Facoltà di esistere

di Fabio Iuliano  Professori e studenti della facoltà di Lettere e filosofia si riuniscono in un sit-in di protesta davanti la sede del carcere minorile dell’Aquila in via Acquasanta. Obiettivo della manifestazione, che si aprirà mezz’ora prima al parcheggio del cimitero, la necessità di chiedere agli enti locali la possibilità di utilizzare questa struttura come sede provvisoria per il prossimo anno accademico.

di Goffredo Palmerini L’Aquila – C’era orgoglio, coraggio e dignità civica sui volti degli aquilani giunti dalle tendopoli, dai borghi e dagli alberghi della costa abruzzese dove hanno precario alloggio per manifestare nella loro città la ferma intenzione di voler rientrare subito nelle loro case, di far rivivere l’incomparabile centro storico dell’Aquila, di tornare presto alle abitudini quotidiane nel cuore stesso della città.

L’AQUILA. Dalle macerie del terremoto nasce – per iniziativa dell’associazione contro le mafie «Libera», fondata da don Luigi Ciotti – un osservatorio per la legalità sulla fase della ricostruzione. Una rete locale che lavorerà in sinergia con la struttura nazionale di Libera e del settore di Libera informazione e che, sin dall’alba del 6 aprile, è operativo anche nell’Aquilano: per essere vicini alle popolazioni, per monitorare la gestione dell’emergenza e le fasi della ricostruzione, tenere sempre accese le antenne su quello che accade in Abruzzo, soprattutto quando calerà il silenzio. L’osservatorio è stato presentato nella tenda dei Comitati cittadini al

«È una vecchia canzone, ma sono contento di ricantarla insieme a voi in segno di speranza». E così, Claudio Baglioni ha imbracciato la chitarra componendo con la mano sinistra l’accordo di re per suonare “Strada facendo” insieme a tutta la tendopoli della frazione San Giacomo. Ieri, la visita del cantautore romano all’area del «cratere», ha regalato un sorriso agli sfollati.

Porta a Casa

Tornerei alla festa di Noemi, giornali esteri telecomandati, nessuno ha fame, in Abruzzo mi amano, la Lega non mi sorpasserà e io non mollo. Silvio Berlusconi in affanno va da Vespa e si difende, mentre i giudici lo indagano per abuso d’ufficio e i sindaci del terremoto scendono in piazza contro il piano del governo. (foto di copertina @ motasemper)

“Sarebbe il caso di smettere di dare i numeri”. Lo ha affermato il vice presidente del Consiglio regionale d’Abruzzo, Giorgio De Matteis, nel corso del dibattito in assemblea regionale sul terremoto riferendosi alle dichiarazioni del capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, sul rientro, entro giugno, del 20 per cento dei terremotati nelle proprie case.

L’AQUILA. Le aree abitabili, la paura dei residenti di rientrare a casa, la necessità di puntellare il centro storico: anche se il terremoto del 1915 investi principalmente la città di Avezzano, il capoluogo d’Abruzzo si trovò a fare i conti con problematiche analoghe a quelle attuali. Lo dimostra una relazione tecnica redatta presentata da una Commissione incaricata all’amministrazione comunale dell’epoca che contemporaneamente rappresentò la necessità di intervenire sul centro storico e ribadì il rifiuto di costruire su nuove aree residenziali senza prima intervenire sui siti già esistenti.

Dalla prima del Maniesto: Ecco le «foto» che Berlusconi non può far sequestrare: «Altro che crociera, vogliamo le case», scende in piazza a L’Aquila la rabbia dei terremotati contro le chiacchiere del governo (foto di Fabio Iuliano). E a Roma in migliaia sfilano contro il G8 che blinda l’Europa agli immigrati. Maroni: «Schengen sospeso per un mese per il summit dei “Grandi” in Abruzzo» dove, minaccia il Cavaliere, «sarà inqualificabile manifestare».

di Fabio Iuliano L’AQUILA – Striscioni, megafoni, fischietti e caschi protettivi rossi e gialli entrano per la prima volta dentro la ‘zona rossa’ del centro storico dell’Aquila: così centinaia di aquilani si sono dati appuntamento questa mattina sotto la Fontana Luminosa per chiedere che siano messe nero su bianco le modifiche al decreto Abruzzo proposte dalle comunità dell’area del cratere. Da qui in corteo, avrebbero dovuto raggiungere via Strinella, senza percorrere le strade del centro, ma sin da subito, tutti i manifestanti sono apparsi compatti nel voler violare la ‘zona rossa’.