Franco Nero: all’Aquila devo Angelus Hiroshimae
11 Ottobre 2022 Condividi

Franco Nero: all’Aquila devo Angelus Hiroshimae

La devozione di Quentin Tarantino, le intuizioni di Sergio Corbucci, il talento di Luis Buñuel. Franco Nero torna all’Aquila per un confronto a tutto campo sulla sua carriera e, in particolare, sui film girati in Abruzzo. In curriculum oltre 150 pellicole, una cinquantina di lavori per la tv, tra cui lo sceneggiato di Salvatore Nocita omaggio ai Promessi Sposi, una decina di cortometraggi. Ha anche diretto due film, ha prestato la sua voce per il doppiaggio di Zio Topolino nel cartoon “Cars 2” ed è voce narrante nel corto Inferno dantesco animato. E la sua carriera ha anche visto qualche incursione in campo musicale. L’attore è tornato all’Aquila per l’incontro inaugurale della Stagione 2022-23 del Cinema Teatro Zeta, nel Parco delle arti della frazione di Monticchio.

È stato lui stesso a suggerire alla struttura di proiettare il film “Angelus Hiroshimae” girato per buona parte nel capoluogo d’Abruzzo. «Questa città», ha ricordato, «ci ha permesso di portare a termine le riprese di questo lungometraggio in un momento in cui le risorse a disposizione erano poche e servivano le idee».

Il film, praticamente senza dialoghi, si apre con l’immagine onirica di un cacciatore che in una mattinata nebbiosa dell’Aquila spara a una misteriosa creatura simile a un angelo. Tutta la vicenda è di fatto lo strano sogno di un uomo ancora incredulo per la morte del figlio in un incidente stradale. “Angelus Hiroshimae” è dedicato a Vanessa Redgrave, la grande attrice e moglie dell’attore, che ha perso la figlia a seguito di una caduta sugli sci. La colonna sonora è di Ennio Morricone. La pellicola era stata girato nei luoghi del sisma prima del 6 aprile 2009.
Dopo un anno, gli attori si ritrovarono nel capoluogo abruzzese per filmare un lavoro, “Tornando a L’Aquila”, che mostra la città prima e dopo la tragedia. E ora il film è accompagnato da un’epigrafe documentaristica. Ad accompagnare la visione anche il regista Giancarlo Planta. Prima della proiezione c’è stato un confronto moderato dal direttore artistico Manuele Morgese e dal critico cinematografico Piercesare Stagni, in cui Franco Nero ha ripercorso alcuni dei momenti più importanti della sua carriera internazionale, a partire dal rapporto con Tarantino che non ha mai nascosto la sua stima per l’attore italiano.

«Conosce tutti i miei film», ha detto Franco Nero, «anche quelli meno famosi come “I diafanoidi vengono da Marte”. Quando ero con lui mi presentava ai giovani attori americani con tanta fierezza e vigore, affermando che io sono uno degli attori più importanti e influenti, insieme a Clint Eastwood, Alain Delon e Charlie Bronson». Poi l’omaggio con “Django Unchained” e il cameo nel film che, tra l’altro, valse l’Oscar a Morricone. «Ho conosciuto Quentin Tarantino, durante la presentazione a Roma del film “»Inglorius Bastards”, ha detto ancora l’attore.

«E ricordo che disse una frase del tipo “Non me ne vado dall’Italia, se prima non ho incontrato Franco Nero”. Quindi ci siamo fermati a pranzo insieme e lui mi ha rivelato di avere visto visto i Vhs dei miei film. Conosceva a memoria anche le battute». Di qui la proposta della piccola partecipazione nel film: «Mi proposi come il padre di Django, ma lui non vedeva bene questa soluzione, quindi optò per il personaggio che si è visto sul grande schermo». A proposito di Buñuel, Franco Nero ha ricordato con entusiasmo come «un’esperienza stupenda» quella con il cineasta spagnolo. Stagni ha anche guidato un’escursione a Calascio e Santo Stefano di Sessanio, sul set di alcuni dei film più celebri girati in Abruzzo.

Un’esperienza significativa nell’ambito di una rassegna cinematografica dedicata al cinema girato in Abruzzo. Giovedì 13 ottobre, a tal proposito, Andrea Lolli presenterà all’Aquila, all’Auditorium della Fondazione Carispaq il volume “Gran Sasso e Cinema”, una vera e propria “movie map” edita da Ricerche&Redazioni che racconta le maggiori produzioni cinematografiche girate in zona. Per ogni film sono state individuate e georeferenziate, tramite le più moderne tecnologie oggi a disposizione, le principali location.

Il volume, di facile lettura e utilizzo, si compone di tre sezioni: le schede dei film, con le locandine e le immagini delle principali scene girate sul Gran Sasso; le schede dei luoghi naturali e culturali dove sono stati ambientati i set; una mappa di facile comprensione dove poter individuare e riconoscere tutti i posti citati nelle pagine del libro. In più, è possibile scaricare anche i file per la navigazione digitale tramite smartphone e Gps. Il volume, annunciato in anteprima nel corso della 79esima edizione del Festival del Cinema di Venezia, vanta patrocini e collaborazioni importanti come quello del Ministero della Cultura, di Italy For Movies, dell’Ente Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, della Fondazione Carispaq, oltre a quelli di enti e amministrazioni locali.

di Fabio Iuliano – fonte: il Centro / Ansa