“L’Aquila Capitale della Cultura 2026”: la rincorsa parte dalla Perdonanza
La voce di Viola Graziosi anticipa il Dies Irae per orchestra e coro, le cui note si sovrappongono a immagini di guerra sui maxischermi allestiti al Teatro del Perdono per lo spettacolo di apertura della 729esima Perdonanza Celestiniana.
Sul palco l’attrice non ha né i panni di Clitemnestra, né quelli della Dama della Bolla che tornerà a vestire per i cortei storici. La scelta è ricaduta su di lei, così come per gli altri figuranti principali, in un’ottica che guarda alla candidatura dell’Aquila come “Capitale italiana della Cultura 2026″.
Il capoluogo d’Abruzzo, unica proposta in regione, figura tra le 26 le città italiane e le unioni di Comuni che hanno inviato la manifestazione d’interesse per il bando in scadenza mercoledì 27. La città vincitrice, grazie anche al contributo statale di un milione di euro, potrà mettere in evidenza, per il periodo di un anno, i propri caratteri originali e i fattori che ne determinano lo sviluppo culturale, inteso come motore di crescita dell’intera comunità. Proprio in quest’ottica e, simbolicamente, proprio in questi giorni, è stato organizzato all’Auditorium del Parco un confronto pubblico con enti e associazioni del territorio.
Obiettivo dell’incontro è stato raccogliere progetti da parte di istituzioni, enti ed associazioni che vogliano fornire il loro contributo per andare poi a comporre il dossier che verrà realizzato per presentare la candidatura della città entro mercoledì 27 settembre.
“Abbiamo lanciato una chiamata pubblica di manifestazione di interesse”, ha spiegato il professor Alessandro Crociata parlando alle associazioni riunite, “e come da programma cerchiamo di raccogliere il settore culturale urbano che poi animerà il programma culturale che è dentro il dossier. Una programmazione che sarà radicata all’interno della città ma allo stesso tempo aperta agli interventi esterni che possano proiettare L’Aquila in un contesto nazionale e internazionale”.
Il lavoro, partito già tre anni fa con la candidatura a Capitale della Cultura per il 2022 (all’epoca la scelta andò a Procida), è legato ai quattro assi della nuova agenda europea della cultura: salute e benessere, innovazione, coesione sociale e tematiche ambientali. “Il punto di svolta”, ha detto ancora Crociata, “più rilevante di questa candidatura è cercare di attivare un nuovo canale di sviluppo territoriale in un canale in cui la città capitale diventi in grado di portare sviluppo a un territorio molto più esteso, come le aree interne e i piccoli comuni intorno all’Aquila. Quindi non fuochi di artificio fini a sé stessi, ma un vero e proprio percorso progettuale”.
“L’Aquila può diventare città laboratorio delle aree interne”, ha aggiunto il professor Luigi Sacco, “questa candidatura può sviluppare un potenziale particolare. questa città può essere presentata come un multiverso in cui tante realtà coesistono: multiculturalità, multidisciplinarietà, multiservizi”. Del comitato fanno parte anche Valeria Pica e Claudio Calveri.
A moderare l’incontro il dirigente comunale Fabio De Paulis. Diversi gli interventi tra le associazioni, a partire da Giuseppe Tomei direttore artistico di Spazio Rimediato. “Abbiamo bisogno di un supporto logistico”, ha detto, “perché i nostri spazi per concerti e spettacoli sono limitati. Io dirigo un teatro di 60-70 posti, uno spettacolo con Pannofino, tanto per fare un esempio, mi metterebbe in crisi”.
Presente anche Fabrizio Pezzopane della Società concertistica “Barattelli” che ha chiesto progettualità anche sulla base di quello che è successo in passato, nel percorso del 2022 e, ancora prima, nel percorso che ha portato alla scelta di Matera come capitale europea della Cultura. Ogni associazione è stata invitata a elaborare un progetto per una cifra massima di 25mila euro, una cifra scelta per includere anche le realtà più piccole.