Un girello per bambini si fa strada tra le colonne di cemento della piastra alla fine del viale. Unico elemento di colore in un garage altrimenti grigio e spoglio. Il silenzio lascia spazio a qualche soffio di vento che accarezza

«Da qui, messere, si domina la valle». Si può dirla con le parole dell’Ariosto, assortite con la musica del Banco del mutuo soccorso: ben definiscono la vista che si gode dalle palazzine alte del Progetto Case di Camarda. Un altro

Auditorium sold out, nel cuore del centro storico dell’Aquila, per “Ric[amo] nel blues”, spettacolo in musica e parole in omaggio alle canzoni che trent’anni fa consacrarono Zucchero Fornaciari, con il suo album “Oro, incenso e birra” (1989) come icona del blues italiano nel

Posto che l’ordinanza antibotti in parte viene ignorata, da un po’ di tempo a questa parte c’è da dire però che i fuochi di Capodanno arrivano piuttosto in sordina. Solo qualche anno fa, a ridosso della mezzanotte, partivano delle vere

«La mia è la voglia di rendere omaggio, attraverso la mia musica e il mio lavoro, a una terra che mi ha dato tanto». Simona Molinari torna in Abruzzo e lo fa con due date a ritmo di jazz e

«Si vede così tanto che mi dispiace, ve’?». Scherza, ma neanche più di tanto, Andrea “Sisò” Di Giandomenico negli spogliatoi, fa fatica a nascondere la delusione: per chi sa di essere, forse, l’allenatore più vincente nella storia della Federugby, la mancata possibilità di

Che strano effetto fanno gli edifici di notte, quando sembra tutto più piccolo, più vicino. Sai bene che forme e distanze sono le stesse del giorno, ma la luce artificiale disegna prospettive inedite tra gli strati cutanei del conscio. Alle

Il “duende” del mercoledì all’Andalucia, le suggestioni caraibiche del Novecento10, ma anche la geografia inedita del Bahaus, locale dal concept berlinese che ieri ha debuttato negli spazi dell’ex Pinacoteca. C’è fermento sulla scena dance cittadina, con una serie di novità

“Ha voluto morire per non aver potuto rendere la sua vita conforme al suo sogno – 18 giugno 1948”. Caratteri che quasi scompaiono sul marmo circondano una foto, invece, dai contorni nitidi che ritrae un giovane col vestito del giorno

«La resurrezione fissa un tempo che è il terzo giorno. E questo chiama L’Aquila a un impegno preciso sui tempi della ricostruzione che non può avvenire su parametri temporali indefiniti». Ancora una volta, il cardinale Giuseppe Petrocchi associa la condizione della città