Can’t deny me… torna il riot-rock dei Pearl jam
Nuovo singolo dei Pearl Jam divulgato attraverso il sito del fan club Ten Club, insieme alla promessa da parte della band statunitense di un nuovo album in arrivo, l’attesissimo seguito del lavoro targato 2013 e intitolato Lightning Bolt. Scritto da Eddie Vedder e Mike McCready, Can’t Deny Me è un attacco, neanche troppo velato, al presidente degli Stati Uniti, Donald Trump: “The higher, the farther, the faster you fly / You may be rich but you can’t deny me / Got nothing, got nothing but the will to survive / You can’t control and you can’t deny me” e ancora
“Great day to be Irish”
“È un gran giorno per essere irlandesi”, scrivono gli U2 sulla loro pagina Facebook, pubblicando la foto di una pinta di Guinness, un cilindro nero e verde e, sullo sfondo, uno schermo sintonizzato sulla diretta del Torneo delle Sei Nazioni. Non è affatto scontato vincere il Grand Slam (riconoscimento che si ottiene battendo le altre cinque nazionali nell’arco di una singola edizione), proprio nel giorno di Saint Patrick’s e proprio al Twickenham, nel tempio del rugby inglese, casa dei rivali di sempre.
L’Aquila, nei container-ghetto si dorme in sette
L’ultima storia raccolta nel libro fotografico “Le mani della città” non ha un nome né un volto. O meglio, il nome e il volto appartengono a tutti quegli operai le cui ossa fanno le spese di un contesto socio-economico legato alla ricostruzione in un momento in cui i grandi del mattone non si buttano più sull’Aquila perché i pagamenti arrivano tardi e c’è poco margine di guadagno. Non è più come nella fase emergenziale in cui hanno costruito le new town. «Il subappalto per un General Contractor è fondamentale», si legge nell’ultima pagina del volume. Parte dalla base di acquisizione
Giuseppe, il gruista sfuggito alla camorra
Giuseppe proviene da una famiglia numerosa, sette fratelli e cinque sorelle. È nato a Secondigliano, un quartiere di Napoli a volte piuttosto “movimentato”. Un quartiere di cui si parla tanto, ci sono disoccupazione, un po’ di delinquenza «ma dove vai vai Napoli è un casino», sottolinea, «c’è la gente tranquilla e quella più vivace, lì ognuno sceglie la sua strada, chi va di qua e chi se ne va di là. La gente è povera, ma è ricca di cuore, perché il poco che ha lo divide sempre». Una vita di impegno e sacrifici la sua, senza mai scendere a
Dall’Aquila al Cairo: le mani aperte di Fawzy
«Devo credere in tutti i libri, il Vangelo, la Bibbia, il Corano. Devo credere in tutto quello che è venuto prima del Profeta. Credo in Maria, e credo in Gesù. La religione è come una regola per la vita, qualcosa che ti aiuta a migliorare, è come il medico che ti toglie una sigaretta al giorno per farti smettere di fumare». Le mani di Fawzy si muovono nervose quando parla di queste cose. Un punto di incontro tra il suo credo e il punto di vista cristiano – che poi è come guardare la stessa cascata, ma da due versanti
Martin, L’Africa e il sogno di guidare un bus
Il Benin è uno dei Paesi più poveri dell’Africa, poco conosciuto. Martin viene da lì e lavora nei cantieri della ricostruzione post-sisma. La sua storia è raccontata nel libro “Le mani della città” di Claudia Pajewski. Il libro è stato presentato nella sede del Gran Sasso Science Institute alla presenza, tra gli altri, dell’ex ministro Fabrizio Barca. «Non abbiamo la guerra», racconta Martin, «la politica funziona e si vota regolarmente per eleggere chi ci rappresenta, insomma si vive in pace e in allegria anche se c’è la sofferenza della povertà. Sono nato 41 anni fa in un piccolo villaggio che si chiama Adromè, i
L’Aquila, la ricostruzione ha le mani di Marco
La ricostruzione non ha quasi mai i volti della classe politica, imprenditoriale o quello dei portatori di interesse chiamati a fare scelte importanti nell’ambito della scansione di tempi, mezzi e risorse a servizio dei vari cantieri. Protagonisti della ricostruzione post-sisma sono anche e soprattutto gli operai impegnati quotidianamente in prima linea. Punto di forza delle fotografie di Claudia Pajewski e del suo libro “Le mani della città”, presentato mercoledì nella sede del rettorato Gssi (ore 18.30), sono le storie personali di alcuni degli operai ritratti. Il volume si chiude anche con delle testimonianze raccolte in prima persona, questa è la
L’Aquila, mani e volti della ricostruzione
I ricordi di infanzia di Dorin, gli animali della fattoria e i compi di coltivazione in Moldavia. I canti di Fazwi, dagli armonici che possono suonare dissonanti a chi non è pratico della musica tradizionale egiziana. Le scorribande di Felice, dalla sua Sciacca, attraverso le strade della Sicilia, e il sorriso di Lamine che spunta dal caschetto arancione. Occhi, espressioni, smorfie che accompagnano il lavoro quotidiano di ricostruzione post-sisma, in quello che è tuttora il cantiere edile più grande d’Europa, popolato da migliaia di uomini. Un lavoro che la fotografa Claudia Pajewski ha voluto raccontare attraverso una serie di scatti
Nuovo incontro d’autore per la libreria Maccarrone all’Aquila dopo il premio Campiello Pino Roveredo. Sabato 3 marzo, alle 18 fa tappa nel capoluogo la scrittrice Carmela Scotti, per presentare il suo libro d’esordio, “L’imperfetta”, edito da Garzanti, finalista al Premio Calvino. Il romanzo è ambientato nella Sicilia di fine Ottocento, e ha per protagonista Catena Dolce, primogenita di una famiglia di contadini. La storia è segnata dalla morte del padre della ragazza, un evento che segna la sua vita tanto da spaccarla in due: un prima e un dopo. Tutta la vita di Catena è un contrasto di luci e