Le t-shirt grigie dalle scritte scolorite nel tempo. Gli striscioni con i nomi degli studenti scomparsi la notte del sisma. Fiori intrecciati sulle transenne che una volta segnavano il perimetro esterno della Casa dello Studente. Colpisce il “ground zero”, ma

Finestre e balconi che si illuminano – con la luce del cellulare o di una candela – alla mezzanotte tra il 5 e il 6 aprile, in occasione dell’undicesimo anniversario del terremoto dell’Aquila che ha causato 309 morti e circa

Simona Molinari ha vissuto da vicino la tragedia del terremoto del 2009 e il successivo processo di ricostruzione. Lento e faticoso ma dai risultati tangibili, tanto da permettere a un’intera comunità di guardare al presente con rinnovata speranza. Un sentimento

Nello scrivere il suo monologo non poteva certo immaginare che la metafora utilizzata per raccontare i fatti del 6 aprile 2009 fosse di stretta, strettissima attualità. Marco Valeri, attore e regista aquilano, si è limitato a ideare, concepire il suo

Mattina, interno giorno, 18 gennaio 2017: i sismografi registrano varie scosse superiori al 5 di magnitudo. La tentazione è quella di aprire la porta e scappare. Ma fuori c’è la neve a scoraggiare qualsiasi iniziativa. Di lì a qualche ora

«Siamo stati anni in zona rossa, due o tre settimane ci rimbalzano». Ben lungi dal voler ostentare sicurezza, anzi, piuttosto preoccupato per l’emergenza di questi giorni e le possibili ripercussioni sulla sua attività, Marcello Bernardi affida queste parole all’inizio della

Neanche un’impronta d’uomo, ad accompagnare una dimensione inedita, quasi sospesa, di questo pezzo di città che infiltrazioni e balconi pericolanti hanno reso terra di nessuno. Un’altra immagine desolante, per certi versi simile a quella che si vede in quartieri come

«Da qui, messere, si domina la valle». Si può dirla con le parole dell’Ariosto, assortite con la musica del Banco del mutuo soccorso: ben definiscono la vista che si gode dalle palazzine alte del Progetto Case di Camarda. Un altro

Fa uno strano effetto attraversare in macchina i vicoli del Progetto Case di Sant’Elia con una playlist di Nick Drake a volume accettabile. Le vibrazioni delle casse dell’autoradio accompagnano i riff in acustico, mentre le ruote continuano a girare tra i quartieri a caccia di qualche

Posto che l’ordinanza antibotti in parte viene ignorata, da un po’ di tempo a questa parte c’è da dire però che i fuochi di Capodanno arrivano piuttosto in sordina. Solo qualche anno fa, a ridosso della mezzanotte, partivano delle vere