Terremoto in Siria e Turchia: incalcolabili i danni alla cultura
7 Febbraio 2023 Condividi

Terremoto in Siria e Turchia: incalcolabili i danni alla cultura

È del 6 febbraio 2023 la notizia del terribile terremoto che ha colpito l’area al confine tra Siria e Turchia. Ad oggi la conta delle vittime arriva a migliaia di decessi. Come se non bastasse, le temperature bassissime, il gelo e la pioggia stanno ulteriormente aggravando la situazione degli sfollati e ostacolando gli sforzi dei soccorritori.

Risulta difficilissimo raggiungere le aree vicine all’epicentro in Turchia, dove fonti riportano che l’autostrada che porta a sud non è più sicura dopo le forti scosse delle ultime ore, è stato infatti necessario deviare il transito su vie di comunicazione che passano attraverso le montagne. La protezione civile locale ha cercato disperatamente di far passare ambulanze e squadre di soccorso, ma il percorso è intasato dai mezzi di fortuna delle persone che cercano disperatamente di allontanarsi dai luoghi della tragedia. Lo stesso accade in Siria, dove, in particolare le regioni del nord, sono martoriate, oltre che dal gelo e dal terremoto, da più di 12 anni di guerra e occupazione.

Alla gravità della tragedia in termini umani e sociali si aggiunge la devastante perdita di alcuni monumenti fondamentali della storia dell’Umanità. L’Unesco lancia l’allarme per i danni che il terremoto ha causato al patrimonio storico e archeologico di Siria e Turchia, e dichiara di essere pronta a fornire assistenza per rimediare alle perdite.

Non si può parlare di antiche civiltà senza sottolineare l’importanza e l’incredibile impatto che hanno avuto i popoli che nei millenni hanno abitato le regioni del Vicino Oriente. Dalla Preistoria al Medioevo, la Turchia e la Siria sono state teatro della formazione dell’evoluzione di civiltà, della nascita e della caduta di grandi imperi, della costruzione di meravigliosi monumenti che rappresentano l’eredità dei popoli del Mediterraneo e di tutta l’umanità. Efeso, Pergamo, Hierapolis, Hattusa, Troia, Pirene, Antiochia, Pergamo, Gobekli Tepe. Aleppo, Damasco, Apamea, Palmira, Ebla, Bosra. Si potrebbe continuare per ore a nominare la miriade di antichi e importantissimi siti disseminati sui territori colpiti dalla tragedia di questo sisma. Sperando di poter parlare quanto prima di ricostruzione, ecco una breve panoramica dei danni ai beni culturali fino ad ora noti.

in Siria, la Direzione Generale delle Antichità segnala, dai primi rapporti e rilievi sul territorio, che sono numerosissimi i danni al patrimonio culturale nelle province del nord. Ad Aleppo, la Fortezza ha subito la caduta di parti del mulino ottomano e delle recinzioni difensive di nord-est. Hanno ceduto anche grandi porzioni della cupola del faro della moschea Ayubi, e sono danneggiate porzioni degli ingressi del castello, compreso l’ingresso della torre di difesa reale, e parti del cosiddetto Rifugio Ottomano. Sempre ad Aleppo sono comparse crepe sulla facciata del Museo Nazionale e sono stati danneggiati anche alcuni reperti museali all’interno del caveau. Lo storico quartiere di Aqaba, adiacente alle mura occidentali, ha subito ingenti danneggiamenti e crolli. Ad Homs sono cadute completamente parti della Grande Moschea di Al-Kasir. Altri danneggiamenti sono stati segnalati per alcuni edifici all’interno del Castello di Al-Marqab, crollata anche la scogliera rocciosa nelle vicinanze del Castello Qadous.

In Turchia, è stato completamente cancellato il sito Patrimonio dell’Umanità della Fortezza di Diyarbakir e degli adiacenti Giardini Hevsel. L’intera area era un importante centro prima romano, poi sassanide, bizantino, islamico e infine ottomano. Colpita anche Gaziantep, nel sud-est, Gobekli Tepe nella provincia di Sanliurfa, sede dei megaliti più antichi conosciuti al mondo, intorno al 10.000 a.C. Il Sito di Nemrut Dag, notissimo per le statue giganti che fanno parte di un’antica tomba reale eretta in cima alla montagna e il sito archeologico neo-ittita di Arslantepe fuori Malatya, città anch’essa gravemente colpita dal terremoto. Non lontano dalla città di Antiochia, nello storico quartiere Gloom, si sono registrati gravi danni alla costruzione, tra cui la caduta di soffitti affondati, muri e parti di facciate.

L’Unesco sta mobilitando i suoi esperti, per stabilire un inventario preciso dei danni con l’obiettivo di mettere rapidamente in sicurezza e stabilizzare questi siti“, ha affermato la Direttrice Generale Audrey Azoulay. Al cordoglio delle istituzioni di tutto il mondo si unisce l’Università “La Sapienza” di Roma, che è titolare di importantissime missioni archeologiche in Siria e Turchia, e di alcune proprio nelle aree interessate dalla tragedia come Ebla e Arslantepe, e che ha appena annunciato il dolore della comunità universitaria per perdita della giovane studentessa della Facoltà di Medicina e Psicologia Nesrin Kara.

di Licia De Vito – fonte: The Walk of Fame