“Volevo fare l’attrice ma ho seguito l’amore”
14 Giugno 2021 Condividi

“Volevo fare l’attrice ma ho seguito l’amore”

Ha vissuto a Milano, Parigi, Londra e New York, lavorando come costumista in oltre 200 produzioni nazionali e internazionali, sia a teatro che al cinema che in televisione. Si è aggiudicata importanti riconoscimenti, fra cui il Premio Goya, il César, il Baft, tre Nastri d’argento e, soprattutto, il premio Oscar, nel 1991, ottenuto al suo primo film, “Cyrano de Bergerac”, uscito nelle sale l’anno prima. La biografia di Franca Squarciapino è impressionante, così come lo è quella del marito Ezio Frigerio, scenografo originario di Erba (Como), tra i più importanti del neorealismo italiano.

Una storia che passa attraverso L’Aquila e l’Abruzzo. Proprio qui si stabilisce Antonio Squarciapino, ingegnere aeronautico siciliano trasferito nel capoluogo abruzzese subito dopo la guerra, insieme alla moglie Fulvia Celli, pittrice di Capestrano. Franca, nata nel 1940 è la prima delle tre figlie: Adriana e Laura – che tuttora vive all’Aquila -–le sorelle minori. In quegli anni, la famiglia Squarciapino vive in via Giovanni XXIII. Franca frequenta le elementari a San Bernardino, le medie alla Carducci e, infine, il liceo Classico al “Cotugno”.

Si iscrive a Legge, ma soltanto per un anno, troppo forte il richiamo del palcoscenico: sempre nel capoluogo frequenta la Scuola di arte drammatica diretta da Miranda Campa che ne intuisce le potenzialità e la convince ad andare a Roma dove colleziona le prime esperienze. «Una donna libera, intelligente Miranda, attrice convinta che il teatro potesse essere la cosa più importante per una vita», ricorda Franca Squarciapino in un volume pubblicato dagli Amici della Scala. «Fu lei che mi spinse, malgrado la mia timidezza, a presentarmi a un concorso televisivo per il quale fui ammessa – come giovanissima attrice, nel corso “I Nuovi” di Guglielmo Morandi – al mondo del piccolo schermo».

Nel giro di qualche mese si trova a dividere il palco con Ugo Pagliai e Milena Vikotic.In questo periodo che conosce Frigerio, a 23 anni, sul set di “Ieri, oggi e domani” di Vittorio De Sica. Fra i due un’attrazione irresistibile, ma il loro legame deve fare i conti con il fatto che lo scenografo era sposato. Poi arriva il divorzio e il matrimonio e la vita insieme: Fregene, Roma, nel castello di Coazzano a 20 chilometri da Milano e poi per anni a Parigi. «Non fu certo una passeggiata», racconta Frigerio oggi 91 enne. «All’epoca faticammo molto a fare accettare la nostra relazione alle rispettive famiglie, ma era tutto quello che volevamo». Proprio per seguire il marito, Squarciapino decide di dare una svolta alla propria carriera.

«Se divenni costumista», ricorda lei, «fu per amore, perché colui che mi è vicino da quando avevo 23 anni – tutta la vita, quasi – mi incoraggiò, mi spinse, mi aiutò a diventare quella che sono. Fu, è vero, un maestro indimenticabile: duro, a volte ingiusto, non volle mai imporre la mia presenza fino a quando non fu sicuro di me o quando fu sollecitato da registi e direttori». Prima di affermarsi come scenografo, Frigerio aveva acquisito esperienza anche come costumista. Tuttavia, il talento inatteso di Franca Squarciapino le permette di andare oltre ogni aspettativa, sin dal primo lavoro cinematografico.

I costumi di “Cyrano de Bergerac”, diretto da Jean-Paul Rappeneau e con uno straordinario Gérard Depardieu, le apre le porte di Hollywood. Rappeneau la sceglie anche con “L’ussaro sul tetto” nel 1995. La costumista collabora anche con Bigas Luna, Yves Angelo Roger Planchon e, nel teatro, con Giorgio Strehler, Roland Petit e Nuria Espert. La coppia torna spesso all’Aquila dove Squarciapino ha visto crescere i suoi amici: tra gli altri Angelo Colagrande, Mariella Coccovilli, Antonio Palumbo. Amante delle escursioni, la donna è molto legata a luoghi come Santo Stefano di Sessanio, Calascio, Castel del Monte, Campo Imperatore. E c’è un’altra passione di sempre: quella del tennis che ha praticato per anni proprio nel circolo dove un giovanissimo Bruno Vespa ha iniziato a muovere i primi passi come giornalista.

Photo by Sam Moqadam on Unsplash

di Fabio Iuliano – fonte: il Centro