L’Aquila nelle new town 10 anni dopo / 2
7 Dicembre 2019 Condividi

L’Aquila nelle new town 10 anni dopo / 2

«Lei è bella, ha gli occhi grandi: sembrano paesaggi». Il viaggio nelle new-town riparte dalle scritte sulle pareti di cemento dell’ex Sercom, l’incompiuta delle incompiute all’interno di quello che sarebbe stato un anfiteatro verde, con tanto di laghetto e sito paleontologico, del Progetto Case di Pagliare di Sassa.

IL CASERMONE. Quello che poco più di vent’anni fa era stato concepito come un grande centro commerciale è ancora un casermone di 24mila metri quadrati alla mercè di chiunque abbia bisogno di spazi, anche solo per esercitare il proprio romanticismo. Due-tre anni fa, si parlava della possibilità di utilizzare i fondi a sostegno dell’edilizia scolastica – circa 4,8 di euro – per realizzare all’interno del complesso aule didattiche per bambini e ragazzi. Scuole al posto dell’ecomostro, insomma, magari con l’impiego di risorse alternative, da reperire ove possibile. Tutto fermo, invece, con tanto di cantiere accessibile almeno da un lato, quello a ridosso delle 11 palazzine antisismiche che ospitano qualcosa come 250 appartamenti. L’ingresso in basso, invece, è stato chiuso con le transenne e trasformato in un’area di stoccaggio materiale.

SULLE PIASTRE. Un cantiere aperto, dunque, sotto gli occhi di tutti e alla portata di tutti, così come alcuni appartamenti sgomberati per una serie di problemi di sicurezza, a partire dall’incendio che nel 2013 ha reso inutilizzabile una palazzina che si affaccia su via Berardino Di Mario. Parliamo delle prime piastre nella lista del piano demolizioni del Comune, dal costo di circa 900mila euro: 300mila all’anno, nell’arco di un triennio, a partire dal 2020. Alcune porte-finestre al piano terra sono rimaste spalancate e da lì si accede liberamente nella palazzina, la cui facciata porta ancora tutti i segni del rogo. Il primo appartamento si presenta vuoto, fatta eccezione per l’arredo essenziale. Non manca un letto a due piazze affiancato da due comodini. Due bottiglie di Corona sono disposte simmetricamente da un lato e dall’altro, segno che questa camera svolge ancora funzioni sociali, del resto l’esposizione è buona e all’interno non fa particolarmente freddo.

OTTOCENTO INAGIBILI. L’appartamento accanto, con l’ingresso che dà sull’interno del cortiletto, si presenta invece come un appartamento i cui occupanti sembrano essere stati costretti a lasciare in tutta fretta: libri, cd, utensili da cucina, biancheria intima, felpe unisex e giubbini multicolore formano un’unica catasta che fuoriesce dal cassettone di un comò. A ridosso della balconata una lavatrice di quelle che avresti immaginato nello scherzo a Mario Magnotta. La palazzina era stata evacuata da tempo, ma questi alloggi non sono gli unici ad avere problemi. In totale, nei 19 quartieri antisismici, sono più di 800 gli appartamenti inagibili. Qui a Pagliare di Sassa si segnalano infiltrazioni e altri problemi di manutenzione nelle piastre 1, 2, 3 e 6.

PUNTO STRATEGICO. Un degrado che non rende giustizia a un quartiere installato in un punto strategico della città, in una frazione a ridosso della porta Ovest del capoluogo. Il vicino bar Shelter, che si trova dall’altra parte della strada, accoglie ogni giorno centinaia di avventori, tra residenti e persone che si trovano di passaggio. Le bacheche di fronte al bancone tradiscono una certa passione dei titolari per L’Aquila Calcio.
«Se solo quest’attività avesse l’autorizzazione per attivare un punto ristoro all’interno del nostro quartiere di alloggi antisismici», commenta Riccardo Franchi, un residente, «avremmo veramente poco da chiedere al progetto di urbanizzazione di questa città. Certo, questo bar rappresenta un punto di riferimento importante per questa zona».
Un’area comunque ben servita dai collegamenti con le vicine scuole, dalla materna alle medie.

di Fabio Iuliano – fonte: il Centro

Tra gli ospiti, una famiglia con un bimbo autistico

Una cinquecento rossa un po’ sgangherata, ma dal motore perfettamente funzionante, e qualche chilometro di strada da fare per accompagnare il piccolo a scuola o per fare un la spesa. Lo sportello si apre e si chiude a fatica e la carrozzeria ha qualche bozzo qui e là. Ma a Ciro Morello interessa poco. Si gode la sua piccola utilitaria e la sua vita rinnovata, in un appartamento del Progetto Case di Pagliare di Sassa.

A rendere tutto questo possibile è stato l’intervento dell’associazione Abruzzo Autismo Onlus. Il figlio di Ciro e della compagna Anna Rita Orlandi, 39 anni, è autistico. Una diagnosi perfezionata dalla dottoressa Chiara Di Giovanni, dopo che la coppia, originaria di Subiaco, si è rivolta al Crra, Centro specializzato per l’autismo. Da qualche anno, l’Abruzzo Autismo Onlus, oltre a intraprendere continue battaglie legali per l’assistenza e le cure, sta sviluppando un progetto residenziale per andare incontro anche alle famiglie che arrivano all’Aquila, o in altre parti della regione, per entrare a contatto con questa realtà.

Proprio il complesso di Sassa rappresenta un’occasione strategica per tante famiglie che hanno bisogno di assistenza specifica. «La nostra storica idea di una rete diffusa di residenze per adulti con autismo», valuta Dario Verzulli, alla guida dell’associazione. «Siamo convinti che l’ampia possibilità di accoglienza e la diversificazione sul territorio, possano essere garanzia di qualità e di interesse di tutte le famiglie che conoscono l’autismo. Per questo motivo, gli appartamenti antisismici rappresentano una risorsa importante per la nostra città. Non ha molto senso procedere verso un abbattimento indiscriminato. Si potrebbero utilizzare, invece, alcune aree come questa di Pagliare di Sassa per iniziative di questo tipo».

Ad esempio, l’associazione si sta attivando per avere a disposizione nuovi alloggi da mettere a disposizione delle famiglie che vengono a trovarsi nella necessità di trascorrere un periodo all’Aquila. «Ciro e Anna Rita», rimarca Verzulli «si sono messi a disposizione della nostra realtà per fare un po’ da “portinai”, consegnando le chiavi alle famiglie che si rivolgono all’associazione». Un’occasione di integrazione, insomma, così come questa realtà ha permesso al signor Morello di mettere a frutto il suo talento artistico, chiamandolo a realizzare un presepe all’interno di una delle strutture del sodalizio, nell’ex ospedale psichiatrico di Collemaggio.

Il lavoro sarà inaugurato a breve in occasione delle prossime festività natalizie. «Per me è un onore portare avanti questa mia passione artistica», spiega Morello. «Ringrazio questa associazione che mi sta dando gli strumenti per farlo». Al centro del presepe – che raffigura anche una casa in macerie, simbolo del terremoto che ha colpito L’Aquila – c’è una pietra con sopra inciso il logo dell’associazione. (fab.i.)

Fonte: il Centro