QUERENCIA Mia madre raccontava la guerra rispolverando gli episodi più paradossalie noi bambini ridevamo insieme a lei. La fame, gli stenti, le bombe raccontate con il sorriso di chi non ha mai pensato di arrendersi. Questo mi è venuto in mente osservando quello che rimane di piazza S.Pietro. La splendida chiesa, leantiche case di pietra la mitica trattoria “Lincosta”. Quelli che sono stati per noi del Querencia il nostro guscio sono spariti come dopo un bombardamento. Lì ci siamo sentiti protetti, lì abbiamo fatto vivere tante iniziative insiemea tutti voi, la parte più bella più viva della città. Oggi lentamente,

di Fabio Iuliano L’AQUILA. Sono passati solo pochi giorni dalla notte di lunedì 6 aprile, ma per chi attraversa il centro storico sembra passato un secolo. Fino a sabato sera, complici le temperature primaverili, corso Vittorio Emanuele e corso Federico II brulicavano di gente che passeggiava. Ora per le strade quasi deserte si vede solo qualche vigile, un gruppo di guardie forestali e alcuni fotografi che girano tra le rovine muniti anche loro di elmetti in testa.

L’AQUILA. I disabili non potranno rimanere nelle tendopoli in eterno. La denuncia parte dalle associazioni di volontariato cittadine che in questi giorni si rapportano a fatica con le varie organizzazioni di Croce Rossa e Protezione civile insediate nei 194 campi dell’Aquilano.  Se è difficile a chiunque ritagliarsi un angolo di tranquillità quando si divide una tenda di pochi metri con altre sei o sette persone, la situazione è di gran lunga peggiore per chi ha difficoltà a muoversi liberamente, vedere, udire o comunicare.

Basteranno 18 mesi per realizzare il nuovo campus universitario, ubicato su una superficie di circa 20 mila metri quadrati (di cui 11 mila utilizzabili per la costruzione) proprietà della Cassa di Risparmio dell’Aquila. La struttura, da costruire in zona Cansatessa, sarà composta da tre palazzine da quattro piani l’una che ospiteranno aule e uffici accademici e costituiranno un punto di riferimento per tutto il polo universitario di Coppito che è situato a poche centinaia di metri di distanza. Da definire le destinazioni finali delle aule delle palazzine. «Non ci siamo mai fermati – ha commentato il rettore dell’Aquila, Ferdinando di

GAZEBO PER RACCOLTA FONDI IN CAMPANIA PER L’UNIVERSITA’ DELLA PREGHIERA Gazebo per la raccolta fondi saranno allestiti sabato e domenica dal Comune di Vico Equense, in piazza Umberto Il ricavato, insieme ad una consistente somma che l’ente metterà a disposizione, andrà all’Università della Preghiera dell’Aquila, comunità di recupero per devianze giovanili, gravemente danneggiata dal terremoto. La struttura retta da Padre Giuseppe De Gennaro, accoglieva circa 250 ragazzi. “Conosco personalmente il Padre De Gennaro, originario di Vico Equense – spiega il consigliere Giuseppe Aiello, – e so il grande lavoro che svolge. Perciò l’amministrazione ha pensato di contribuire alla ricostruzione della

TERREMOTO: LA CITTA’ DEI GIOVANI RIPARTE DALLA TENDA SEI CONNESSIONI WIRELESS E INIZIATIVE CULTURALI NEI CAMPI (ANSA) – L’AQUILA, 22 Apr – Il futuro delle nuove generazioni dell’Aquila parte dalla tenda 6 del piazzale di Collemaggio. Una tensostruttura che nel giro di pochi giorni e’ diventata il punto di riferimento per molte associazioni giovanili, riunite in un unico grande gruppo dopo il sisma che il 6 aprile ha scoinvolto l’area metropolitana. Aquilani, sfollati, eta’ media 25-30anni: questo l’identikit delle persone che frequentano ogni giorno questo spazio in cui vengono organizzati corsi e attivita’ culturali. Ma la tenda 6 e’ soprattutto

Parla la nonna del sisma, cosi’ la terra tremo’ nel ’15 di Fabio Iuliano TUSSIO (L’AQUILA) – Sono pochi quelli che si ricordano il terremoto del 1915 che colpì la provincia dell’Aquila, in particolar modo il bacino di Avezzano, con ripercussioni anche sul capoluogo, e che causò oltre 30 mila vittime. All’epoca, Pia Maria Loreta Carosi – conosciuta in tutto il paese come zia Pia – aveva nove anni, oggi ne ha quasi 103.

Io non ho paura, e in casa ospito romeni di Fabio Iuliano NAVELLI (L’AQUILA) – C’é qualcuno che ha dominato la paura e non ha rinunciato a passare la notte nella propria abitazione. Così sicuro da ospitare persino un’intera famiglie di romeni in difficoltà, perché il coraggio non guarda in faccia al passaporto. La quasi totalità della popolazione della Piana di Navelli ha dormito nelle autovetture, se non è riuscita a trovare posto nelle tendopoli allestite.

Niente trucco per la sposa, niente coiffeur, nessun pranzo di nozze, solo una cerimonia semplice per celebrare un amore che il sisma ha solo potuto rinforzare. Il matrimonio che Massimo Marinelli e Maria Chiara Aio celebreranno domani mattina sarà all’insegna della semplicità, altro non potrebbe in questi giorni difficili per la comunità aquilana.