PESCARA. Ora si fa sul serio: fra poco più di trenta giorni, quello che è ancora un insieme di ruspe, transenne e strutture per i sottoservizi, deve trasformarsi in un tratto di strada moderno e funzionale a servizio dell’asse centrale. Sulla riqualificazione di corso Vittorio Emanuele II si gioca forse la scommessa più delicata dell’amministrazione Mascia che, a poche settimane dalla tornata elettorale, cerca di stringere i tempi per dare una risposta al malumore dei commercianti della zona, fortemente contrariati dopo l’apertura del cantiere e la chiusura al traffico da via Trieste a Corso Umberto. L’architetto Antonio Milillo, direttore operativo

“Giocavamo con le note di Neil Young da un posto all’altro”. Tra le cose che Fabio – uno degli autori di questo lavoro – amava di più della città pre-sisma, c’era la possibilità di suonare ovunque nella città vecchia. Dalle schitarrate nelle case degli universitari ai pub, dal parco del Castello ai teatri per arrivare all’aula magna di palazzo Camponeschi. “È lì che con il professor Tonino Ronci e i Motasemper abbiamo fatto un omaggio musicale alla poesia di Federico García Lorca. Di qui la scelta di tornare – spiega – con un ukulele, la chitarrina hawaiana che miei figli

Si sono dati appuntamento per onorare i martiri della notte più nera della storia recente dell’Aquila e dell’Abruzzo. E in migliaia hanno marciato per la città con una fiaccola in mano a cinque anni dal terremoto che ha causato 309 vittime, oltre 1500 feriti, circa 70mila sfollati. Hanno camminato in silenzio, passando per i luoghi simbolo della catastrofe. Un corteo che ha attraversato le strade su cui sorgevano alcuni edifici crollati provocando decine di vittime e di feriti, come i palazzi al civico 79 e 123 di via XX settembre, la Casa dello Studente, via Campo di Fossa, via Generale

IL FOTORAFFRONTO In via Patini l’odore del caciocavallo della bottega di Vito Laterza lo sentivi appena imboccavi l’angolo: e alla fine entravi alla “Camosci- na” e uscivi con una busta piena di vari tipi di formaggi. Poi, facendoti largo tra le decine di persone che a tutte le ore del mattino affollavano le vie del centro, affluivi in piazza Duomo e tra voci, musica e rumore di pentolame lasciavi il secolare mercato ambulante con tanti altri acquisti. L’Aquila era questo prima del sisma del 6 aprile 2009: un’esplosione di vitalità. A cinque anni dal sisma che ha portato via vite

PESCARA. Striscioni, cartelli e tute da lavoro davanti alla sede dell’assessorato regionale alla Sanità, in piazza Alessandrini. Un sit-in sostenuto dal Forum abruzzese dei Movimenti per l’acqua, nell’ambito della campagna “Stop biocidio”, convocato per chiedere un’indagine epidemiologica approfondita, nonché l’avvio di un vasto monitoraggio sull’ambiente e sulla catena alimentare, per indagare sulle conseguenze sanitarie dell’esposizione ai contaminanti provenienti dalla discarica di Bussi. Un problema che, come è noto, potrebbe coinvolgere centinaia di migliaia di persone.

«Una volta, per guadagnare qualche secondo sugli avversari le studiavamo tutte: siamo arrivati anche a pensare di cambiare le rotelle durante la corsa, a qualche giro dall’arrivo». Uno come Corrado Ruggeri potrebbe andare avanti per ore a raccontare aneddoti e storie dentro e fuori la pista di pattinaggio. La sua generazione ha portato il nome dell’Aquila in giro per il mondo. Quattro rotelle che da metà degli anni cinquanta iniziarono a girare per il verso giusto, regalando a questa comunità delle soddisfazioni in campo internazionale come nessun’altra disciplina sportiva.

Senza un adeguato sostegno da parte degli enti locali, ci troviamo costretti a  sospendere le nostre attività di assistenza». L’appello a Comune, Provincia e Regione arriva da Paolo Giorgi, priore generale della Fraterna Tau, la mensa di Celestino, rivolta ai poveri dell’Aquila. In fase di approvazione dell’ultimo bilancio regionale, secondo quanto denuncia lo stesso Giorgi, avrebbero “dimenticato” di inserire nel capitolo di spesa i finanziamenti consueti. Adesso bisognerà provvedere ad integrare il provvedimento con variazione di bilancio, ma con un finanziamento per le mense caritative d’Abruzzo ridotto di circa la metà.

Convalido l’iscrizione a Paperblog sotto lo pseudonimo di motasemper

L’Irlanda batte la Francia allo Stade de France e vince il Sei Nazioni di rugby: 22 a 20 il risultato in favore dei verdi autori di tre mete (contro le due francesi). Per l’Irlanda si tratta del 12/o titolo. Con l’Inghilterra che aveva giocato e vinto contro l’Italia nel pomeriggio, Francia-Irlanda era un vero spareggio per decidere le sorti del torneo, con le 3 nazionali tutte insieme al comando a quota 6, ma con una sensibile differenza punti in favore dei verdi (+81 contro il +32 del XV della Rosa e il +3 dei bleus). L’Italia è stata sconfitta 52-11