Dal punto di vista socio-economico non è facile rappresentare la realtà intricata come quella del capoluogo. Le statistiche descrivono solo parzialmente il peso della povertà crescente. Occasioni come le periodiche cene di beneficenza organizzate dalla mensa dei poveri a piazza

Oltre cento persone a tavola ogni giorno, marginalità crescenti e difficoltà per molte famiglie a far fronte al caro bollette. La situazione sociale nel capoluogo resta delicata e la fotografia è quella della Mensa di Celestino. Da alcune settimane, mettendosi

Cresce la preoccupazione in città per le ripercussioni legate al caro bollette, sulle famiglie così come sulle imprese, piccole e grandi. Una situazione tale da costringere molte più persone a chiedere aiuto ad associazioni e Caritas per un sostegno economico.

Da un lato la partita del diritto, giocata sul filo teso tra un’ordinanza comunale e il suo relativo ricorso al Tar. Dall’altro la vicenda umana e sociale che coinvolge la mensa di Celestino, uno dei pochi avamposti per l’assistenza alle

Lattine di fagioli, succhi di frutta in brick, pacchi assortiti di pasta, ma anche passeggini e cibo in polvere e poi libri. Ecco l’emporio solidale, un supermercato solo all’apparenza come tanti altri. Qui, infatti, puoi comprare cibo e altri elementi essenziali

L’AQUILA. «Capita sotto Natale che giornali e televisioni si facciano vedere da queste parti: ci chiedono cos’è cambiato alla mensa dei poveri, cercando questa o quella notizia. Ma il vero scoop è che qui non è cambiato nulla, questa città

Senza un adeguato sostegno da parte degli enti locali, ci troviamo costretti a  sospendere le nostre attività di assistenza». L’appello a Comune, Provincia e Regione arriva da Paolo Giorgi, priore generale della Fraterna Tau, la mensa di Celestino, rivolta ai