Andalusia del cemento, sulle strade del jazz
7 Novembre 2019 Condividi

Andalusia del cemento, sulle strade del jazz

Suggestiva la descrizione del viaggio di Lorca a New York a cura del portale Tutùm. “Dalla sua terra oltre oceano, la rossastra Andalusia dagli echi arabo-gitani”, si legge, “il poeta era arrivato nel nuovo continente per studiare alla Columbia University di New York. La sua ultima raccolta, Romancero Gitano (1928), aveva sostenuto difficilmente – come la gran parte dei best-seller – le dure accuse della critica. La sua storia d’amore impossibile con Salvador Dalì era ormai giunta al termine dopo gli infiniti ostacoli che l’avevano tormentata. Perfino il suo amante, Emilio Aladren, l’aveva lasciato per una donna.

Quando Federico Garcia Lorca seppe che il professore amico di famiglia Fernando de los Rios sarebbe andato alla Columbia University quell’estate, comprese che l’unica soluzione al sentimento mortifero che lo accompagnava era fuggire nel nuovo continente. Chiese al padre il permesso, si iscrisse alla Columbia University per migliorare il suo inglese.

Dalla sua terra oltre oceano, la rossastra Andalusia dagli echi arabo-gitani, il poeta era arrivato nel nuovo continente per studiare alla Columbia University di New York. La sua ultima raccolta, Romancero Gitano (1928), aveva sostenuto difficilmente – come la gran parte dei best-seller – le dure accuse della critica. La sua storia d’amore impossibile con Salvador Dalì era ormai giunta al termine dopo gli infiniti ostacoli che l’avevano tormentata.

Perfino il suo amante, Emilio Aladren, l’aveva lasciato per una donna. Quando Federico García Lorca seppe che il professore amico di famiglia Fernando de los Rios sarebbe andato alla Columbia University quell’estate, comprese che l’unica soluzione al sentimento mortifero che lo accompagnava era fuggire nel nuovo continente. Chiese al padre il permesso, si iscrisse alla Columbia University per migliorare il suo inglese. Quel percorso di studi non giunse mai al termine, ma a New York Federico Garcia Lorca trovò ben altro.

La città divenne la metafora perfetta della sua condizione interiore. New York, con la sua architettura extraumana, con il suo ritmo furioso, con la sua geometria e la sua pena, era uno specchio perfetto di sé. Da questo connubio empatico nacquero le liriche di Poeta a New York (1929-1930), dove a dominare sono il surrealismo e la tortuosità. Ormai l’unico domani della metropoli è quello che affoga nel sangue, New York geme come i suoi poeti”.

Per questo era giusto concludere il viaggio a New York con una tappa alla Columbia University dove abbiamo trovato gran parte del materiale necessario alla stesura di New York, Andalusia del cemento. Il viaggio di Federico García Lorca dalla terra del flamenco alle strade del jazz