Perdonanza, nel segno del fuoco
Il fuoco che è luce, dialogo, speranza in un ponte ideale che dalla 730esima perdonanza raggiunge “in pellegrinaggio” il Grande Giubileo del 2025. Quel fuoco che da ieri sera illumina il braciere di Collemaggio. Un piccolo grande viaggio attraverso 23 comuni, dall’Eremo di Sant’Onofrio, nei pressi di Sulmona, fino al capoluogo, nei luoghi che Pietro Angelerio, una volta nominato Pontefice, percorse nel 1294 per raggiungere L’Aquila e ricevere le insegne. Partito il 16 agosto, il Fuoco è arrivato in città scortato dai tedofori, tra cui molti ragazzi e bambini di Atletica Abruzzo L’Aquila e Atletica L’Aquila. Ieri mattina le ultime tappe, dalla frazione di Onna verso Paganica alla volta della chiesa di Celestino V sulla strada per Pescomaggiore. Dunque, la sosta alla Madonna d’Appari. Nel pomeriggio le frazioni di Bazzano e Pianola prima di entrare all’Aquila. Due le fiaccole, poi, nel centro storico del capoluogo. La prima è la stessa che fu usata nell’edizione del 2009 lungo le strade devastate dal sisma. A condurla, partendo dalla Fontana Luminosa, un piccolo gruppo, con in testa Floro Panti, l’unico autorizzato quindici anni fa a varcare la zona rossa nella serata del 26 agosto 2009. “Portai questa fiaccola da solo, piangendo, dopo un percorso del dolore tra le tendopoli”, ha ricordato Floro Panti, presidente dell’associazione comitato Festa Perdonanza celestiniana Ich. Un altro gruppo, composto da sbandieratori, Cavalieri di Celestino, bambini e ragazzi ha atteso in piazza Duomo, così come avvenne 15 anni fa. In testa Matteo Di Nino ed Emma Placidi, giovani nati proprio nel 2009. Tutti insieme, dunque, alla volta di Collemaggio per raggiungere il palco allestito davanti alla basilica, in una zona in questi giorni denominata Teatro del Perdono.
A COLLEMAGGIO. Una scia di luce si è fatta strada tra la folla per il via ufficiale. Tra i primi a prendere la parola il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, affiancato dal presidente della Provincia Angelo Caruso. “il messaggio della Perdonanza non parte da una singola città ma è condiviso da un intero territorio”, ha detto il governatore. “Alle sue parole, hanno fatto eco a distanza quelle del vicepresidente della Regione, Emanuele Imprudente: “Il Fuoco della Perdonanza continua a ispirare il cammino della città dell’Aquila e della Regione”.
GUARDANDO AL GIUBILEO. Monsignor Antonio D’Angelo, alla sua prima Perdonanza come arcivescovo metropolita dell’Aquila, ha voluto sottolineare un una connessione tra l’evento celestiniano e il Giubileo del prossimo anno. “Siamo vicini all’inizio del Giubileo del 2025”, ha detto dal palco del Teatro del Perdono, “e la Chiesa ci ha invitato a riflettere proprio sul tema della preghiera per prepararci bene alla celebrazione dell’anno giubilare, così da attingere alla grazia della misericordia la luce necessaria per una vita nuova”. Un discorso che parte proprio dal fuoco: “Ha tante caratteristiche, scalda, consuma, purifica, illumina. La luce, lo sappiamo, è fondamentale. Nella vita di San Celestino”, ha detto ancora l’arcivescovo, “la preghiera è stata la luce”. Di qui l’invito a riscoprire il valore della preghiera tutti insieme.
IL VIA UFFICIALE. Il sindaco Pierluigi Biondi ha ricordato che il motto del prossimo evento giubilare sarà “Peregrinantes in Spem, Pellegrini di Speranza”, così come auspicato da Papa Francesco. “La fiaccola del perdono”, ha detto il primo cittadino, si sovrappone così alla fiaccola della speranza, invocata dal Papa in nome di una rinnovata fraternità universale, di cui il mondo ha urgente bisogno. Nell’attuale scenario – di divari economici, di tensioni sociali e di violenza, dove i teatri di guerra sembrano non avere soluzione – è difficile alimentare la speranza”, ha aggiunto Biondi. “Per questo, il Pontefice vede nel pellegrinaggio, nella forza della preghiera, nella potenza del perdono e nella bellezza della riconciliazione, le azioni per rivivificare la speranza e, quindi, rendere possibile la pace. Il tempo che stiamo vivendo”, ha sottolineato il sindaco, “dovrebbe essere l’alba di un nuovo mondo che per ora appare pieno di contraddizioni che trovano nell’uso/abuso dell’intelligenza artificiale il terminale di molte delle nostre paure. Il tempo che stiamo vivendo amplifica i drammi in cui l’umanità sembra perduta, in un processo di laicizzazione delle emozioni, dove i sentimenti vengono interpretati come possesso (penso alla piaga dei femminicidi); dove il potere politico-economico è prevaricazione verso un popolo sovrano; dove l’ostilità storica, politica e religiosa comprende solo il linguaggio della morte e della devastazione. La storia ci insegna che le divisioni, le contrapposizioni, le azioni di forza, portano a scrivere pagine tremende, di grave oscurantismo umanitario”. Il sindaco, il cui discorso è stato interrotto per pochi minuti da un malore in platea, ha ricordato anche l’ex primo cittadino Antonio Centi, scomparso di recente, così come ha rivolto un pensiero a Lewin Weituschat, studente Erasmus scomparso durante un’escursione sul Gran Sasso, il cui corpo è stato ritrovato ieri.
LO SPETTACOLO
È ancora una volta il “Dies Irae” ad aprire il “Canto per la rinascita… tra cielo e terra” scritto da Leonardo De Amicis, con testi di Paolo Logli. Ma la spiritualità sofferta del Requiem di Verdi è anticipata dalle voci dei bambini che leggono dei pensieri dopo la visita pastorale di Papa Francesco di due anni fa. La scaletta dello spettacolo nella serata inaugurale della 730esima Perdonanza abbraccia generi, stili e generazioni, in una conduzione affidata a Lorena Bianchetti con letture di Luca Violini e Claudia Campagnola. Diversi sono anche sono i temi affrontati, scanditi in singole parole. La prima è “accoglienza”, con il Teatro del Perdono che accoglie Malika Ayane, accompagnata dall’Orchestra del Conservatorio e una selezione tra le corali della zona. Quattro le canzoni scelte “Mio fratello che guardi il mondo”, “A mani nude”, “Ricomincio da qui” e “Senza fare sul serio”, in un’esecuzione senza sbavature. “Questo posto dà tanto a livello emotivo”, ribadisce prima di salire sul palco, ricordando il concerto di due anni fa per la rassegna “Nell’ombra della musica Italiana”, nell’ambito dei Cantieri dell’Immaginario. “L’attenzione del pubblico aquilano mi stupì”, ricorda, “sono stata felice di accettare l’invito del maestro De Amicis e di mettere a disposizione la mia voce per il suo progetto”. Si passa dunque a “radici” mentre parte l’arpeggio di Wish You Were Here, eseguita da Stash per introdurre i Kolors. Il pubblico si scalda sulle note di “Karma”, “Un ragazzo e una ragazza” e “Italodisco”. Quindi è la volta di Renato Zero, a segnare un ponte intergenerazionale, sul tema della “fragilità”. Nella set list ci sono “Amico”, “Resisti” e “Più su”. A lui vanno i gemelli con il simbolo della città dell’Aquila, consegnati da sindaco Pierluigi Biondi e vicesindaco Raffaele Daniele. Scherza, Renatone: “Mica mi state a rifila’ la solita patacca? Il triangolo no!”. Nelle sue parole, il cantautore romano non dimentica i disabili. L’esibizione di Gianluca Terranova accarezza la parola “armonia”, con suggestioni di Ennio Morricone. Arriva poi la parola “felicità” con i Tiromancino con “La descrizione di un attimo”, “Per me è importante”, “Due destini” e l’omonima “Felicità”. Dunque, “Colapesce – Di Martino” con “Splash”, “Bandiera bianca e “Musica leggerissima”. In chiusura l’orchestra sinfonica con “Ave verum”.
IL PROGRAMMA. Concluso con successo il programma della Perdonanza in Periferia, stasera sarà la volta del Gala Internazionale “L’Aquila si veste di stelle” con Étoile da tutto il mondo. Domani, spazio a L’Aquila Suona, l’isola sonante nelle piazze e nei vicoli del centro storico. In cartellone anche Achille Lauro e Rose Villain (lunedì 26), così come Umberto Tozzi (martedì 27) e i Pooh (venerdì 30).
LE ALTRE INIZIATIVE. Stamani, alle ore 10.30, nella sede del Csa, il Centro Servizi Anziani del Comune dell’Aquila, il sindaco consegnerà agli ospiti della struttura, quarantadue in tutto, un gadget particolare e innovativo. All’incontro parteciperanno anche l’assessore alle Politiche sociali, Manuela Tursini, l’amministratore Daniela Bafile, il direttore Andrea Di Biase. Proseguono intanto le iniziative della Perdonanza del monastero di San Basilio.
di Fabio Iuliano – articoli apparsi su Centro / Ansa