerto questa sera al centro culturale di Tempera alle 21.30. Un evento targato Phm Events di Chiara Masciovecchio e Diego Fiordigigli che
L’amore è incanto e ammirazione non è aspettative. C’era una volta un leone. Il suo amore gli chiese di diventare una gazzella e lui si fece gazzella. In quel mentre passò un leone affamato e se la mangiò. (Lui parla così del suo Paradiso) No, non ce lo vedi uno come Francesco Tricarico a parlarti di geopolitica. E lui e il suo compagno di merende Michele Fazio non sono affatto credibili se raccontano che per venire all’Aquila in tempo utile hanno dovuto rinunciare a un invito in Corea del Nord da parte di Kim Jong-un. Molto più credibile, Tricarico quando
La Film commission divide l’Abruzzo
«Queste vallate, il fascino di certi paesaggi, tutta questa bellezza va assolutamente valorizzata, mi chiedo come mai questa splendida Regione non abbia ancora una Film Commission che possa mettere a disposizione una straordinaria scenografia naturale alle produzioni cinematografiche di tutto il mondo». Nel girare in Abruzzo la fiction “L’Aquila, grandi speranze” – 10 ore divise in sei serate su Rai Uno da febbraio 2018 – Marco Risi ha espresso a più riprese il concetto che un territorio come questo non può perdere delle occasioni importanti perché non esiste ancora un’organizzazione competitiva e capace di attirare troupe e risorse. Nelle settimane
Can Dündar, L’Aquila e Stoccolma
La questione delle candidature al Nobel, si sa, è sempre piuttosto controversa. Non si può parlare di “nomination” ufficiali, ma di voci di corridoio supportate da questo o quel gruppo di interesse. Eppure, è da qualche giorno che a Stoccolma e dintorni circolerebbe anche il nome di Can Dündar e del suo Cumhuriyet, il giornale da mesi nell’occhio del ciclone per aver rivelato delle notizie in merito al coinvoglimento del governo Erdogan sul traffico di armi. «Essere giornalista oggi è pericoloso, in Turchia non sono l’unico ad aver subìto delle ripercussioni per aver detto la verità», ha detto, intervenendo all’Aquila
«Come artista ho suonato per cinquantamila persone e ho suonato per cinquanta persone, e vi posso dire che è più difficile suonare davanti a cinquanta persone. Cinquantamila persone hanno un’unica identità, a differenza di cinquanta spettatori: ciascuno di loro è un mondo a sé». Nell’accettare il Nobel per la Letteratura, Bob Dylan si era trovato a far pronunciare questa sua considerazione ad Azita Raji, ambasciatrice statunitense in Svezia. Come per dire che talvolta i palchi più piccoli sono quelli più impegnativi. Perché quando suoni in ambienti da pochi metri quadrati, la gente è lì non solo per ascoltarti ma per
“Fanc… la forza di gravità, quando sto con te io volo”. No, non bastava un sms o un messaggio su Whatsapp, magari corredato da un selfie. La dedica all’amata è rimasta impressa nel cemento grigio di uno dei corridoi interni dell’ex Sercom, questa sorta di incompiuta all’interno di quello che sarebbe stato un anfiteatro verde, con tanto di laghetto e sito paleontologico, tutto a ridosso del progetto case di Pagliare di Sassa. Una scritta a grossi caratteri rossi che, nel contesto di questa struttura il cui degrado la avvicina sempre di più alla definizione di “ecomostro”, appare addirittura più efficace
«Divulgare la scienza è come piantare dei semi tra le nuove generazioni, è questo lo spirito che anima iniziative come Sharper». Originaria delle Marche e laureata in astronomia all’Università di Bologna, Roberta Antolini cura il coordinamento di Sharper nell’ambito della notte dei ricercatori all’Aquila. Dal 1995 è responsabile delle relazioni esterne e della comunicazione scientifica dei Laboratori nazionali del Gran Sasso: in questo ambito organizza eventi a carattere divulgativo per le scuole e il pubblico in genere, gestisce l’ufficio stampa dei Lngs e mantiene rapporti istituzionale con enti e istituzioni nazionali ed esteri, oltre a ricoprire incarichi di rappresentanza dell’Istituto
A correre il rischio della solitudine, ci si ritrova in mezzo a una folla Nel maggio del 2015 Cumhuriyet, il maggiore quotidiano turco di opposizione, lancia uno scoop esclusivo che smaschera il coinvolgimento diretto della Turchia nella questione siriana. Un video girato un anno prima mostra un tir dei servizi segreti turchi che trasporta in Siria, nascosto sotto casse di medicinali, un carico d’armi pesanti, verosimilmente destinato alle forze del radicalismo islamico, al-Qaida e Isis. La notizia imbarazza il potere di Ankara; il presidente Erdoğan in persona minaccia pubblicamente i responsabili della diffusione del video. Pochi mesi dopo, Can Dündar,
La Turchia che R-Esiste ai diritti violati
“La Turchia che R-Esiste. Diritti umani e libertà di stampa”. È questo il titolo dell’evento organizzato dal gruppo aquilano di Amnesty International in collaborazione con altre associazioni del territorio e ospitato dalla Università degli Studi dell’Aquila. A ripercorrere le tappe delle ultime vicende della Turchia sarà uno dei più importanti giornalisti turchi, Can Dündar, arrestato dal regime mentre era direttore del quotidiano Cumhuriyet e dal 2016 esule in Germania, dove ha fondato il sito d’informazione Özgürüz (Siamo liberi). Vincitore del Premio Anna Politkovskaya per l’edizione 2017 del Festival Internazionale di Ferrara, prestigioso riconoscimento dell’ impegno e il coraggio dei reporter