Abruzzo, parrucchieri ed estetiste: prove di riaperture
15 Maggio 2020 Condividi

Abruzzo, parrucchieri ed estetiste: prove di riaperture

Lo smalto rosso sulle unghie dei piedi riluce come il vetro dopo il trattamento. L’odore dei prodotti cosmetici filtra a fatica tra mascherine e visiere in plexiglass. Pochi minuti, non di più, quanto basta per testare l’effettiva disponibilità di rispettare le tante norme propedeutiche alla riapertura del centro. Ben ventidue pagine di ordinanza regionale (la 56 in particolare) che intercettano le indicazioni del documento tecnico approvato dal Comitato tecnico scientifico per l’emergenza Covid-19.

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Solo rispettando le regole alla lettera si può ripartire, lunedì prossimo. Molti aspetti di quello che avverrà dal 18 sino a fine dell’emergenza sono normati, poco è lasciato al caso. Anche la simulazione rientra nel regolamento. Ieri è toccato all’Aquila, oggi a Pescara.

LA GIORNATA. Due le prove disposte, sotto lo sguardo degli ispettori del Dipartimento prevenzione della Asl. Si parte dal Luxor, un centro estetico e benessere della periferia ovest dove due giovani dipendenti, Valentina Berardini e Sara De Santis simulano una pedicure. La prima si mette nei panni e nelle pose di una cliente (troppo presto per aprire le porte a clienti reali), la seconda interviene come operatrice.
Tutto è pronto alle 10.30 anche se, prima di assistere al trattamento, gli ispettori vengono accompagnati in una visita all’interno dei locali, per sincerarsi dell’effettiva presenza di tutti i dispositivi volti a garantire il rispetto delle misure di sicurezza. Dispenser di prodotti igienizzatori, soprascarpe, camici e teli monouso. Prodotti per la sanificazione da effettuare più volte durante il giorno una volta partiti.

Come previsto dall’articolo 3 del Dpcm del 26 aprile, è obbligatorio l’utilizzo di mascherine di comunità da parte del cliente a partire dall’ingresso nel locale, a eccezione del tempo necessario per effettuare i trattamenti che non lo rendano possibile. È preferibile, inoltre, fare ricorso a grembiuli e asciugamani monouso.
Se riutilizzabili, devono essere lavati ad almeno 60 gradi per 30 minuti. Ad accompagnare gli ispettori Asl, una delegazione della Confederazione nazionale artigianato, con Agostino Del Re (direttore Cna L’Aquila) e Angela Rita Barone, presidente regionale di Cna Benessere e Sanità, insieme alla dipendente Roberta Dell’Aguzzo. Emozionato il giovane titolare Ovidio Saulian, entusiasta di poter tornare a lavoro a breve.

DAL PARUCCHIERE. Particolare attesa per la simulazione successiva, da Carisma una parrucchieria della zona industriale ovest.

Giuseppe e Marco Leonetti a fare gli onori di casa, insieme ad Antonella Francescangeli. Qui non c’è neanche bisogno di trovare un volontario (o una volontaria) per il taglio dei capelli. E non sarebbe neanche stato così difficile trovarlo, dopo di due mesi di “fai da te” a causa del lockdown. Dopo un primo sopralluogo, tuttavia, gli ispettori si limitano a rilevare che tutto sia al posto giusto e fanno capire che forbici e phon possono restare al loro posto.

Anche per i saloni di acconciatura ci sono dei parametri da rispettare, specie fra quelli che non dispongono di spazi chiusi, nell’ambito dei quali circoscrivere la presenza a un solo cliente per operatore. In questo caso, vanno delimitati gli spazi con applicazione sul pavimento di scotch di colore ben visibile. Necessario garantire la distanza lineare di un metro. Per tutti, c’è l’obbligo di prenotazione.

LE MISURE. «Questo momento non ci ha trovato impreparati, perché ormai sono settimane che lavoriamo nella prospettiva della riapertura», sottolinea la dirigente Barone (Cna Abruzzo). «Stiamo applicando le disposizioni relative al distanziamento sociale. Tuttavia, per il resto, ci limitiamo a seguire le specifiche del decreto 81 del 2008».
Sono circa 10mila i parrucchieri, gli estetisti e i tatuatori che potranno ripartire. Simulazioni come quelle di questi giorni danno la dimensione di quello che avverrà da qui a qualche giorno. «Un piccolo segnale, il nostro che mette in moto una grande economia», valuta Del Re.

«Parliamo del sistema economico legato alla piccola impresa che rappresenta un’alta percentuale rispetto alla situazione complessiva. Con test di questo tipo dimostriamo quanto molti artigiani siano pronti a ripartire, in vista del 18. Ovviamente, ora si pone un problema relativo alla sostenibilità delle attività, anche a copertura delle spese sostenute per questi dispositivi di sanificazione e sicurezza, tenendo conto anche dell’aumento dei prezzi negli ultimi mesi. Bisogna tenere bene a mente», aggiunge, «che molte aziende che forniscono questi dispositivi pretendono pagamenti anticipati».