r(E)sistere: ottava puntata
Questi giorni sospesi rendono molte cose relative: non possiamo raggiungere un amico, neanche a due minuti di macchina, eppure la tecnologia ci porta in casa, in tempo reale, volti e voci da ogni dove.
Insomma, in questo momento, l’unica vicinanza che conta è quella emotiva.
Faccio questa premessa per dire che non è poi così assurdo prendere un caffè con Roberta che risponde comodamente seduta al suo pianoforte dall’altra parte dell’oceano.
Lì sta continuando la carriera come pianista e come vocal coach.
Fa parte dello staff del Chicago Vocal Arts Consortium, il cui portale ufficiale riconosce a Roberta Terchi Nocentini un repertorio esteso sia dal punto di vista vocale, sia dello strumento.
Vanta concerti a Strasburgo, Bucarest e, naturalmente, Londra (ha suonato anche a St. James a Piccadilly, alla Wigmore Hall, e alla David Josefowitz Recital Hall).
Ha lavorato a lungo anche come répétiteur, quella figura professionale che, con l’utilizzo del pianoforte, si occupa dell’istruzione dei cantanti solisti, o del coro, durante la preparazione di un’opera lirica.
In passato, ha lavorato all’anfiteatro romano di Terni per l’allestimento della Carmen (2006) e col Teatro Verdi nella Traviata (2007), collaborando anche con la Barattelli e l’Istituzione Sinfonica Abruzzese.
Si propone anche come coach linguistico, come nel caso dell’opera Il Tabarro insieme alla Melos Sinfonia, sotto la direzione artistica di Oli Zeffman.
Ha iniziato a insegnare alla JazzOn Music School in Italy.
A Chicago vive con il marito Pierpaolo, italiano anche lui, chirurgo specialista in trapianti addominali (reni, pancreas, fegato, intestino) e col figlio Christian, nato a Londra.
Anche lei vive da giorni in isolamento.
Un tempo che utilizza anche per costruire un blog di divulgazione musicale.
Verrà lanciato il 13 aprile, si chiamerà The Missus MoMsician, tra le rubriche ce n’è una che è tutto un programma: si chiamerà Cultural pandemic.
Questo è il suo modo di r(E)sistere.