Sulla pagina Facebook di Pearl Jam on line si parla della band che ha terminato il soundcheck in preparazione al concerto di domani allo Stadio San Siro, suonando Gonna See My Friend, In My Tree, Pilate, Who You Are, Rain (The Beatles), Sleight of Hand, Nothing As It Seems, Future Days, Deep, Sad, Leatherman.

I Pearl Jam sono la band con meno appeal al mondo. Niente frasi dei ragazzini sugli zaini, scarsa rilevanza fuori dal palco. Non basta: musicalmente il gruppo di Seattle è invecchiato abbastanza male. Non che scrivano brutte canzoni, tutt’altro, è che scrivono canzoni prive di guizzi e contemporaneità. Ecco la sintassi degli ever-critici: dimenticate il grunge – un revisionismo improntato all’onestà

Tutte le info per le due tappe italiane. Attese decine di migliaia di fan ai concerti di Trieste e Milano (fonte Pearljamonline.it)

Dall’Aquila a Trieste per ascoltare il concerto dei Pearl Jam, ma anche per rendere omaggio a Mario Celli, giovane fan aquilano, morto a gennaio a causa di una slavina sul Gran Sasso. Celli, medico 32enne appassionato di snowboard, aveva già acquistato il biglietto per lo stesso concerto. I suoi amici sono in partenza per Trieste, con la speranza di riuscire ad avvicinare la band. #pjtrieste Tweet //

As Eddie & co. are going to play again in Italy on june 20 (Milan) and june 22 (Trieste), I’ve started to tweet one song per day. From Once to Future days: all studio albums, extras and b-sides. Stay tuned and search for the hashtag #countdowntomilan if you wanna look back over 22 years of alternative records. VIDEO PISTOIA – ITALY 2006 SEMINARY ON PEARL JAM – L’AQUILA 2007

Vivere nel cuore di chi resta vuol dire non morire mai». Il monitor della camera mortuaria proietta le parole di chi ha conosciuto e amato Alessia Di Fabio la 17enne di Scafa vittima dello schianto di Alanno, nella notte tra domenica e lunedì.

Sacco in pelle scura, guantoni Everlast. Fasce azzurre da avvolgere strette intorno alle dita. E un sogno da rincorrere gancio dopo gancio, jab dopo un montante. Tutti i santi giorni. Almeno due ore al giorno, nella palestra di Luciano Di Giacomo sulle orme del fratello Alì già nel gotha del pugilato in virtù di un titolo nazionale conquistato qualche anno fa. Leon Hamza era all’inizio della parabola ascendente: la maggiore età gli aveva portato quello status di “atleta italiano” di cui non poteva avvalersi, per regolamento fino ai diciotto anni, nonostante fosse nato e cresciuto a Pescara.

Una vera e propria “geografia” del sesso a pagamento: non è solo quello si vede in strada, dai Grandi Alberghi a Francavilla, con decine di ragazze ogni sera a riempire i vicoli che danno a ridosso del lungomare. Il fenomeno non si limita neanche alle insegne dei night e dei centri massaggi orientali. Il quadro è ben più complesso. WEB-DOC: Schiavi e schiave del sesso in Abruzzo