Si sono dati appuntamento per onorare i martiri della notte più nera della storia recente dell’Aquila e dell’Abruzzo. E in migliaia hanno marciato per la città con una fiaccola in mano a cinque anni dal terremoto che ha causato 309 vittime, oltre 1500 feriti, circa 70mila sfollati. Hanno camminato in silenzio, passando per i luoghi simbolo della catastrofe. Un corteo che ha attraversato le strade su cui sorgevano alcuni edifici crollati provocando decine di vittime e di feriti, come i palazzi al civico 79 e 123 di via XX settembre, la Casa dello Studente, via Campo di Fossa, via Generale
IL FOTORAFFRONTO In via Patini l’odore del caciocavallo della bottega di Vito Laterza lo sentivi appena imboccavi l’angolo: e alla fine entravi alla “Camosci- na” e uscivi con una busta piena di vari tipi di formaggi. Poi, facendoti largo tra le decine di persone che a tutte le ore del mattino affollavano le vie del centro, affluivi in piazza Duomo e tra voci, musica e rumore di pentolame lasciavi il secolare mercato ambulante con tanti altri acquisti. L’Aquila era questo prima del sisma del 6 aprile 2009: un’esplosione di vitalità. A cinque anni dal sisma che ha portato via vite
Discarica Bussi: indagini su tutto il litorale
PESCARA. Striscioni, cartelli e tute da lavoro davanti alla sede dell’assessorato regionale alla Sanità, in piazza Alessandrini. Un sit-in sostenuto dal Forum abruzzese dei Movimenti per l’acqua, nell’ambito della campagna “Stop biocidio”, convocato per chiedere un’indagine epidemiologica approfondita, nonché l’avvio di un vasto monitoraggio sull’ambiente e sulla catena alimentare, per indagare sulle conseguenze sanitarie dell’esposizione ai contaminanti provenienti dalla discarica di Bussi. Un problema che, come è noto, potrebbe coinvolgere centinaia di migliaia di persone.
L'Aquila, c'era una volta il pattinaggio
«Una volta, per guadagnare qualche secondo sugli avversari le studiavamo tutte: siamo arrivati anche a pensare di cambiare le rotelle durante la corsa, a qualche giro dall’arrivo». Uno come Corrado Ruggeri potrebbe andare avanti per ore a raccontare aneddoti e storie dentro e fuori la pista di pattinaggio. La sua generazione ha portato il nome dell’Aquila in giro per il mondo. Quattro rotelle che da metà degli anni cinquanta iniziarono a girare per il verso giusto, regalando a questa comunità delle soddisfazioni in campo internazionale come nessun’altra disciplina sportiva.
L’Aquila, mensa dei poveri rischia di chiudere senza fondi, tra il completo disinteresse
Senza un adeguato sostegno da parte degli enti locali, ci troviamo costretti a sospendere le nostre attività di assistenza». L’appello a Comune, Provincia e Regione arriva da Paolo Giorgi, priore generale della Fraterna Tau, la mensa di Celestino, rivolta ai poveri dell’Aquila. In fase di approvazione dell’ultimo bilancio regionale, secondo quanto denuncia lo stesso Giorgi, avrebbero “dimenticato” di inserire nel capitolo di spesa i finanziamenti consueti. Adesso bisognerà provvedere ad integrare il provvedimento con variazione di bilancio, ma con un finanziamento per le mense caritative d’Abruzzo ridotto di circa la metà.
L’Irlanda batte la Francia allo Stade de France e vince il Sei Nazioni di rugby: 22 a 20 il risultato in favore dei verdi autori di tre mete (contro le due francesi). Per l’Irlanda si tratta del 12/o titolo. Con l’Inghilterra che aveva giocato e vinto contro l’Italia nel pomeriggio, Francia-Irlanda era un vero spareggio per decidere le sorti del torneo, con le 3 nazionali tutte insieme al comando a quota 6, ma con una sensibile differenza punti in favore dei verdi (+81 contro il +32 del XV della Rosa e il +3 dei bleus). L’Italia è stata sconfitta 52-11
Due notti di fila a dormire in un angolo qualsiasi a ridosso dei gate d’imbarco dell’aeroporto di Stansted – il terzo scalo londinese – possono mettere in crisi chiunque, specie se tra la prima e la seconda notte c’è da inserirci una trasferta di dodici ore a Dublino, giusto il tempo per bere tre o quattro Guinness e per vedere l’Italia farsi “maltrattare” dall’Irlanda (46-7) nel penultimo atto del Sei nazioni. Ma Andrea Carmenini è abituato a ben altro. Da anni, la sua carrozzella macina chilometri in giro per l’Europa, con viaggi scanditi dal calendario della nazionale di rugby, tra
Padre Quirino Salomone: i poveri spesso ignorati
«Il crollo del campanile aveva ostruito l’ingresso del convento. Per uscire e metterci in salvo abbiamo dovuto forzare la porta interna facendoci largo tra le macerie. La vetrata esterna era completamente frantumata». Padre Quirino Salomone è sempre stato un ottimo comunicatore. Nel suo racconto di quella notte senti il freddo e lo smarrimento, ma anche il peso delle responsabilità che l’Ordine dei frati minori francescani gli aveva affidato nominandolo rettore della basilica di San Bernardino. I puntellamenti di quella struttura raccontano una storia inedita tra paura e speranza.