Rocco Papaleo tra libri, musica e spettacoli
Libro e spettacolo fanno parte di un unico percorso: nel libro ci sono pezzi di spettacolo, e nello spettacolo pezzi di libro. In entrambi, pezzi di me. Da un po’ di tempo a questa parte, Rocco Papaleo se ne va in giro per l’Italia con un volume nella mano e un microfono nell’altra per raccontare, tra aneddoti e curiosità, i suoi 40 anni di carriera.
Cosa spinge Rocco Papaleo a raccontare la sua carriera in questo modo? Il libro in questione si chiama Perdere tempo mi viene facile – Autobiografia musicata di un meridionale in libera uscita (Mondadori); lo spettacolo, invece, è Esercizi di libertà (prodotto da Stefano Francioni e parte della stagione del Teatro Stabile d’Abruzzo). Entrambi arrivano all’Aquila in una due giorni intensa tra teatro e libreria, con ben tre repliche al Ridotto e una presentazione alla Galleria 99, nella zona est del capoluogo.
Proprio da qui si parte giovedì 5 dicembre, in un appuntamento promosso da Maccarrone Libri e dall’associazione culturale Il Cielo Capovolto. Papaleo dialogherà con Stefano Carnicelli, con letture di Barbara Bologna e musica a cura dei Colleagues, accompagnata dagli arrangiamenti di Francesca Catenacci e Stefano Millimaggi. Riflessioni, aneddoti, interi racconti, ma anche poesie e canzoni: Rocco Papaleo, in un originalissimo rendiconto di sé, consente al lettore il libero accesso alla sua creatività.
Papaleo, nel presentare il suo divertissement, lo spettacolo che ha portato in giro fino a qualche tempo fa, aveva ricordato volentieri il sapore di panino e frittata de “Ju Boss”, il locale che ha frequentato quando era all’Aquila a girare L’amore non basta. Le storie che porta in giro ora, hanno sapori assortiti. Anche la frittata è più che altro quella che le preparava sua madre.
Sono due ricordi connessi da un unico elemento: il pane e frittata. Mi piaceva tanto uscire la sera all’Aquila e trovare un locale che allo stesso tavolo vedeva a sedere professori universitari e gente di strada che usciva per un paio di bicchieri di vino. Ma il panino di mia madre aveva un sapore diverso, qualcosa che ti prende da piccolo e che ti accompagna per tutta la vita.
A differenza di divertissement, l’atmosfera dello spettacolo è più intima. Le canzoni dal vivo sembrano lasciar spazio a quella che lei stesso ha chiamato ‘verità musicale’.
Le definizioni lasciano il tempo che trovano. Quello che volevo dire che la melodia ti spinge ad essere sincero. Per questo ho da sempre lavorato considerando l’approccio musicale. In Esercizi di libertà, tuttavia, ho cercato, attraverso il racconto, un dialogo più intimo con il pubblico. La musica c’è sempre anche se più in sottofondo. Ho preferito un approccio minimal. In scena c’è anche un cuoco che prepara una zuppa. Del resto, alla musica non rinuncio neanche nel libro nel quale ho inserito alcuni QR code che rimandano a canzoni e arrangiamenti.
Sta lavorando a qualcosa in particolare?
Preferisco concentrarmi su spettacolo e libro anziché elencare i progetti in uscita. Però ci tengo a dire che è uscita da poco la terza stagione di Dinner Club su Amazon Prime. Un bel viaggio lungo lo storico itinerario della via Appia, da Roma fino a Brindisi compiuto insieme a Carlo Cracco.
di Fabio Iuliano – articolo uscito anche sul Centro e Ansa