“Fanc… la forza di gravità, quando sto con te io volo”. No, non bastava un sms o un messaggio su Whatsapp, magari corredato da un selfie. La dedica all’amata è rimasta impressa nel cemento grigio di uno dei corridoi interni

L’inno nazionale, l’alza bandiera e poi il ricordo del finanziere virtuoso. Ogni giorno, alle 7 in punto, con i passi degli allievi della Scuola ufficiali a scandire i tempi. Le giornate alla Caserma di Coppito partono così, un rituale che

Chissà se L’Aquila rientra tra i non-luoghi descritti da Bob Dylan nella sua “lecture” da premio Nobel. Sembra certo, comunque la si veda, che il contesto del post-sisma, sovrapposto a una condizione socioeconomica già di per sé delicata, non facilita

Le emozioni invariate nel racconto della tragedia del terremoto. Suoni, documenti, testimonianze, parole che scivolano sullo schermo di Casa Onna; riferimenti biblici a Giobbe e al Qoelet. I testi di Giustino Parisse, accompagnati dalla recitazione di Raffaello Mastrolilli eGuido D’Ascenzo, della

I segni del sisma nella terra e sulla pelle di chi è rimasto. Le contraddizioni dell’emergenza, le dinamiche della ricostruzione. Sabato 20 maggio Casa Onna tornerà a ospitare un momento di confronto sui terremoti che hanno colpito quest’area. L’occasione è

Un luogo per non dimenticare chi è rimasto sotto le macerie. Storie individuali che si intrecciano con la tragedia di tutti. Cliccando su questo link si apre un’infografica: sul nome di ognuna delle vittime, oltre a leggere un breve profilo,

«Da Coppito a San Sisto era tutto n’arrosto, castrato o cottora come a Ferragosto, addò magnerò domà…». Il periodo era grosso modo quello descritto dalla canzone Domà, la versione aquilana della hit di Mauro Pagani in rotazione radiofonica perenne nell’estate

Ripartire dalla propria terra. Tornare alle origini. Dare una svolta alla propria vita raccogliendo un’eredità di generazioni. Ecco che la storia di Matteo Griguoli diventa un esempio di quanto poco basti per rimettersi in strada. Di quanto poco serva per

Resistere…

Brandine, lettini, materassi, sedie in ordine sparso, Li vedi ovunque nella scuola. Nell’atrio, nelle aule dei bambini, al posto dei banchi, a ridosso della finestra o a un paio di metri dalla lavagna. Nelle segreterie, nelle stanze polivalenti ma anche