Ticket to Ride, pt.5: viaggio e sogno
19 Novembre 2020 Condividi

Ticket to Ride, pt.5: viaggio e sogno

Il viaggio della quinta puntata di “Ticket to ride” ci porta nel sogno e parte dal miglior hotel possibile dove sognare: l’Hotel California degli Eagles  (1976). Una canzone che racconta il fascino della West Coast e mette in discussione l’utopia del Sogno Americano. Dopo la rivoluzione della non violenza dei figli dei fiori, che si erano battuti contro la guerra del Vietnam e si erano opposti alla massificazione, furono inghiottiti dal sistema come i loro padri, contro cui avevano lottato.

“Il viaggio dall’innocenza all’esperienza”, così Don Henley, la voce degli Eagles, descrisse nel 2013 la sua canzone più celebre, Hotel California diventa così un percorso verso la conoscenza del bene e del male, del sogno e dell’incubo, a volte così sottilmente vicini da “non permetterti di andartene anche se puoi fare il check-out quando vuoi” (“You check out anytime you like, but you can never leave”).

IL PODCAST

Il viaggio continua poi con Valeria Valeri che attraversa le parole di Francis Scott Fitzgerald che nel suo capolavoro del 1925 “Il grande Gatsby” racconta lo stesso sogno, Gatsby è il self-made-man, l’uomo che si è fatto da solo, ma vive intrappolato nella convinzione che il passato si possa ripetere. E che sia un’illusoria speranza lo sanno bene gli abitanti della collina di Spoon River a cui nel 1925 aveva dato voce Edgard Lee Masters, un microcosmo dimenticato dalla grande America in cui c’è spazio solo per il sogno americano fatto di uomini rispettabili, non di minatori, carichi di peccati, né di donne adultere e di tutti i reietti, isolati nella provincia.

Dalle anime di Spoon River a quelle raccontate da Cicerone che nel suo Somnium Scipionis, un sogno oracolare, che descrive il destino delle anime dopo la morte. Nell’oltretomba dei Greci scorreva, tra gli altri, il fiume Lete, il fiume o la fonte della dimenticanza dalle cui acque dovevano bere le anime destinate a nuovi corpi.

TICKET TO RIDE – Canzoni in viaggio. Puntata n. 05 del 17.11.2020

Sulla East coast americana, invece, arriva il fiume, The River, cantato da Bruce Springsteen (brano eseguito live in studio voce e chitarra da Fabio Iuliano e Antonella Finucci) che è un’amara parabola sulla vita americana divisa tra amore e dolore, è la favola amara di milioni di vite distrutte, americane e non, perché divise tra amore e dolore. Il viaggio si concluderà sulla soglia della porta dello studio di don Chisciotte, al cospetto del suo sogno di una vita avventurosa che lo tradirà andando ad infrangersi sulla disillusione della spietata quanto banale realtà a cui aveva desiderato di opporsi. Ma è proprio in un momento in cui tutto è perduto che arriva la rivelazione attraverso le inattese parole di Sancio, il suo fido scudiero. “Vossignoria non muoia signor mio, pigli il mio consiglio, badi a vivere, ché non può fare l’uomo peggiore bestialità in questa vita del lasciarsi morire così alla babbalà, senzaché nessuno lo ammazzi né altre mani lo finiscano fuorché quelle della malinconia”.

E allora il sogno resta sempre qualcosa che vale la pena vivere, anche se dura solo una notte. Come quello dei protagonisti di Last Tango, canzone di Fabrizio Dell’Isola e dello stesso Fabio Iuliano che racconta un tempo sospeso tra due persone che in una notte di grattacieli e geometrie improbabili, decidono di danzare il loro primo e ultimo tango.