Silvia Franchini, dai kart al rally
Da una parte la logica millimetrica del volante, l’odore di benzina, il rumore del motore, le istruzioni codificate di guida. Dall’altra, un universo fatto di rituali e piccole mascotte che accompagnano Silvia Franchini un po’ ovunque: così Tina pilotina, una bambolina che non dimentica mai di salire in auto con la sua padrona per ricordarle di mantenere sempre la concentrazione al massimo. Così Black Cat – un gatto nero, stilizzato sul casco – contro la sfortuna e gli stereotipi. In gara, una marea di sensazioni da gestire, tornante dopo tornante, in quell’universo variegato che è genericamente conosciuto come rally. Un ambiente che la giovane aquilana ha imparato a conoscere da anni, mettendosi in evidenza in competizioni nazionali e internazionali. Non a caso, qualche giorni fa è arrivato un riconoscimento per meriti sportivi, indirizzato anche al suo team “Scansetese Pilot in Racing L’Aquila” in gara al campionato italiano assoluto Suzuki. Del team fanno parte anche Alessandro Iannucci and Mirko Ciabini. A consegnare due targhe premio, l’assessore alle Politiche Sociali della Regione Abruzzo Roberto Santangelo, che ha fortemente sostenuto l’iniziativa, e l’assessore regionale allo Sport Mario Quaglieri. Un riconoscimento che ha un po’ mitigato quella definizione di “nemo propheta in patria” che a una ragazza solare come Silvia è sempre un po’ stata stretta. Anche se, di fatto, per affermarsi ha dovuto macinare parecchi chilometri e non solo girando in una pista senza soluzione di continuità. Attivissima sui social, impiega il tempo libero anche dietro a un sassofono.
Come è iniziato tutto?
Sono da sempre appassionata di motori, vuoi che mio padre negli anni Ottanta aveva una concessionaria Peugueot. Però ho dovuto attendere la maggiore età per acquistare il primo kart, con i miei risparmi. Dopo qualche esperienza in manifestazioni abruzzesi, ha partecipato alla selezione nazionale piloti organizzata in Sicilia dove ho affinato le tecniche di guida e fatto delle amicizie importanti. Ho avuto un momento di stop legato a un incidente in auto nel 2006. Ero a bordo di una Peugueot 106 le gomme sono scivolate su una lastra di ghiaccio. Altro periodo delicato, da aquilana, è stato quello del terremoto.
Poi però ha saputo guardare avanti
Nel 2014 ho partecipato alla prima edizione di “Rally Italia talent” arrivando in semifinale tra 3500 iscritti a livello nazionale. Un format fatto di prove tecniche alla guida che mi ha messo sulla strada di Vittorio Caneva, ex pilota di rally e grande istruttore. Sono arrivata in semifinale a Lignano Sabbiadoro. Per qualche mese ho vissuto un nuovo periodo di stallo, fino a quando, dopo aver visto al cinema “Veloce come il vento” (diretto da Matteo Rovere e liberamente ispirato alla vita del pilota di rally Carlo Capone nda) mi sono convinta a richiamare Caneva che mi ha messo in contatto con un altro istruttore, Mario Trolese.
Così è arrivata alle gare che contano
Nel 2017 è arrivato l’esordio nei rally nella Ronde del Canavese 2017 su Peugeot 106 N2. Nel 2018 ho ottenuto un ottimo primo posto di classe Rs2.0 al Rally Team 971 su Renault Clio. Migliori risultati sono arrivati nel 2019 quando a febbraio ho vinto il Trofeo Lady nella prima Edizione de “La Grande Sfida” con una Peugeot 208 R2B. Nello stesso anno ho vinto la prova femminile del rally Città di Torino. Il 2020 è iniziato con un terzo posto alla seconda edizione de “La Grande Sfida” su Peugeot 208 R2. Ho anche vinto il titolo di Campionessa del Friuli e del Veneto nonostante le difficoltà del periodo pandemico che ha complicato ulteriormente il mondo del rally.
Nel 2021, poi, sono arrivate nuove sfide
Ho iniziato con la prova della Opel Adam r2b. Il 2022 mi ha visto impegnata nella preparazione della Mini Racing start. Il 2023 è stato costellato da importanti traguardi segnati dalla vittoria della Coppa Aci Italia 2023 per la zona numero 7. A bordo di Bomberina, la Mini Cooper S tutto pepe, e insieme alla navigatrice sarda Nicoletta Deidda, mi sono tolta parecchie soddisfazioni.
Tende a prediligere navigatrici?
Quello tra pilota e navigatore è un rapporto di reciproca fiducia, quasi una simbiosi. Ho quasi sempre avuto una donna al mio fianco. Mi sono trovata bene così.